Villa Romana
Russi (RA) - Via Fiumazzo
Il complesso archeologico
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In principio era il podere. Coloni e militari congedati ricevevano da Roma appezzamenti di terre conquistate dotate di una piccola casa colonica dove convivevano il proprietario, la sua famiglia, schiavi ed animali, sfruttando al massimo le potenzialità del terreno, di norma autosufficiente dal punto di vista economico e produttivo.
Poi venne la crisi. Alla fine dell'epoca repubblicana le famiglie contadine, schiacciate dai debiti, sono costrette a vendere, trasferendosi in città. I poderi, accorpati da ricchi compratori, diventano latifondi che il proprietario fa gestire da liberti con mansioni di fattore al comando di un gran numero di schiavi.
Nasce la villa rustica di cui quella di Russi è significativa testimonianza. Situata appena fuori dall'attuale centro urbano di Russi, la Villa Romana è certamente una delle ville rustiche più rappresentative e meglio conservate dell'Italia settentrionale. Rinvenuta negli anni '50 e oggetto di continue campagne di scavo, presenta un'estensione di almeno 8mila metri quadrati, un impianto termale messo in luce già nel 1939 e recentemente riscoperto, ed altre parti della struttura del complesso ancora da scavare. La villa era, con tutta probabilità, l'edificio principale di un vasto podere i cui prodotti -agricoli e di allevamento- erano destinati soprattutto agli uomini della flotta romana che, dall'epoca di Augusto, era stanziata a Ravenna. La fase di maggior sviluppo del complesso di Russi va infatti dal I al II secolo d.C. In questo periodo la villa, che esisteva anche in precedenza, ebbe le sue pavimentazioni in mosaico e la planimetria definitiva, risultato di un progetto architettonico unitario. Le diverse fasi di occupazione della Villa Romana di Russi sono legate alle vicende della vicina Ravenna. Dopo un periodo di decadenza, coincidente con l’allontanamento della flotta militare, la villa è parzialmente rioccupata quando la corte imperiale si trasferisce a Ravenna (V e il VI sec.) per poi essere definitivamente abbandonata in epoca medievale. Già sul finire del VII secolo d.C., l’area è ampiamente incolta mentre boschi ed acque si riappropriano del territorio: le ossa di castoro rinvenute testimoniano un ambiente ricco di acqua corrente ma totalmente privo di presenze umane.


Mosaici dei cubicoli

I materiali rinvenuti nello scavo della Villa Romana sono parzialmente esposti nell'Antiquarium che il Comune di Russi ha allestito nei locali della Rocca: si tratta perlopiù di intonaci dipinti, oggetti d'uso quotidiano in metallo o in terracotta oltre a numerosi vasi da mensa in ceramica e vetro rinvenuti, per la maggior parte, sotto il pavimento della stanza n. 5 di cui formavano il vespaio realizzato nel corso del I-II secolo d.C. quando tutto il quartiere padronale venne ricostruito per dare alla villa un aspetto più sontuoso.


Frammento di bicchiere in terra sigillata

Nel complesso della Villa Romana è presente un edificio espositivo con centro visite, un'aula destinata prevalentemente a scopo didattico ed altri ambienti con funzione di magazzino e laboratorio di restauro. Recentemente nell'area circostante la vecchia cava dove insiste l'area archeologica è stato realizzato un parco naturalistico ricostituendo gli ambienti tipici della pianura alluvionale.