Visto il grande successo di pubblico gli organizzatori hanno deciso di prorogare l'apertura della mostra fino al 31 agosto 2014
Una mostra allestita a San Giovanni in Persiceto propone un approccio inedito alla figura del suo illustre cittadino Raffaele Pettazzoni (1883-1959), inquadrando soprattutto quella parte della sua attività che, come lui stesso aveva scritto nel 1912, si era aperta “sotto gli auspici dell’archeologia” per poi estendersi al sapere storico-religioso e antropologico, branche nelle quali ancora oggi la sua esperienza scientifica è prevalentemente conosciuta
"Sotto gli
auspici dell’archeologia"
Raffaele Pettazzoni: testi, documenti,
reperti
San Giovanni in Persiceto (BO)
Palazzo Comunale, Galleria antistante la Sala Consiliare
Corso Italia n. 70
prorogata fino al 31 agosto 2014
orari di apertura: marzo-luglio dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18,
sabato dalle 9 alle 13 (chiusa domenica e festivi)
agosto: apertura ridotta (per info Segreteria del Museo
Archeologico Ambientale tel. 0516871757
maa@caa.it )
Ingresso libero
Per essere un Comune di non grandi dimensioni, San Giovanni in Persiceto può
vantare un notevole numero di nativi illustri, da Giulio Cesare Croce a Clelia
Barbieri, da Alberto Bergamini a Giuseppe Fanin, oltre a una trentina tra
artisti, scrittori e sportivi di fama non solo nazionale. Tra i grandi
cittadini persicetani va certo annoverato Raffaele Pettazzoni (San
Giovanni a Persiceto, 3 febbraio 1883 - Roma, 8 dicembre 1959), archeologo di
razza prima di diventare universalmente noto come uno dei padri della Storia
delle religioni nonché titolare della prima cattedra in Italia di questa
disciplina, istituita a Roma nel 1923.
Alla figura dell'insigne concittadino il Comune di San Giovanni in Persiceto, il
Museo Archeologico Ambientale e la Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia Romagna dedicano questa esposizione allestita nella Galleria
antistante la Sala Consiliare all'interno della residenza municipale. La mostra,
corredata da testi, documenti originali e reperti archeologici, intende
tracciare un ritratto del Raffaele Pettazzoni archeologo, approfondendo la sua
attività sia negli anni 'romani' (1909-1914) in cui ha ricoperto il ruolo di
ispettore presso il Museo Preistorico ed Etnografico, sia nel periodo 1914-1924
durante il quale ha operato con la medesima mansione per la Soprintendenza ai
musei e scavi di antichità dell’Emilia-Romagna presso il Museo Civico di
Bologna.
L’esposizione vuole far conoscere, attraverso un percorso ragionato, il lato
meno noto di Pettazzoni, quello di archeologo, ricostruendo alcune tappe della sua
formazione originaria attraverso i vivaci scambi culturali con gli illustri
esponenti del mondo archeologico prima di andare a occupare la cattedra di
Storia delle Religioni presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
Raffaele Pettazzoni è universalmente riconosciuto come uno dei padri
fondatori della Storia delle Religioni, così come oggi intendiamo questa
disciplina. Nel 2009, in occasione del cinquantennale della sua scomparsa, sono
state organizzate in ricordo della sua opera varie iniziative, tra le quali
spiccano senz’altro gli atti del convegno dedicati al suo principale biografo,
il conterraneo Mario Gandini, che ne ha ripercorso le orme con grande sapienza e
acume critico, valorizzando il materiale pettazzoniano conservato presso la
Biblioteca comunale “Giulio Cesare Croce” di San Giovanni in Persiceto.
Uno degli aspetti meno noti della biografia intellettuale di Pettazzoni, forse
perché ritenuto essenzialmente circoscritto ai suoi anni giovanili, concerne la
sua originaria formazione archeologica che lo vide dapprima brillante allievo di
Eduardo Brizio all’università di Bologna (laureandosi in lettere nel 1905 con
una tesi interdisciplinare sulle origini dei Kabiri), per conseguire poi, nel
1907, il Diploma in archeologia presso la Scuola Italiana di Archeologia di
Roma, all’epoca diretta da uno dei padri della paletnologia italiana, Luigi
Pigorini. Il possesso di un titolo così altamente qualificante consentì al
giovane Pettazzoni di entrare immediatamente per concorso nei ranghi del
Ministero della Pubblica Istruzione, ottenendo nel 1909 l’incarico di ispettore
archeologo presso il Museo preistorico ed etnografico di Roma per poi passare,
nel 1914, al Museo Civico di Bologna – Soprintendenza ai musei e scavi di
antichità dell’Emilia Romagna, dove sarebbe rimasto in servizio fino al 1924,
anno in cui assunse la cattedra di Storia delle Religioni presso l’università di
Roma “La Sapienza”.
Lo scopo della mostra “Sotto gli auspici dell’archeologia”. Raffaele Pettazzoni: testi, documenti, reperti (dove la
citazione iniziale è tratta dall’introduzione al volume La religione primitiva
in Sardegna, del 1912) è quello di valorizzare attraverso originali documenti
archivistici e reperti archeologici quello che è stato l’apporto
dell’archeologia alla formazione interdisciplinare di Raffaele Pettazzoni, un
apporto metodologico e contenutistico che traspare in tutti i suoi scritti e che
costituisce la testimonianza di un’epoca in cui la formazione scientifica in
campo umanistico prevedeva una contaminazione e una interazione disciplinare
che, almeno a partire dal Secondo Dopoguerra, è stata abbandonata a favore di un
progressivo specialismo.
Il
percorso della mostra ricostruisce quindi (anche con l’ausilio di materiale
documentario inedito) il percorso formativo di Pettazzoni, la sua attività di
archeologo sul campo (in Emilia-Romagna documentata da interventi e sopralluoghi
a Bazzano, Rimini, Massafiscaglia, Reggio Emilia, Sarsina e a Comacchio, dove fu
tra i primi ad assistere alla scoperta dei resti della necropoli di Spina,
all’epoca appena riemersi) e la sua rete di rapporti con il mondo
dell’archeologia, documentata fino alla sua morte da una fitta corrispondenza
con i principali rappresentanti della disciplina in Italia. A integrazione di
quest’ultimo aspetto verranno presentati anche alcuni documenti che testimoniano
l’interdisciplinarietà della sua attività che fece sì che egli fosse tra i pochi
in Italia in grado di intrattenere rapporti paritari con il mondo storico
religioso, antropologico e antichistico.
Alla parte documentaria (costituita da lettere, libri e manoscritti provenienti
sia dal Fondo Pettazzoni che dalla Biblioteca dell'Archiginnasio e dal Museo
Civico Archeologico di Bologna, che hanno fornito la propria collaborazione
all’iniziativa), si affianca una sezione archeologica, costituita da reperti
provenienti da vari contesti regionali di differenti ambiti cronologici che
hanno lo scopo di testimoniare, da un lato, l’apporto della documentazione
archeologica all’indagine storico religiosa, secondo l’impostazione perseguita
da Pettazzoni e, dall’altro, l’attività “sul campo” del Pettazzoni ispettore
archeologo.
Al materiale archeologico proveniente dai Musei Archeologici Nazionali di
Ferrara, Parma e Sarsina, e dai depositi della soprintendenza di Bologna e
Ravenna, è stata aggiunta la copia in gesso della statua di Attis, reperto
rinvenuto a Sarsina nel 1923 con altre sculture di divinità orientali, della cui
scoperta Pettazzoni fu protagonista e testimone.
La mostra è promossa da Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna e Comune di San Giovanni in Persiceto in collaborazione con
il Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto. La Biblioteca
comunale dell'Archiginnasio di Bologna e il Museo Civico Archeologico di Bologna
hanno gentilmente concesso la consultazione e riproduzione di alcuni documenti.
I curatori
scientifici sono Valentino Nizzo e Tiziano Trocchi, archeologi della
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, e il Prof. Mario
Gandini.
Il coordinamento della mostra è di Silvia Marvelli (Museo Archeologico
Ambientale), Marco Marchesini, Valentino Nizzo e Tiziano Trocchi (Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna), Gloria Serrazanetti e Patrizia
Veronesi (Comune di San Giovanni in Persiceto)
L'allestimento è curato da Fabio Lambertini, Museo
Archeologico Ambientale, e Patrizia Veronesi, Comune di San Giovanni in
Persiceto.
Bibliografia
G.P. Basello, P. Ognibene, A. Panaino a cura di, Il mistero che rivelato ci
divide e sofferto ci unisce. Studi Pettazzoniani in onore di Mario Gandini,
Atti del Convegno Internazionale, San Giovanni in Persiceto, 23-25 settembre
2009, Milano 2012
Raffaele Pettazzoni (San
Giovanni a Persiceto, 3 febbraio 1883 - Roma, 8 dicembre 1959)
Biografia a cura di Mario Gandini tratta dal sito
http://www.raffaelepettazzoni.it/
Raffaele Pettazzoni nasce a San Giovanni a Persiceto (Bologna) il 3 febbraio
1883.
Compie a Bologna gli studi liceali ed universitari. Influenzato dall’ambiente
carducciano e positivista, pur perdendo la fede cattolica acquisisce una
vocazione per la storia delle religioni, una disciplina inesistente nelle
università italiane, nella quale si forma da sé subordinandole gli studi di
filologia, di archeologia, di etnologia. Oltre che negli studi il giovane
Pettazzoni è impegnato nella vita civile e politica della sua terra: animato da
ideali socialisti, cui rimarrà sempre fedele, si batte per l’istruzione e
l’educazione popolare e per l’emancipazione della classe lavoratrice nel suo
paese.
Nel 1905 si laurea in lettere con una tesi su "Le origini dei Kabiri nelle
isole del Mar Tracio" che nel 1909 viene pubblicata nelle Memorie
dell’Accademia dei Lincei. Per un triennio è allievo della Scuola italiana di
archeologia a Roma; conseguito il relativo diploma, dal 1909 al 1914 è ispettore
nel Museo preistorico ed etnografico di Roma. In questo quinquennio integra la
sua preparazione classica con lo studio delle civiltà primitive, dell’etnologia
e della paletnologia, e delle religioni di tutti i popoli; a seguito di una
missione archeologica in Sardegna (novembre-dicembre 1909), si dedica a studi
preistorici e paletnologici sardi; oltre a vari contributi egli pubblica nel
1912 il volume "La religione primitiva in Sardegna", la prima delle
monografie da lui dedicate a singole religioni. Nello stesso anno partecipa per
la prima volta ad un congresso internazionale di storia delle religioni (il IV,
a Leida); parteciperà a tutti i successivi, fino al IX in Giappone, nel 1958,
nonché a quelli di discipline affini e di alcune società scientifiche.
Nel 1913 Pettazzoni consegue la libera docenza in Storia delle religioni e
nell’anno accademico 1913-1914 tiene nell’Università di Roma il suo primo corso
universitario, in qualità di libero docente. Trasferito nel 1914 al Museo civico
di Bologna, insegna Storia delle religioni come incaricato nell’Ateneo bolognese
fino al 1923, con l’interruzione determinata dal servizio militare dal 1916 al
1919, che egli compie prevalentemente in Grecia.
Prima di questa interruzione Pettazzoni ha pubblicato numerosi articoli, saggi,
recensioni, note varie affrontando anche questioni relative al metodo nello
studio delle religioni; egli adotta il metodo storico-comparativo, col quale i
fenomeni religiosi vengono comparati nel loro sviluppo storico: “una storia –
come scriverà egli stesso nel 1924 – che abbraccia le religioni inferiori e le
superiori, le morte e le viventi, le primitive e le attuali…; ogni singolo fatto
religioso è una formazione e come tale è lo sbocco – e quindi l’indice – di uno
svolgimento anteriore e insieme il punto di partenza di un ulteriore sviluppo”.
Pettazzoni ha già raccolto una grossa mole di materiali, e in parte li ha anche
elaborati; al ritorno dal servizio militare può pubblicare i primi volumi della
collezione zanichelliana “Storia delle religioni”, ch’ egli stesso dirige: La
religione di Zarathustra nella storia religiosa dell’Iran (1920), La religione
nella Grecia antica fino ad Alessandro (1921), I Misteri (1924); fuori
collezione, a Roma, pubblica il grosso volume L’essere celeste nelle credenze
dei popoli primitivi (1922).
Istituita nel 1923 a Roma la prima cattedra italiana di Storia delle religioni,
a seguito di concorso Pettazzoni ne diventa titolare; il 17 gennaio 1924 tiene
la prolusione e la pubblica nello stesso anno: Svolgimento e carattere della
storia delle religioni; già nei primi anni d’insegnamento romani egli fonda
l’Istituto e la Scuola di studi storico-religiosi con l’annessa biblioteca
speciale, nel 1925 comincia a pubblicare la rivista Studi e materiali di storia
delle religioni; occuperà la cattedra per trent’anni, fino al 1953; nel 1937
riesce ad introdurre nella facoltà di lettere l’insegnamento dell’Etnologia come
scienza storica e tiene egli stesso, per incarico, i primi corsi fino al 1939;
fonda inoltre, nel 1942, l’Istituto per le civiltà primitive e nel 1947 la
Scuola di perfezionamento in scienze etnologiche.
Nel decennio 1925-1935 Pettazzoni studia per la prima volta sistematicamente la
pratica confessionale nelle religioni non cristiane; frutto della lunga ricerca,
oltre ad articoli e saggi vari, i tre volumi de La confessione dei peccati
(1929, 1935, 1936); nel 1929, con il volume La mitologia giapponese egli
inaugura una seconda collezione zanichelliana, “Testi e documenti per la storia
delle religioni”.
Pettazzoni è già noto ed apprezzato, più all’estero che in Italia, come uno dei
pochissimi studiosi che domina l’intero campo della storia delle religioni; nel
1933 egli viene nominato accademico d’Italia.
Fin dagli anni '10 egli si occupa della formazione e dello sviluppo del
monoteismo; contro la teoria del monoteismo primordiale sostenuta dall’etnologo
p. Schmidt, considera il monoteismo storicamente caratterizzato come una
rivoluzione nei confronti del politeismo; nel corso della sua ricerca egli
modifica la tesi, presente nel volume del 1922, dell’unicità di natura (uranica)
degli esseri supremi: la loro natura è condizionata dall’ambiente culturale in
cui ciascun essere supremo si è formato; negli anni Trenta-Quaranta l’attenzione
di Pettazzoni si va concentrando sugli attributi dell’essere supremo, in
particolare sull’onniveggenza-onniscienza; il lavoro è coronato con la
trattazione sistematica L’onniscienza di Dio (1955; editio minor nel 1957:
L’essere supremo nelle religioni primitive).
È di questi anni anche la riedizione de La religione nella Grecia antica (1953)
con una importante nuova Introduzione.
Nascono nel 1954 la rivista internazionale Numen e la collezione “Studies in the
History of Religions”, che Pettazzoni dirige fino alla morte.
Un altro grosso lavoro degli ultimi vent’anni è la grande antologia dei miti e
delle leggende dei popoli privi di scrittura: Miti e leggende in quattro volumi
(1948; 1953; 1959 con la collaborazione di T. Tentori; 1963, pubblicato postumo
a cura di V. Lanternari).
Numerosi articoli e saggi di Pettazzoni, pubblicati in riviste ed opere
collettive italiane e straniere, sono raccolti nei volumi Saggi di storia delle
religioni e di mitologia (1946), Italia religiosa (1952), Essays on the History
of Religions (1954); è volto ad estendere e a divulgare in Italia la cultura
religiosa l’ultimo volume, Letture religiose (1959); si aggiungano gli “ultimi
appunti” , pubblicati dopo la sua morte, i quali documentano il proposito di una
radicale presa di posizione nei confronti delle correnti antistoriche nello
studio delle religioni.
Da non dimenticare, accanto all’opera scientifica, l’impegno di Pettazzoni per i
problemi della cultura e della società del suo tempo, e nella difesa dei valori
laici e sociali, della libertà religiosa, della difesa e sviluppo della scuola
pubblica e della libertà della cultura.
Allo Storico delle religioni non mancano alti riconoscimenti, soprattutto
stranieri e internazionali: socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, socio
corrispondente dell’Accademia Pontaniana di Napoli e membro di numerosi istituti
e società scientifiche d’Italia; membro straniero della Reale Accademia Olandese
delle Scienze, socio d’onore (unico tra gli italiani) della Folklore Society di
Londra, membro di altre società scientifiche straniere, dottore honoris causa
delle università di Bruxelles e di Strasburgo, presidente dell’Associazione
internazionale per la storia delle religioni.
Dopo una vita dedicata allo studio ed alla promozione della storia delle
religioni in Italia e nel mondo, Pettazzoni muore a Roma l’8 dicembre 1959.
iniziative collegate alla mostra (scadute)
mercoledì 16 aprile 2014, ore 20.45
Biblioteca Comunale "Giulio Cesare Croce", Piazza Garibaldi n. 7 a San Giovanni
in Persiceto
"... e ora cosa ne direbbe Raffaele Pettazzoni?"
Tiziano Trocchi intervista il Prof. Mario Gandini
sabato 17 maggio 2014, ore 10
Palazzo Comunale, Galleria antistante la Sala Consiliare, Corso Italia n. 70 a a
San Giovanni in Persiceto
Visita guidata alla mostra
a cura di Mario Gandini
mercoledì 18 giugno 2014, ore 20.45
Biblioteca Comunale "Giulio Cesare Croce", Piazza Garibaldi n. 7 a San Giovanni
in Persiceto
"Natura di cose altro non è che nascimento di esse"
Raffaele Pettazzoni testimone di un'epoca tra archeologia, antropologia e storia
delle religioni
conferenza di Valentino Nizzo
"Natura di cose altro non è che nascimento di esse...”: in questo
assioma del 1744 della Scienza Nuova di Giambattista Vico (il XIV per
l'esattezza) sono racchiusi molti degli stimoli che hanno ispirato e dato
sostanza all'esposizione di San Giovanni in Persiceto.
Per questo Valentino Nizzo, archeologo della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, l'ha scelto come titolo per la sua conferenza
del 18 giugno.
In primo luogo perché il dialogo e il confronto con il passato sono il pane
quotidiano di chiunque si cimenti con l’archeologia; e poi perché il "nascimento"
di Pettazzoni nell’alveo teorico di questa disciplina ne condizionò a tal punto
il metodo e le prospettive di ricerca da restare imprescindibile anche quando,
lasciata l’archeologia militante, si dedicò propriamente alla Storia delle
Religioni, ponendo le fondamenta di questa materia in Italia.
Nizzo amalgama tutti questi fattori in un racconto che non vuole solo riportare
l’attenzione sulla brillante biografia tanto sapientemente e dettagliatamente
ricostruita nelle pagine di Strada Maestra, ma anche offrire al pubblico alcuni
spunti di riflessione sull’evoluzione e lo stato di quelle discipline
(archeologia, storia delle religioni, etnografia) che hanno scandito
l’esperienza scientifica di Raffaele Pettazzoni, una delle ultime che, pur nata
“sotto gli auspici dell’archeologia”, ha saputo sintetizzare e dominare i
diversi rami dello scibile in cui oggi si scompongono, fin quasi a disperdersi,
le scienze umane.
Sabato 29 marzo 2014, ore 16.30
Presentazione della mostra nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di
San Giovanni in Persiceto (BO), Corso Italia 70
Saluti delle autorità
Sonia Camprini, Assessore alla Cultura del Comune di San Giovanni in
Persiceto
Marco Edoardo Minoja, Soprintendente per i beni archeologici
dell'Emilia-Romagna
Silvia Marvelli, Direttore del Museo Archeologico Ambientale di San
Giovanni in Persiceto
Intervengono i curatori della mostra
Tiziano Trocchi, Archeologo della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
Valentino Nizzo, Archeologo della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
Mario Gandini, Conservatore del "Fondo Pettazzoni"
Conclude
Giovanni Casadio, Docente di Storia delle Religioni all'Università degli
Studi di Salerno
a seguire, Inaugurazione della mostra nella Galleria antistante la Sala Consiliare del Palazzo Comunale
Promosso da: |
Comune di San Giovanni in Persiceto, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto |
Città: | San Giovanni in Persiceto |
Luogo: | Palazzo Comunale, Galleria antistante la Sala Consiliare |
Indirizzo: | Corso Italia n. 70 |
Provincia: | Bologna |
Quando: | da sabato 29 marzo a lunedì 30 giugno 2014 (prorogata fino al 31 agosto 2014) |
Orari: | dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00, sabato dalle 9.00 alle 13.00 |
Regione: | Emilia-Romagna |
Info: | Segreteria del Museo Archeologico Ambientale |
Telefono: | tel. 0516871757 |
E-mail: | maa@caa.it |
Informazioni di Tiziano Trocchi, Valentino Nizzo e Mario Gandini
editing Carla Conti