MODENA, scena di caccia dal sarcofago di Publius Vettius Sabinus
I più antichi reperti riferibili alla presenza umana nel
Modenese risalgono al Paleolitico Inferiore (200.000-120.000 anni
fa). Al Paleolitico Superiore (20.000 anni fa) si data la prima
manifestazione artistica: la statuetta femminile nota come Venere
di Savignano.
Importanti testimonianze di abitati e necropoli del Neolitico
Antico (V-IV millennio a.C.) e dell'eneolitico (III millennio)
sono documentate allo sbocco in pianura, delle valli del Secchia
e del Panaro.
Una radicale trasformazione del territorio si segnala nell'età
del Bronzo Medio con il diffondersi della cultura terramaricola,
che portò ad una distribuzione capillare degli abitati nella
pianura, attestati anche in area collinare ed appenninica.
Intorno alla metà del XII sec. a. C. si assiste al tracollo
della società terramaricola per motivi ancora da chiarire,
ascrivibili ad eventi naturali oltre che a fattori umani.
Il territorio non risulta rioccupato fino alla prima età del
Ferro (IX- VIII sec. a.C.), quando coloni provenienti con ogni
probabilità dal centro villanoviano di Felsina (Bologna)
si stanziarono tra il fiume Samoggia ed il Panaro, dove sono
stati scoperti numerosi abitati e necropoli.
Nel VII sec. a.C. si assiste ad una consistente migrazione dai
centri dell'Etruria interna (Chiusi, Perugia, Volterra).
I coloni si fusero con le popolazioni locali dando vita a piccole
comunità che organizzarono il territorio distribuendosi
prevalentemente in pianura e lungo i percorsi fluviali.
All'inizio del V sec. a.C. l'Etruria padana acquista una
fisionomia ben definita. Nel Modenese sono attestate numerose
fattorie sparse a carattere prevalentemente agricolo, destinate
alla produzione per gli scambi commerciali, come rivela la
presenza di ceramica attica.
Sono attestati anche insediamenti di medie dimensioni, circondati
da aggere e fossati, recentemente indagati a Nonantola e a
Castelfranco Emilia. Una forte contrazione del popolamento rurale
si registra a partire dal IV sec. a.C., in concomitanza con la
penetrazione delle tribù celtiche (Boi) nella pianura
padana.
Da una necropoli localizzata a Saliceta S. Giuliano provengono
corredi funerari che ci consentono di ricostruire parte
dell'abbigliamento femminile e di un guerriero del III sec. a.C.
La presenza di elementi centro-italici nel territorio a partire
dal III sec. a.C. è documentata da ritrovamenti archeologici a
conferma delle fonti storiche che citano l'esistenza di un centro
fortificato, Mutina, nel 223 a.C.
La fondazione ufficiale della città avvenne a conclusione della
seconda guerra punica, nel 183 a.C., sancita dall'invio di
duemila coloni.
Il centro rivestì un ruolo di rilievo dal punto di vista
strategico militare durante le guerre civili. Ottaviano la cinse
d'assedio quando nel 43 a.C. venne accolto entro le mura il
cesaricida Decimo Bruto. L'alto livello economico della città,
definita "splendidissima" da Cicerone, è
testimoniata dai ritrovamenti archeologici riferibili ad edifici
privati, ad aree pubbliche e alle necropoli, ubicate fuori del
perimetro urbano, lungo le strade principali.
Di particolare rilievo le attività riferite alla produzione di
manufatti fittili documentate, a partire dall'età tardo
repubblicana, anche dai recenti rinvenimenti di fornaci a livello
"industriale" a Maranello, Baggiovara, Formigine e
Cittanova.
Appartengono alle Collezioni Estensi numerosi ritratti, fra i quali si segnala quello di Ottaviano ed una testa di Serapide. Di notevole interesse, inoltre, un rilievo mitriaco di età imperiale ed alcuni bronzetti etruschi e romani, ceramiche di provenienza italiota e un ricco medagliere.
Direttore: Dott.ssa Jadranka Bentini
P.zza S. Agostino n. 4 - Tel. (059) 222145
Orario: feriali (tranne lunedì) 9-14, festivi 9-13
Guida a stampa ed auricolare
Istituito nel 1828 per volere di Francesco IV d'Este
rappresenta la prima raccolta archeologica di carattere pubblico
a Modena.
Il nucleo più antico, ordinato da Carlo Malmusi, comprendeva
epigrafi di provenienza locale, oltre ad un gruppo da Brescello e
a lastre di colombario da Roma.
Si aggiunsero i reperti recuperati da rinvenimenti nell'area
urbana e nel territorio, riordinati dal Crespellani e
successivamente da Aurigemma.
Fra i musei lapidari più importanti della regione, vanta una
serie di sarcofagi monumentali di fabbricazione ravennate, datati
dal II sec. d.C. ad età costantiniana.
Direttore: Dott.ssa Jadranka Bentini
P.zza S. Agostino n. 4 - Tel. (059) 222145
Orario: chiuso per restauri
Il Museo Civico Archeologico-Etnologico, istituito nel 1871
dall'assessore Carlo Boni, con l'intento di documentare le
presenze archeologiche della provincia, nel nuovo allestimento si
apre con una sezione dedicata alla storia delle ricerche
archeologiche a Modena.
Segue una rassegna di reperti provenienti da raccolte
ottocentesche e da scavi recenti presentati in seriazione
cronologica dalla preistoria all'altomedioevo.
Alle significative testimonianze degli insediamenti neolitici ed
eneolitici seguono le attestazioni dei villaggi terramaricoli, le
ceramiche e i bronzi dei corredi funerari etruschi.
La più evidente testimonianza della ricchezza di Mutina
è fornita dai raffinati arredi delle domus urbane,
quali gli elementi di letto tricliniare in bronzo con scena di
combattimento e i getti da fontana a forma di anatra. Tra i
materiali provenienti dalle necropoli è di grande pregio la
lastra marmorea, copia del rilievo fidiaco, che rappresenta
l'uccisione dei Niobidi.
Direttore: Dott. Andrea Cardarelli
Viale Vittorio Veneto n. 5 - Tel. (059) 243263
Orario: martedì-sabato 9-13; martedì-giovedì 15-18; domenica
10-12,30; 15-18
Pubblicazioni didattiche e scientifiche sulle raccolte; visite
guidate su richiesta
Oltre ad elementi architettonici altomedievali e medievali sono conservati epigrafi, capitelli, frammenti di sarcofagi decorati, di età romana, provenienti dalle murature del Duomo. Si datano inoltre ad età romana i leoni stilofori del portale principale del Duomo, quello del culmine della porta regia e i due capitelli tardoantichi di provenienza costantinopolitana, rilavorati come acquasantiera.
Via Lanfranco n. 6 - Tel. (059) 217130
Orario: chiuso per restauri (riapertura prevista nel 1998)
Guida scientifica dei reperti
Il Museo Civico di Carpi fin dalla sua istituzione nel 1914
comprendeva una sezione archeologica, costituita dai reperti
provenienti dagli scavi di Innocenzo Dall'Osso (1900)
nell'insediamento terramaricolo della Savana di Cibeno. Questo
nucleo iniziale si è notevolmente arricchito grazie ad indagini
di superficie e di scavo.
Il recente allestimento (1995), all'interno del Castello di Pio,
illustra attraverso reperti, pannelli, didascalie e
ricostruzioni, il popolamento nel territorio carpigiano dal
Bronzo Medio - Bronzo Recente (XVI- prima metà del XII sec.
a.C.) fino ad età romana (II sec. a.C- V sec. d.C.), attraverso
la documentazione di epoca villanoviana, etrusca (VII- metà V
sec. a.C.) e celtica (III sec. a.C.). Ad età romana, fase in cui
il territorio conobbe una notevole densità insediativa,
documentata da una capillare distribuzione di fattorie, edifici
rustici e ville all'interno del tessuto centuriale, risale la
lastra, parte di un monumento funerario a dado, appartenente alla
famiglia degli Antistii, databile alla seconda metà del I
sec. a.C.
Direttore: Dott. Alfonso Garuti
Piazza Martiri n. 68 - Tel. (059) 649298
Orario: giovedì, sabato, domenica e festivi 10-13, 16-19
Visite guidate per gruppi e scolaresche su prenotazione
MARANELLO (MO), fornace romana
La sezione archeologica documenta alcuni ritrovamenti del
Finalese, fra i quali la ricostruzione di una tomba ad inumazione
entro cassa laterizia in mattoni manubriati ed un pozzo per acqua
in mattoni ad arco riferibili ad un edificio rustico di età
romana.
Fra i reperti recuperati nel riempimento del pozzo si segnalano
uno scheletro di equino, boccalini monoansati e brocche per
acqua, databili al V-VI sec. d.C.
Viale Trento Trieste n. 4 - Tel. (0535) 93509
Orario: aperto su richiesta
Una sala dell'ex convento dei Gesuiti (XVII secolo), ora sede
del Centro Culturale Polivalente, raccoglie, all'interno di otto
vetrine, un nucleo di reperti in gran parte di provenienza
locale. Sono esposti manufatti ceramici, in bronzo, osso
lavorato, recuperati negli insediamenti terramaricoli del
Mirandolese (La Tesa, Falconiera, Quarantoli), oltre a materiali
d'uso che illustrano i più noti insediamenti rustici di età
romana (La Tesa, Falconiera, Baia, Portovecchio, Tramuschio,
Motto di Massa Finalese).
E' stata di recente collocata in questa sede (1989), dopo nuovi
restauri, la stele funeraria in marmo, rinvenuta nel 1954 in
località La Tesa, con ritratto muliebre ed iscrizione
dedicatoria di Capellenus alla consorte Batonia
Candida, databile alla seconda metà del III sec. d.C.
Direttore: Dott. Vittorio Erlindo
Via Montanari n. 5 - Tel. (O535) 21470
Orario: da lunedì a venerdì 8,30-13, 14,30-19; sabato 8,30-13
Nell'ex refettorio del monastero di S. Silvestro, decorato da
affreschi del XII secolo, sono presentati in sequenza cronologica
e tematica, i reperti recuperati da raccolte di superficie
condotte nel territorio nonantolano e limitrofo.
Attraverso i manufatti da mensa e d'uso domestico, gli attrezzi e
gli strumenti riferibili alle varie attività lavorative e
produttive vengono presentati gli aspetti della vita quotidiana
in una ricostruzione storica che utilizza come fonti i reperti
archeologici.
Trai materiali, databili dall'età del Bronzo medio (XVI sec.
a.C.) al tardoantico (V sec. d.C.), rivelano particolare
interesse la lamina d'oro, decorata a sbalzo proveniente dal
villaggio terramaricolo di Redù ed un cippo, limite della
divisione agraria romana.
Via Montanari - Tel. (059) 549020
Orario: aperto su richiesta
L'attività svolta tra il 1924 ed il 1960 da Giuseppe
Venturini, Ispettore Onorario alle Antichità ha portato
all'acquisizione di un consistente nucleo di reperti provenienti
dai siti pre-protostorici e romani della bassa pianura modenese,
ulteriormente accresciuti da ricognizioni e scavi recenti.
Il progetto di riallestimento della sezione archeologica
all'interno delle sale restaurate della Rocca Estense evidenzia
le peculiarità geomorfologiche e paleoambientali che
determinarono le scelte insediative dell'età del Bronzo, etrusca
e romana ed è corredata dai reperti più significativi di ogni
periodo storico.
Si segnalano ceramiche, armi in bronzo, oggetti in corno lavorato
dell'età del Bronzo, frammenti di ceramica attica proveniente
dagli insediamenti etruschi, un frammento di sarcofago in marmo
greco della media età imperiale. Ceramiche di produzione locale
e d'importazione dalla Gallia, dall'oriente mediterraneo e dal
nordafrica, documentano la vitalità della zona, percorsa da vie
di transito terrestri e fluviali.
Corso Mazzini - Tel. (0535) 84628
Orario: Chiuso per riallestimento (riapertura prevista nel 1996)