Rimini. La statuetta di Venere trafugata negli anni ’60 torna al Museo della Città

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Venere ignuda - Bronzetto, età imperialeLa Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e il Comune di Rimini festeggiano il ritorno di un bronzetto romano raffigurante Venere nella tipologia dell’Afrodite Pudica

Riconsegna ufficiale alla Città di Rimini della Venere da San Giovanni in Perareto, un pregevole bronzetto di età romana imperiale individuato presso un gallerista antiquario dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Determinante il ruolo della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna nel recupero del bronzetto e nella sua restituzione alla Città di Rimini.

Il reperto, inserito nella Banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, faceva parte del bottino di oggetti trafugati nella notte tra il 27 e il 28 agosto 1962 nel Museo Civico di Rimini.
Accertata la provenienza furtiva, il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna ha informato la Procura della Repubblica di Rimini che a sua volta ha delegato la Sezione Archeologia per il tentativo di recupero. È stato quindi contattato il gallerista newyorchese (possessore in buona fede del reperto) che, di fronte all’evidente provenienza furtiva, ha deciso spontaneamente di restituire il bene, senza che fosse necessario intraprendere una rogatoria internazionale.
Il reperto, di pregevolissimo interesse storico e artistico, è stato preso in consegna a New York dai Carabinieri del Reparto Operativo TPC che l’hanno restituito al Museo di Rimini.

La statuetta, alta circa 18 cm, raffigura una Venere ignuda in posa “parzialmente pudica” con il braccio sinistro (mutilo) che doveva essere piegato a coprire il pube; il viso è incorniciato da un’alta capigliatura probabilmente completata da un diadema. Il reperto, frutto di un ritrovamento casuale durante lavori edilizi a San Giovanni in Perareto (località compresa tra la via Popilia e la via Emilia), era esposto al Museo Archeologico comunale dal 1941.

Il bronzetto romano raffigurante Venere nella tipologia dell’Afrodite Pudica fu notato tra oggetti in vendita su un sito web statunitense nell'aprile 2007.  Fu immediatamente identificato dall'archeologa della Soprintendenza Maria Grazia Maioli come uno di quelli rubati dal Museo di Rimini nella notte fra il 27 e il 28 agosto 1962.


Una vetrina del Museo di Rimini prima del furto del 27 agosto 1962 - Archivio Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna

Il reperto era stato rinvenuto nel 1941 a S. Giovanni in Perareto, località nelle immediate vicinanze di Rimini.
La Venere pudica nella foto dell'Archivio SBAERLe foto d’archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici relative a materiali di vario tipo del Museo di Rimini, mostravano chiaramente lo stesso bronzetto, seppure in uno stato diverso di restauro e posizionamento. La statuetta era infatti raffigurata prima del restauro, con la gamba sinistra infilata in profondità in una base di marmo (quindi con una diversa inclinazione) e soprattutto provvista di mani, fattore quest'ultimo che dava del pezzo un'impressione completamente diversa. Tra l'altro le mani erano sproporzionatamente grandi e soprattutto modellate sommariamente (la destra molto rigida e portata in avanti, la sinistra piatta a coprire il sesso come una grande spatola), il che produceva un'impressione di notevole goffaggine della figura e incertezza del modellato.
Il bronzetto però era certamente lo stesso: ne faceva fede la pettinatura, identica nei minimi particolari, gli occhi ageminati, con il rivestimento luccicante, e soprattutto il fatto che il braccio sinistro, che nel bronzetto offerto in vendita risultava troncato, nel punto esatto della troncatura mostrava ben visibile una specie di incisione orizzontale che potrebbe corrispondere a una saldatura da due fusioni mascherata probabilmente in origine dall’applicazione di un bracciale in argento, ora raschiato via.
Maioli ipotizzò che, dopo il furto, le braccia fossero state volutamente tagliate, per togliere al bronzetto l’impressione di così evidente goffaggine, e aumentarne l’appetibilità sul mercato. A ulteriore conferma dell’identificazione del pezzo, l'archeologa rilevò che le due foto raffiguranti la parte posteriore del bronzetto, quella della Soprintendenza e quella dal sito americano, erano assolutamente identiche.

Domenica 16 dicembre 2012, alle ore 16, nella Sala del Giudizio del Museo della Città  in via Luigi Tonini 1 a Rimini  (info 0541.793851)

Domenica 16 dicembre, alle ore 16, la Sala del Giudizio del Museo della Città (via L. Tonini 1) ha ospitato ospita un incontro a più voci per festeggiare il ritorno della piccola Venere, che per l’occasione è stato possibile ammirare nella Sala del Giudizio prima della definitiva esposizione nella Sezione archeologica del Museo della Città.
L'incontro, moderato da Maurizio Biordi, è stato introdotto dai saluti dell'Assessore alla Cultura e all’Identità dei luoghi, Massimo Pulini. A seguire interventi di:
Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna
Soprintendenza e Nucleo Tutela, una sinergia possibile
Renata Curina, Funzionario Archeologo
Il ruolo della Soprintendenza nelle operazioni di recupero
Maurizio Biordi, Direttore dei Musei Comunali
Il ritrovamento archeologico
Cristina Ravara, Archeologa
La Venere di San Giovanni in Perareto
Ciro Imperato, Comandante Nucleo Carabinieri T.P.C .di Bologna
Il sequestro dell'opera
Sabrina Urbinati, Università di Milano-Bicocca
Il traffico illecito internazionale e la restituzione dei beni culturali

Ingresso libero, info 0541.793851