Cervia (RA) - Il viaggio di Medusa dalla scuola al museo
Il Cippo di Montaletto sarà esposto al MUSA dal 18 dicembre 2014
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Il frammento di Montaletto dopo il restauro (lato frontale) Foto Roberto MacrìIl cippo di Montaletto esposto al Musa
Museo del Sale di Cervia
dal 18 dicembre 2014
Via Nazario Sauro, 24 - Magazzino del sale “Torre”
Cervia (RA)
Tel./Fax 0544-977592
musa@comunecervia.it 
Aperto tutto l’anno con ingresso gratuito

Ha accolto per anni i bambini della scuola elementare di Montaletto, a metà strada tra Cesenatico e Cervia, a pochi chilometri dal mare. Stava infisso all'ingresso del giardino, incurante del sole e del gelo, sorridendo enigmatico al trascorrere delle stagioni.
Ma quello che per tutti era il "Cippo di Montaletto" (in realtà un frammento angolare della trabeazione di un monumento d'epoca romana, quasi certamente funerario), i segni del tempo li mostrava eccome: quasi impossibile riconoscerne le decorazioni prima che il restauro eseguito da Antonella Pomicetti, restauratrice della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, lo riportasse all'antico splendore.
Terminato il lavoro, sono stati proprio i bambini a scortare il cippo nella nuova e definitiva sistemazione ricavata all'interno della neonata sezione archeologica del MUSA, il Museo del sale di Cervia
Il 18 dicembre, nello spazio lasciato libero dal reperto, Soprintendenza e Comune di Cervia hanno inaugurato i pannelli didattici che ne narrano la storia e al termine della mattinata sono stati gli scolari stessi ad accompagnare il cippo al MUSA.
I pannelli informativi, installati sia all'interno che all'esterno della scuola, sono stati realizzati con il sostegno della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, gruppo BPER.

La restauratrice Antonella Pomicetti durante le prime operazioni di pulitura del cippo 
La restauratrice Antonella Pomicetti durante le prime fasi di ripulitura del cippo (Foto di Calogero La Versa)

Il frammento collocato nel giardino della scuola elementare “Michelangelo Buonarroti” di Montaletto era stato rinvenuto anni addietro nel territorio; è inquadrabile tra il I e la prima metà del II sec. d.C. anche se studi più approfonditi definiranno meglio la sua cronologia. Doveva far parte di uno dei monumenti funerari che faceva bella mostra di sé lungo una delle strade romane di questa zona, un monumento piuttosto imponente e ornato con quei simboli apotropaici che avevano la funzione di proteggere la tomba e allontanare i demoni e gli spiriti negativi. Hanno di solito questo scopo le raffigurazioni di cani, leoni e sfingi posti a guardia della tomba, ma era usata a questo fine anche l'immagine della Gorgone, un personaggio mitologico mostruoso che doveva spaventare i malintenzionati.
La parte laterale del frammento scolpita con l'immagine di un pennuto, quasi certamente un'aquila (foto Macrì)Ed è proprio di gorgone la raffigurazione riconoscibile nella testa femminile scolpita nella parte anteriore del frammento di Montaletto mentre sul lato destro è visibile, seppur con qualche lacuna, l'immagine di un pennuto, quasi certamente un'aquila.
Esposto da tempo all’esterno della scuola, il frammento aveva la superficie completamente colonizzata da muschi, licheni e alghe, uno stato che, oltre a renderlo pressoché illeggibile, avrebbe compromesso anche la sua futura conservazione. La Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna ne ha quindi effettuato il restauro prima di restituirlo ai bambini e alla cittadinanza; ha però deciso di non ricollocarlo all’esterno della scuola ma di valorizzarlo in un luogo adeguato e protetto del territorio comunale cervese.
L'inaugurazione, nel maggio scorso, della nuova sezione archeologica all’interno di MUSA - Museo del Sale, a Cervia, ha offerto la soluzione più naturale.
Da dicembre il "cippo di Montaletto" sarà esposto nella sezione che conserva reperti archeologici provenienti dal territorio, fra cui l’ancora in ferro e il contenitore in rame provenienti da una imbarcazione di epoca altomedievale recuperata in una cava di Savio di Cervia, e un’ansa in bronzo di oinochoe, conformata a satiro, proveniente anch’essa dal territorio di Montaletto.

Montaletto nella preistoria e protostoria
Nei campi adiacenti la chiesa di Montaletto, al confine fra i comuni di Cesena e di Cervia, gli scavi agricoli hanno messo in luce livelli di argilla nerastra con resti di cenere, carbone, ciottoli e ceramica preistorica. Fra i materiali raccolti sulla superficie del terreno vi sono alcune anse di scodelle con appendici sopraelevate a forma di corna bovine o di protome animale, che fanno pensare al mondo agricolo. Sono oggetti molto diffusi e utilizzati per la preparazione dei cibi e nelle attività quotidiane durante il Bronzo Recente, periodo databile alla metà del XII secolo a.C.
Un recente studio delle foto aree della zona di Montaletto ha permesso di ipotizzare la presenza di un antico terrapieno corrispondente ad un’area quadrangolare con il lato di circa 200 metri, leggermente sopraelevata rispetto al piano circostante e inserita in un’area pianeggiante ricca di corsi d’acqua. Di questo tipo di ambiente rimane traccia nello stesso toponimo di “Montaletto”. Pur non avendo un’assoluta certezza che questo rialzo risalga ad epoca preistorica, la sua sistemazione artificiale ricorda i villaggi delle ‘Terramare’ molto diffuse nell’area emiliana.
Anche in epoca protostorica la zona di Montaletto era frequentata da popolazioni di alto rango, che utilizzavano per la loro mensa oggetti di pregio in bronzo, come dimostra il rinvenimento dell’ansa di brocca (oinochoe) con rilievo a forma di fauno, uno dei personaggi che abitavano nei boschi ed erano legati al culto di Dioniso.

Il territorio cervese in epoca romana
Durante l’età romana il territorio cervese era organizzato in maglie centuriali definite ‘a stringa’ (limites maritimi) che prevedeva una fitta rete di poderi di misura regolare, realizzati per lo sfruttamento delle aree agricole: gli appezzamenti partivano dalla via del Confine, che delimitava il territorio cesenate da quello cervese, in direzione del mare; inoltre il territorio era attraversato dalla via consolare Popilia, che realizzata nel 132 a.C., congiungeva Rimini ad Aquileia. Le case rurali, in numero di due o quattro all’interno di ogni centuria, erano a pianta semplice e venivano costruite con mattoni e materiali deperibili come le travi di legno; in particolare con i mattoni si predisponevano le fondazioni dei muri, mentre per la parte in alzato si usava legno, argilla cruda ed incannucciato; i pavimenti delle case erano di solito in argilla battuta, i tetti in laterizi. Nelle abitazioni erano presenti pozzi per l’acqua e vasche che si rendevano necessari per le diverse lavorazioni legate alla funzione agricola dell’abitazione; talvolta erano anche presenti fornaci per la fabbricazione di laterizi.
Gli ambienti rustici e di lavoro delle fattorie potevano essere pavimentati anche in materiale laterizio, come esagonette, rombi o altre mattonelle fittili. Gli oggetti di uso quotidiano erano in ceramica: anfore per il trasporto degli alimenti, piatti e coppe per la mensa, bicchieri in vetro per bere. Elementi di pregio sono talvolta riconducibili all’abitazione dei proprietari più ricchi, che avevano nelle loro case pavimenti in mosaico e intonaci decorati alle pareti.

Il cippo di Montaletto prima del restauro effettuato dalla Soprintendenza ArcheologicaI monumenti funerari
Le leggi romane prescrivevano che i luoghi di deposizione dei defunti sorgessero fuori dai perimetri urbani e in genere dai luoghi abitati: le necropoli si disponevano così lungo le grandi direttrici viarie, come ad esempio la via Emilia.
Nel territorio di Cervia questo fenomeno avveniva lungo la via del Confine o lungo la via Popilia, oppure in adiacenza alle vie di minore traffico: in campagna vicino alle strade glareate -cioè lastricate in ghiaia- tipiche delle zone centuriate. I monumenti funerari più ricchi e vistosi richiamavano l’attenzione dei passanti e in questo modo rinnovavano la memoria dei defunti presso i vivi.
Il frammento che per anni è stato collocato nella scuola elementare di Montaletto, che i locali chiamavano cippo o stele, faceva in realtà parte di uno di questi monumenti funerari che sorgevano ai lati di una delle strade di questa zona.

Con il sostegno di Banca Popolare dell’Emilia Romagna, gruppo BPER

MUSA, Museo del Sale di Cervia
Via Nazario Sauro, 24 - Magazzino del sale “Torre”
48015 Cervia (RA)
Tel./Fax 0544-977592
musa@comunecervia.it
Aperto tutto l’anno

Ingresso gratuito

Dal 20 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni 15.00 - 19.00
Dal 7 gennaio al 31 maggio e dal 16 settembre al 19 dicembre sabato, domenica e festivi 15.00 - 19.00
apertura su richiesta per gruppi dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.30 *
Dal 1 giugno al 13 settembre tutti i giorni 20.30 - 23.30
su richiesta il giovedì dalle 9.00 alle 12.00 *
* per ottenere l'apertura su richiesta è necessario chiamare il numero 338 9507741 ed entro un'ora un operatore verrà ad aprire il museo


Giovedì 18 dicembre 2014,  dalle ore 9.30
IL VIAGGIO DI MEDUSA DALLA SCUOLA AL MUSEO

Alle ore 9.30   L'ultimo viaggio dell'amica Medusa
Scuola elementare “Michelangelo Buonarroti” di Montaletto
Saluto dell'Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Cervia, Roberta Penso, seguito da un incontro con la restauratrice Antonella Pomicetti e l'archeologa Giovanna Montevecchi sul cippo e sul restauro realizzato

Alle ore 11    Il Cippo di Montaletto arriva a MUSA
MUSA, Museo del Sale di Cervia, Via Nazario Sauro n. 24
Intervengono
Roberta Penso, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Cervia
Chiara Guarnieri, Archeologa della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna
Paola Falconi, dirigente dell’Istituto Comprensivo Cervia 2 e tutti gli alunni della scuola primaria “ M. Buonarroti” di Montaletto