FESTIVAL DI TEATRO ANTICO DI VELEIA ROMANA (EDIZIONE 2014)
Tra stelle dello spettacolo e stelle del cielo. Quattro serate gratuite nel foro di Veleia
3, 6, 10 e 12 agosto 2014, ore 21,30
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Festival di Teatro antico nella Veleia Romana 2014
Direzione artistica Paola Pedrazzini

Sergio Rubini, Gioele Dix, Moni Ovadia e Vittorio Sgarbi: quattro stelle per il consueto appuntamento con il teatro antico nella meravigliosa cornice dell'area archeologica di Veleia

locandina teatro a Veleia 2014Area archeologica di Veleia
Strada Provinciale 14, località Veleia Romana
Lugagnano Val d'Arda (PC)
tel. (+39) 0523 807113

ingresso libero e gratuito a tutti gli spettacoli!

Info: Associazione Cavaliere Azzurro tel. 0523.769292 - 0523.335308 - 331.1466809
info@veleiateatro.com    www.veleiateatro.com

Comune di Lugagnano  tel. 0523.891232 - 891208

Tutti gli spettacoli si tengono nell’Area Archeologica Nazionale di Veleia. In caso di maltempo sul sito www.veleiateatro.com   saranno indicati gli aggiornamenti sull’agibilità dello spettacolo

DOPO TEATRO ENOGASTRONOMICO
Al termine di ogni spettacolo, il salumificio La Rocca di Castell’Arquato, l’azienda agricola Pier Luigi Magnelli, l'Associazione Viticoltori Val Chiavenna e Tollara Vini offriranno al pubblico e agli artisti una degustazione di vini e salumi piacentini.

Il comune di Lugagnano Val d’Arda, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Provincia di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio e con il supporto di aziende del territorio, organizza l’edizione 2014 del Festival di Teatro Antico di Veleia Romana.
Tema dell’edizione 2014: il viaggio
Torna nella meravigliosa cornice dell’area archeologica di Veleia l’appuntamento estivo con il Teatro Antico.
Tema portante di questa edizione 2014 del Festival è il “viaggio”: il viaggio interiore alla scoperta di se stessi, ripercorrendo le tappe della propria formazione (Sergio Rubini), il viaggio nel mito – letterario (Gioele Dix) o artistico (Vittorio Sgarbi) - e il mito del viaggio, nucleo fondativo della civiltà occidentale e simbolo del senso della vita (Moni Ovadia).
Si rinnova a Veleia la dimensione (mutuata dall’esperienza più profonda del TeatroAntico) del rito civile della comunità riunita per rivivere, attraverso la scena, i miti che appartengono a un passato collettivo.
L’arte, la poesia, il mito greco ed ebraico, ovvero le radici e l’essenza stessa della comune cultura e civiltà occidentale, costituiscono le tappe dei meravigliosi, immaginifici percorsi proposti agli spettatori da guide d’eccezione, sotto il segno dell’ironia e della bellezza, della memoria e dell’avventura.
Un cartellone che propone appuntamenti diversi, per la maggior parte creati appositamente e in esclusiva per il festival, accomunati dalla qualità artistica e dall’eccezionalità.

PROGRAMMA

Domenica 3 agosto, ore 21.30
SERGIO RUBINI in
Dalle origini del mondo al mondo delle origini.
Da Ovidio al poeta giocattolaio

L’apertura del festival è affidata a un’icona del cinema italiano, lo straordinario attore, sceneggiatore e regista Sergio Rubini che passa in rassegna il proprio percorso artistico e umano alla ricerca delle origini del suo amore per la poesia e per la pratica “segreta” della lettura a voce alta.
Dalle poesie mandate a memoria a scuola, alla passione famigliare per i grandi attori – come Gassman, Arnoldo Foà, Albertazzi – che negli anni Sessanta incidevano su nastro i classici, dalla scoperta dei tragici greci ai poeti del
Novecento. Per poi tornare al punto di partenza, i versi di un compaesano che in un negozio di giocattoli scriveva poesie in vernacolo.
Ad accompagnare Rubini, le musiche originali eseguite dal vivo dal maestro Michele Fazio (piano), Marco Loddo (contrabbasso) ed Emanuele Smimmo (batteria).

 

Mercoledì 6 agosto, ore 21.30
GIOELE DIX  in
Da Telemaco ad Edipo.
Viaggio fra i classici greci alla ricerca del padre

Gioele Dix indaga il tortuoso e affascinante rapporto padre-figlio grazie alla voce di due personaggi topici dell’epica e della tragedia: Telemaco ed Edipo. Come è noto, al giovane principe di Itaca Omero assegna, all’inizio dell’Odissea, il duro compito di diventare adulto in assenza della guida di Ulisse.
Quanto al focoso re di Tebe, si sa che Sofocle gli cucì addosso l’amaro destino del figlio che “deve” uccidere il proprio padre per prendere consapevolezza di sé. Due vicende umane paradigmatiche, fitte di simboli, che Gioele Dix, pluripremiato istrionico attore, regista, drammaturgo racconta e approfondisce alla sua originalissima maniera, in un recital vivace e documentato, fra suggestioni letterarie e feroce ironia.

 

Domenica 10 agosto, ore 21.30
MONI OVADIA in
Odissea – un racconto mediterraneo
(Canto XXI) - Odisseo e la gara dell’arco
progetto e regia di Sergio Maifredi

Penelope ha deciso di porre fine all'attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l'arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del mendìco, si cela Odisseo. Quando l'arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a scoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano e la mattanza ha inizio.
Moni Ovadia, geniale, umanissimo cantore del teatro contemporaneo, restituisce al rito civile della narrazione orale alcune delle più belle pagine omeriche, prendendo per mano lo spettatore alla riscoperta dei due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo, per arrivare, sulle onde dell'Odissea, all'Itaca di quel meraviglioso poeta che è Kostantinos Kavafis.

 

Martedì 12 agosto, ore 21.30
VITTORIO SGARBI in
Il mito della donna e la donna del mito.
Dalle matrone veleiati alla Belle Époque

Eclettico e trascinante, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ci guida in una colta e appassionata indagine intorno al mistero del femminile, coinvolgendoci in un viaggio inedito nel mondo della rappresentazione artistica della femminilità, attraverso i volti con cui l’arte, la pittura, la letteratura e la scultura hanno raffigurato la donna, tra mistero e seduzione dall’età romana ad oggi.
Peccatrice o angelicata, bellezza da ammirare o perfezione a cui aspirare la donna è da sempre il tema più affrontato nelle arti. Matrone romane, madonne, amanti, femmes fatales… Non è soltanto carnalità o sensualità; la figura femminile è un'immagine evanescente: è il sogno, è la speranza, è il desiderio.

 

Ingresso libero e gratuito a tutti gli spettacoli
Inizio spettacoli ore 21.30

Tutti gli spettacoli si tengono nella magnifica cornice dell’Area Archeologica Nazionale di Veleia Romana.
In caso di maltempo sul sito web saranno indicati gli aggiornamenti sull’agibilità dello spettacolo  www.veleiateatro.com 

PREMIO FESTIVAL DI TEATRO ANTICO DI VELEIA ROMANA 1a edizione
In esclusiva per l’edizione 2014 del Festival di Teatro Antico di Veleia il Maestro Sergio Brizzolesi realizza un premio dedicato ai protagonisti della scena veleiate.
L’opera è un bassorilievo in terracotta che rappresenta un dettaglio del foro, già presente sul basamento istoriato della statua di Sant’Antonino realizzata dallo scultore per Piazzale Genova a Piacenza.
Sergio Brizzolesi, piacentino, formatosi all'Istituto Gazzola di Piacenza e all'Accademia di Brera a Milano, ha esposto in Italia e all’estero, ottenendo significativi riconoscimenti. Ha realizzato molte opere pubbliche che impreziosiscono città italiane (Milano, Cremona, Como, Piacenza, Reggio Emilia…) e straniere (Caracas, Boston, Berlino, San Francisco, Rabat…), il re del Marocco gli ha commissionato ritratti in bronzo e lo stemma reale. Sue sculture sono oggi anche alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Storici dell’arte come Ferdinando Arisi e Stefano Fugazza e critici come Ennio Concarotti, Nello Bagarotti e Giorgio Seveso hanno scritto di lui.
In occasione del bicentenario verdiano per commemorare il genio musicale di Giuseppe Verdi, Brizzolesi ha realizzato una scultura del compositore, eccezionalmente a figura intera (altezza cm. 230), che intende donare al territorio piacentino per promuoverlo in occasione di Expo 2015.Il foro romano di Veleia, sede degli spettacoli teatrali


Portare il teatro nei luoghi della Storia, utilizzando la suggestione della scenografia naturale nell'assoluto rispetto dei siti archeologici e dei loro monumenti. Con questo spirito assistiamo anche quest'estate al matrimonio tra archeologia e teatro.
Occasioni da non perdere nella cornice del foro del municipium romano di Veleia, lo stesso luogo dove si  svolgevano anche duemila anni fa. Nel riproporre l'antica consuetudine nella piazza che Lucio Lucilio Prisco, uno dei due massimi magistrati locali, pavimentò con lastre d'arenaria ai tempi d'Augusto, tra monumenti onorari e resti di vetuste architetture, noi vogliamo che la città non sia solo un suggestivo fondale, ma si animi e riviva per quel miracolo che ogni genere drammatico ha da sempre il potere dì compiere.
Continuando una tradizione ormai consolidata, il teatro a Veleia -realizzato grazie alla collaborazione del Direttore dell'area archeologica, Daniela Locatelli- consente di rivivere l'antica consuetudine degli spettacoli pubblici. Cittadini e attori sono immersi in uno scenario fuori dal tempo dove la bellezza della natura si sposa con il fascino dell'antica città romana. Tutti gli spettacoli si svolgono nel foro di Veleia, in località Veleia Romana di Lugagnano Val d'Arda (PC), con inizio alle ore 21.30


A Veleia gli spettacoli si rappresentavano nel foro. Uno spaccato della vita pubblica veleiate è offerto dalla stele del Venator: in marmo lunense, con iscrizione dedicatoria sul retro e figura di gladiatore che affronta le fiere sul davanti, il monumento ricorda gli spettacoli gladiatori che si tenevano a Veleia in età imperiale. In mancanza di un edificio idoneo (il cosiddetto “anfiteatro” è frutto di una ricostruzione interpretativa moderna) i giochi si tenevano forse nel foro stesso, luogo in cui la stele fu rinvenuta nel 1760.

L(ucio) Sulpicio
L(ucii) filio Gal(eria) Nepoti
Flam(ini) divi Hadriani
Augustae
Iudic(i) ex (quinque) dec(uriis)
(duo)vir(o) Aug(ustae)
(duo)viro Plac(entiae)
Euthales lib(ertus)
Patrono r(ei) p(ublicae)
D(ecurionum) d(ecreto)

A Lucio Sulpicio
Nepote, figlio di Lucio, della tribù Galeria,
flamine del divo Adriano
a (Veleia) Augusta,
giudice per cinque decurie,
duoviro a (Veleia) Augusta,
duoviro a Piacenza,
il liberto Euthales
al patrono della comunità
con decreto dei Decurioni

Oggetto della dedica, rivolta a un eminente personaggio locale, Lucio Sulpicio Nepote, da un suo liberto gladiatore, Euthales, è il monumento stesso su cui la figura del venator, rappresentato sul podio armato di asta da caccia (venabulum) e frusta (flagellum), allude agli spettacoli di caccia alle fiere (venationes), cui partecipò e che, col permesso del senato locale, organizzò lo stesso Euthales.
Il personaggio veste una corta tunica su cui indossa una placca di cuoio protettiva (cardiophylax) e una cintura (balteus), decorate con motivi apotropaici; le gambe sono protette da bende di stoffa e cuoio, mentre i piedi, calzati, hanno le dita libere.

Un esempio della decorazione musiva che ornava i pavimenti degli edifici, non solo pubblici, ma anche privati, è il mosaico policromo con maschera teatrale, proveniente dall’estremo quartiere abitativo occidentale. Del pavimento musivo in opus signinum (cocciopesto), di età augustea, rimane soltanto l’emblema (la parte centrale) che presenta, all’interno di una cornice geometrica articolata su più fasce, una maschera femminile, motivo con valenze apotropaiche comune tra i mosaici di età romana.

Mosaico policromo con maschera teatrale, pertinente ad una casa privata di Veleia


Schede di approfondimento spettacoli/artisti

Domenica 3 agosto, ore 21.30
SERGIO RUBINI in Dalle origini del mondo al mondo delle origini. Da Ovidio al poeta giocattolaio
ANTEPRIMA ESCLUSIVA PER IL FESTIVAL DI VELEIA

L’apertura del festival è affidata ad un’icona del cinema italiano, lo straordinario attore, sceneggiatore e regista Sergio Rubini che propone un recital inedito, preziosa anteprima in esclusiva per il Festival di Veleia.
Con l’origine del mondo nasce il desiderio da parte dell’uomo di raccontarlo, di tramandarlo, nella forma più orecchiabile possibile: la poesia.
Spesso nella vita di ogni individuo la poesia passa per strade secondarie, così come ci racconta, nel corso del suo spettacolo, Sergio Rubini che ripercorre, attraverso componimenti poetici e interventi dialogici con il pubblico, come ha avuto origine il suo “amore” per la poesia e quella pratica che lui stesso definisce “segreta” della lettura a voce alta.
E così, invitandoci a mettere il naso nel suo percorso, Rubini passa in rassegna le varie tappe che hanno dato origine e alimentato questo legame: dalle poesie mandate a memoria a scuola per le feste comandate, alla passione famigliare per i grandi attori – come Gassman, Arnoldo Foà, Albertazzi – che negli anni Sessanta incidevano su nastro i grandi classici del teatro e della poesia, alle scoperte dei poeti del Novecento – Prévert, Pavese, Sanguineti, Eduardo, all’approfondimento da adulto del nichilismo leopardiano.
Per poi tornare al suo punto di partenza, le sue origini, i versi di un compaesano che in un negoziato di giocattoli scriveva poesie in vernacolo.
A rendere la serata un appuntamento imperdibile non solo per gli appassionati di cinema, di teatro e di poesia, ma anche per gli estimatori del jazz, è il trio che accompagna Sergio Rubini, formato da tre musicisti d’eccezione: Michele Fazio (pianoforte), Marco Loddo (contrabbasso) ed Emanuele Smimmo (batteria).
I tre virtuosi jazzisti (ciascuno con importanti collaborazioni ed esperienze all’attivo) eseguono musiche originali composte dal maestro Fazio.

Sergio Rubini
Straordinario interprete, icona del cinema italiano, irrinunciabile e significativo in ogni pellicola in cui ha preso parte, fu scoperto da Federico Fellini che lo impose alla critica nell'Intervista (1987). Nel 1990 esordisce come regista con La stazione, con cui vince come miglior film alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia, cui seguono La bionda (1993), Prestazione straordinaria (1994), Il viaggio della sposa (1997), Tutto l'amore che c'è (2000), L'anima gemella (2002), L'amore ritorna (2004), La terra (2006), Colpo d'occhio (2008) e L'uomo nero (2009). Il suo modo di fare cinema sarà influenzato anche da due figure fondamentali: l'attrice Margherita Buy, compagna di lavoro e di vita, ed il regista Gabriele Salvatores che, con Nirvana (1997), Denti (2000) e Amnèsia (2002), ne estrapolerà l'aspetto surreale, avviandolo verso un'inedita ed ulteriore crescita. Attraverso Salvatores, Rubini entra in contatto con il "gruppo", che comprende artisti del Teatro dell'Elfo (Paolo Rossi, Claudio Bisio, Gigio Alberti) ed altri come Diego Abatantuono e Silvio Orlando. Continua a lavorare come attore in film di altri registi, come Giuseppe Piccioni (Chiedi la luna, 1991), Carlo Verdone (Al lupo, al lupo, 1993), Giuseppe Tornatore (Una pura formalità, 1994), Pino Quartullo (Storie d'amore con i crampi, 1995), Francesca Archibugi (L'albero delle pere, Genitori & figli - Agitare bene prima dell'uso1998), Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley, 1999), Alessandro Piva (Mio cognato, 2003), Giovanni Veronesi (Manuale d'amore, 2005; Manuale d'amore 2, 2007;, 2010), Alessandro D'Alatri (Commediasexi, 2006), Giulio Manfredonia (Qualunquemente, 2011)
Michele Fazio
Pianista e compositore jazz, autore di colonne sonore per il teatro (tra gli altri per Cochi e Renato e naturalmente per Sergio Rubini) e per il cinema (in particolare per Mino de Cataldo e per Sergio Rubini per esempio in “Tutto l'amore che c'è'”), ha al suo attivo prestigiose collaborazioni con Patty Pravo, Gianluca Grignani, Francesco Tricarico, Antonella Ruggiero, Fabio Concato, Ronnie Jones, Joyce Yuille, Judith Emeline, Mick Abrahams (Jethro Tull).
Come compositore ha pubblicato vari album: “Percorsi”, “Waves”, “visione passeggera” (registrato a Oslo presso i “Rainbow Studios”, in collaborazione con il famoso sound engineer “Jan Erik Kongshauk (ECM)”, un album di piano solo pubblicato da '' Abeat Records'' che è diventato la colonna sonora del recital teatrale “A cuore aperto” di Rubini e il filo conduttore musicale della mostra d'arte “Il senso del Tempo” del Maestro Silvano Bulgari) e ''L'Acrobata'' in trio con Marco Loddo (contrabbasso) ed Emanuele Smimmo (batteria).
Marco Loddo
Contrabbassista jazz eclettico si è esibito nei più importanti festival europei (I Concerti del Quirinale, European Youth festival di Ankara, Malta Jazz, Tremplin jazz di Avignone), Villa Celimontana jazz, Casa del Jazz, Auditorium Parco della Musica di Roma, Jazz in allen Gassen di Dachau -Monaco, Ancona Jazz, Fira Mediterranea di Barcellona, Reichenberg Guitar Masters di Wurzburg.
Partecipa a trasmissioni televisive (W il jazz, Vintage con Renzo Arbore su rai 1), radiofoniche (Brasil -Rai Radio1, Moby Dick – Rai Radio2 la Stanza della musica- Rai Radio 3) e alla registrazione di colonne sonore per il cinema (Gli Indesiderabili, Piano Solo, Matrimoni e altri disastri, L'amore non basta, Sophia: ieri, oggi, domani, Diverso da chi, Mannaggia la miseria).
Ha avuto importanti collaborazioni teatrali (con Sergio Rubini, Michele Placido, Mariangela Melato, Ennio Fantastichini) e musicali (con Nicola Piovani, Renzo Arbore, Steve Grossman, Stefano Di Battista, Gabriele Coen, Klezroym, Fabrizio Bosso, Enrico Pieranunzi, Bobby Durham Fabio Zeppetella, Dado Moroni, Antonio Faraò, Gianluca Persichetti, Stefano Rossini, Irio De Paula, Gegè Munari, Eddy Palermo, Massimo Nunzi Jazz Orchestra, Orchestra dell'auditorium parco della musica, Orchestra nazionale del Jazz, Orchestra nazionale del cinema, Daniele Tittarelli, Deidda's Brothers, Paolo Recchia, Carlo Atti, Andy Gravish, Giovanni Amato, Nicola Conte, Rosalia De Souza, Franco e Dino Piana, Lilli Greco, Germano Mazzocchetti, Anthony Wonsey, Pietro Lussu, Stefania Tallini, Julian Oliver Mazzariello, Nico Menci, Romano Mussolini, Ben Sidran, Aldo Romano, Lorenzo Tucci, Ada Motellanico, Joy Garrison, Niki Nicolai, Raffaela Siniscalchi, Claudio e Mario Corvini, Pietro e Pino Iodice.)
Ha vinto importanti concorsi (1° classif. Tremplin' jazz (Avignon) 2001 2° classif. Baronissi Jazz 2002 3° classif. Concorso Internaz. Città di Milano 2000)e ha al suo attivo un numero considerevole di incisioni (Continuous wave (Marco Loddo Quartet feat. D.Tittarelli P.Lussu M. Valeri), Cabaret da Viaggio (col.sonora direzione M.Germano Mazzocchetti), Vintage! - Renzo Arbore, Anatole club (Rai trade), A Little Place (Susanna Stivali quartet feat. Rosario Giuliani), Little hand (Max Ionata Quartet), Duende (Gabriele Coen atlante sonoro), Deceptive resolution (Paolo Porta-Andy Gravish quintet), Sassofonologia (Red Pellini, Luca Velotti, Paolo Farinelli sextet), Tributo a Massimo Urbani feat. Maurizio Urbani, Antonello Salis (in uscita), Introducing (Paolo Recchia Quartet feat. Dado Moroni), Alhambra (Gabriele Coen atlante sonoro), Red & Boss gang (Red Pellini & Emanuele Basentini), Squali (colonna sonora direz. Massimo Nunzi), Omaggio a Luigi Tenco (Fabiana Conti), Double Check (Vincenzo Lucarelli group), From Manhattan to Rio (E.Munari feat. F.Piana, E.Palermo, G.Munari), Baritonite (Elvio Ghigliordini Sextet), Golem (Gabriele Coen), Awakening (Gabriele Coen), Yiddish melodies in Jazz (Gabriele Coen), Too High (Marco Acquarelli Quartet feat. Jd Allen).
Audiovisivi: Jazz, istruzioni per l'uso - M. Nunzi (ed. Laterza) La grande storia del Jazz - M. Nunzi (Espresso-La Repubblica)
Emanuele Smimmo
Emanuele Smimmo jazzista di spiccata versatilità, ha approfondito i suoi studi musicali in America e, ancora giovane, ha al suo attivo importanti collaborazioni musicali e teatrali (Javier Girotto, Louis Bacalov, John Benitez, Luca Bulgarelli, Tommy Emmanuel, PMJO (Parco della musica Jazz Orchestra), Massimo Nunzi all star jazz orchestra, Francesco Angiuli, Fabio Zeppetella, Dario Deidda, Maurizio Giammarco, Ares Tavolazzi, Julian Oliver Mazzariello, Paolo Recchia, Andy Gravish, Lutte Berg, Pippo Matino, Ruben Chaviano, Alexander Abreu, Sandro Deidda, Marco Siniscalco, Daniele Tittarelli, Eric Daniel, Luca Pirozzi, Daniele Bonaviri, Aldo Bassi, Roberto Evangelisti, Natalio Mangalavite, Giovanni Amato, Ivan “melon” Gonzales, Samuel Formel, Aidan Zummit, Lorenzo Feliciati, Joe Amoruso, Michele Ascolese, Teresa De Sio, Bungaro, Alessandro Haber) e una interessante discografia.


Mercoledì 6 agosto, ore 21.30
GIOELE DIX in Da Telemaco ad Edipo. Viaggio fra i classici greci alla ricerca del padre
ANTEPRIMA ESCLUSIVA PER IL FESTIVAL DI VELEIA

Gioele Dix indaga il tortuoso e affascinante rapporto padre-figlio grazie alla voce di due personaggi topici dell’epica e della tragedia: Telemaco ed Edipo.
Come è noto, al giovane principe di Itaca Omero assegna, all’inizio dell’Odissea, il duro compito di diventare adulto in assenza della guida di Ulisse.
Quanto al focoso re di Tebe, si sa che Sofocle gli cucì addosso l’amaro destino del figlio che “deve” uccidere il proprio padre per prendere consapevolezza di sé.
Due vicende umane paradigmatiche, fitte di simboli, che Gioele Dix, pluripremiato istrionico attore, regista, drammaturgo racconta e approfondisce alla sua originalissima maniera, in un recital vivace e documentato, fra suggestioni letterarie e feroce ironia.

Gioele Dix
Giole Dix (nome d'arte di David Ottolenghi) è nato a Milano da una famiglia ebraica. Dopo la maturità classica, muove i primi passi nel teatro alla fine degli anni settanta con il Teatro degli Eguali partecipando mettendosi in evidenza per le sue doti attoriali in numerosi allestimenti teatrali, diretto da grandi registi: da Gabriele Salvatores (Sogno di una notte di mezza estate, musical rock), da Antonio Salines (Un marziano a Roma di Ennio Flaiano) e da Franco Parenti (nei due allestimenti molièriani, Il malato immaginario e Il Tartufo).
Dotato di una originalissima cifra comica e di una felice abilità drammaturgica, inizia ad esibirsi al Derby Club e allo Zelig, gli storici cabaret milanesi (che hanno tenuto a battesimo grandi artisti come Lella Costa, Paolo Rossi, Gigio Alberti, Elio e le storie tese…), dove si impone immediatamente e adotta il nome d'arte Gioele Dix (dopo un provino allo Zelig con Gino e Michele: "Fin da ragazzino sognavo un nome con la x, che non fosse Craxi: Tom Mix, Otto Dix. Gioele è il nome di un profeta della Bibbia, omaggio alla mia identità ebraica").
Ottiene con il personaggio dell'automobilista "'incazzato come una bestia!" la popolarità televisiva del grande pubblico, senza però rinunciare alla sua vera vocazione: quella di attore ed autore di teatro, dove ottiene prestigiosi riconoscimenti con Mai a stomaco vuoto (1990), Antologia di Edipo (1991), Anna, con le sonorizzazioni di Hubert Westkemper e le musiche di Mario Guarnera (1992), Sto ristrutturando (1993), Questa estate (1994), La mia patente non scade mai (1988) e Mi sembra che andiamo bene (1997).
In questi anni si afferma anche come attore televisivo con Tre passi nel delitto (Rai 2, 1993), Olimpo Lupo, cronista di nera (Canale 5, 1995), Uno di noi (Rai Uno, 1996) fino alle esilaranti apparizioni in Mai dire gol della Gialappa's band (1997-2001), tra cui celeberrima la sua imitazione di Alberto Tomba.
E’ stato protagonista di vari impegni cinematografici e televisivi, fra cui i film Se fossi in te e, nel 2004, Ora e per sempre al fianco di Giorgio Albertazzi. Tra i molti spettacoli teatrali di questo periodo: Cuori pazzi di F.T Altan (2000), Il libertino di E.E. Schmitt insieme a Ottavia Piccolo (2001), in cui è il primo uomo italiano a recitare in teatro nudo integralmente, Corto Maltese da testi di Hugo Pratt con musiche di Paolo Conte.
Edipo.com con la regia del celebre Sergio Fantoni (2003) e La Bibbia ha quasi sempre ragione con Cesare Picco al pianoforte (2004) sono invece pièces che tendono ad accentuare la dimensione del racconto, sfruttando le sue naturali doti di affabulatore.
Mentre rientra come comico nel cast di Zelig con il suo personaggio storico dell'automobilista, continua il suo amore teatrale (nel 2008 è in scena con gli spettacoli Tutta colpa di Garibaldi con testi di Gioele Dix, Sergio Fantoni e Nicola Fano per la regia di Sergio Fantoni e successivamente Dixplay di Gioele Dix, con la partecipazione di Bebo Best Baldan).
Negli ultimi anni ha recitato nella commedia di Fausto Brizzi “Tutte pazze di me”, ha girato in tournées teatrali con “Nascosto dove c’è più luce” e “Se potessi mangiare un’idea- Gioele Dix racconta e canta Giorgio Gaber”.
Autore per editori nazionali di una decina di libri, tiene un blog su Repubblica.it


Domenica 10 agosto, ore 21.30
MONI OVADIA in Odissea – un racconto mediterraneo (Canto XXI) - Odisseo e la gara dell’arco
progetto e regia di Sergio Maifredi

Penelope ha deciso di porre fine all'attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l'arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del mendìco, si cela Odisseo. Quando l'arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a scoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano e la mattanza ha inizio.
Moni Ovadia, geniale, umanissimo cantore del teatro contemporaneo, restituisce al rito civile della narrazione orale alcune delle più belle pagine omeriche, prendendo per mano lo spettatore alla riscoperta dei due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo, per arrivare, sulle onde dell'Odissea, all'Itaca di quel meraviglioso poeta che è Kostantinos Kavafis.

Moni Ovadia
Nato a Plovdiv, in Bulgaria, si trasferisce quasi subito con la famiglia a Milano. La sua è una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, ma di fatto impiantata da molti anni in ambiente di cultura yiddish e mitteleuropea. Questa circostanza influenzerà profondamente tutta la sua opera di uomo e di artista, dedito costantemente al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell'Europa orientale.
Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d'artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi (Moni Ovadia parla sette lingue).
Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un "teatro musicale" assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista.
Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il "vagabondaggio culturale e reale" proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell'immersione continua in lingue e suoni diversi.
Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e lavora con il CRT Artificio di Milano, con cui produce Golem, che condurrà in tournée a Bari, Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.
Sempre nello stesso anno è Giovanni V, re del Portogallo (attore e voce recitante) nella prima rappresentazione al Teatro Lirico per il Teatro alla Scala di Milano di Blimunda di Azio Corghi con i Swingle Singers diretto da Zoltan Pesko.
La grande svolta è lo spettacolo Oylem Goylem ("Il mondo è scemo" in lingua yiddish), con cui si impone all'attenzione del grande pubblico. Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer, che Ovadia canta con voce profonda e appassionata, a riflessioni condotte alla luce della cultura e del witz, il tradizionale umorismo ebraico, a storielle e barzellette. Lo spettacolo fu ripreso dalle reti Rai e, nel 2005, pubblicato in cofanetto e dvd da Einaudi.
Nel 1994 inizia a lavorare con Roberto Andò, all'opera multimediale Frammenti sull'Apocalisse, presentato poi al Festival Roma Europa nel luglio 1995. All'inizio del 1995 allestisce con Mara Cantoni Dybbuk, uno spettacolo sull'Olocausto, che diventa uno egli eventi più importanti della stagione teatrale. Con il Piccolo Teatro di Milano va in scena con Ballata di fine millennio, che porta in tournée in tutta Italia. Nello stesso anno si presenta al Festival di Gibellina con lo spettacolo Pallida madre, tenera sorella. Per il Teatro Biondo torna a lavorare nel 1997, ancora una volta con Andò, che diresse poi il loro Il caso Kafka. Nell'ottobre 1998 è in scena uno spettacolo prodotto in esclusiva per il Teatro Stabile di Trieste ed intitolato Trieste... ebrei e dintorni. Del mese successivo, al Piccolo Teatro di Milano esce: Mame, mamele, mamma, mamà..., che lui scrive dirige e interpreta con la TheaterOrchestra.
Nel dicembre 1999 è la volta di Joss Rakover si rivolge a Dio, seguito l'anno dopo da Tevjie und mir. Da questo spettacolo nel 2002 Ovadia trae ed interpreta la versione italiana di Il violinista sul tetto. Nel 2001 debutta uno spettacolo sul denaro, chiamato Il Banchiere errante. Infine nel 2003 ha prodotto il lavoro L'armata a cavallo. Nel 2005 collabora coi Modena City Ramblers.
Nel 2005 è vincitore del premio Colombe d'Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall'Archivio disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale.
Dal 2003 al 2008, per sei edizioni (due mandati) è stato direttore artistico di Mittelfest di Cividale del Friuli.
Oltre a spettacoli teatrali Ovadia ha nel proprio curriculum anche partecipazioni a film e programmi televisivi. È stato fra i protagonisti con Bruno Ganz del Diario senza date di Andò, che ha partecipato poi alla Mostra del Cinema di Venezia. In seguito ha prestato il volto ad altri lungometraggi, come La vera vita di Antonio H. di Enzo Monteleone, dove interpreta un musicista ebreo, Caro diario di Nanni Moretti e Facciamo paradiso di Mario Monicelli.
Ha condotto nel 1994 anche il programma radio Note spettinate, andato in onda su Radio2, di cui è stato con Mara Cantoni anche autore.
Nel 2007 ha partecipato come narratore nel film cospirazionista Zero - Inchiesta sull'11 settembre dei registi Franco Fracassi e Francesco Trento, tratto da una sceneggiatura di Giulietto Chiesa.
Nel 2009 ha interpretato un rabbino nel film Mi ricordo Anna Frank.
A lui è stato affidato un commosso ricordo pubblico ai funerali di don Gallo, di cui era grande estimatore e amico. Autore di quasi una cinquantina di pubblicazioni, è anche oggetto di libri e studi sul suo teatro.
E’ stato insignito di numerosi prestigiosissimi premi e riconoscimenti, tra i quali: Lauree Honoris Causa (Università di Siena e Pavia) il Premio del Presidente della Repubblica 2012 per la carriera artistica dedicata ai temi della pace e dell'integrazione delle culture; premio Colombe d'Oro 2005 per la Pace, assegnato annualmente dall'Archivio disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale; Medaglia d’oro di benemerenza civica dal Comune di Milano (2002); premio per la Pace (1995).


Martedì 12 agosto, ore 21.30
VITTORIO SGARBI  in  Il mito della donna e la donna del mito. Dalle matrone veleiati alla Belle Époque
EVENTO ESCLUSIVO PER IL FESTIVAL DI VELEIA

Eclettico e trascinante, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ci guida in una colta e appassionata indagine intorno al mistero del femminile, coinvolgendoci in un viaggio inedito nel mondo della rappresentazione artistica della femminilità, attraverso i volti con cui l’arte, la pittura, la letteratura e la scultura hanno raffigurato la donna, tra mistero e seduzione dall’età romana ad oggi.
Peccatrice o angelicata, bellezza da ammirare o perfezione a cui aspirare la donna è da sempre il tema più affrontato nelle arti. Matrone romane, madonne, amanti, femmes fatales… Non è soltanto carnalità o sensualità; la figura femminile è un'immagine evanescente: è il sogno, è la speranza, è il desiderio.

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi, tra i più preparati critici della storia dell’arte, è uno dei personaggi più istrionici e dissacranti del panorama culturale e mediatico italiano, dotato di indiscusse qualità dialettiche e artistiche.
Ogni sua iniziativa, ha il potere di catalizzare l’attenzione e l’ammirazione del grande pubblico al quale il critico ha la capacità di rivolgersi in modo diretto, semplice, ironico ed efficace.
Nato a Ferrara, laureato in filosofia con specializzazione in storia dell’arte presso l’Università di Bologna, è funzionario – storico dell’arte direttore coordinatore – assegnato alla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia. Saggista e conduttore televisivo, è autore di numerose pubblicazioni sull’arte e sulla critica d’arte.
È autore di numerose pubblicazioni sull’arte e sulla critica d’arte tra le quali: “Carpaccio”, Capitol Editore, Bologna, 1979; ha curato gli atti del convegno nazionale su Lorenzo Lotto (Asolo, 1980); “Palladio e la Maniera. I pittori vicentini del ‘500 e i collaboratori del Palladio, 1530-1630”, Electa, Milano, 1980; “Pietro Longhi. I dipinti di Palazzo Leoni Montanari”, Electa, Milano, 1982; “Gnoli”, FMR Editore, Milano, 1983 (Premio Acquasparta); “Antonio da Crevalcore e la pittura ferrarese a Bologna”, Mondadori, Milano, 1985; “Il sogno della pittura”, Marsilio Editori, Venezia, 1985 (Premio Estense 1985); “Carlo Guarienti”, Fabbri Editore, Milano, 1985. Ha curato la mostra su Valerio Adami nel 1985 al Centre Georges Pompidou e diverse mostre fra le quali: “Paesaggio senza territorio”, 1986; “Natura morta”, 1987, e “Il ritratto”, 1991, per il Castello di Mesola; “Vitalità della figurazione” (1988) per il Palazzo della Permanente a Milano. Mattioli (Il Bulino, 1987), Vangi (Il Bulino, 1988), Soutine (L’Obliquo, 1988). “Storia Universale dell’arte”, a cura di Vittorio Sgarbi, Mondadori, Milano, 1988; “Rovigo. Le chiese”, Inventario dei beni artistici e storici di Rovigo, Marsilio Editore, Venezia, 1988; “Davanti all’immagine”, Rizzoli Editore, Milano, 1989 (Premio Bancarella 1990, nove edizioni, duecentomila copia); “Il pensiero segreto. Viaggi, incontri, emozioni” (settecentomila copie), Rizzoli Editore, Milano, 1990; “P. Brandolese. Del genio de' lendinaresi per la pittura”, Minelliana, Rovigo, 1990; “La Certosa di Pavia. Le tarsie lignee”, Torchio de' Ricci, Pavia, 1990; Ha curato la mostra e il catalogo di Botero. Dipinti, sculture, Disegni, Forte di Belvedere, Firenze (giugno 1991); “Dell’Italia. Uomini e luoghi”, Rizzoli Editore, Milano, 1991 (Premio Fregene 1991); “Roma: dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori”, Bompiani, Milano, 1991. Per la Fonit Cetra ha curato “Poesie d’amore” di John Donne, Andrew Marvell, William Shakespeare, traduzione di Vittorio Sgarbi (novembre, 1991). Ha curato la mostra e il catalogo “Scultura italiana del primo Novecento”, Castello di Mesola, Ferrara, maggio 1992; “Arturo Nathan. Illusione e destino”, Centro Saint-Benin, giugno 1992, “Le mani nei capelli”, Mondadori, Milano, 1993; “Lo sgarbino. Dizionario della lingua italiana”, Edizioni Larus, Bergamo, 1993; “Onorevoli fantasmi”, Mondadori, Milano, 1994. Nel settembre 1994 è stata pubblicata dall’editore Liana Levi di Parigi, dall’editore Abbeville in America e dall’editore Hirmer in Germania la monografia su Vittore Carpaccio. Nelle Lezioni Private pubblicate da Mondadori nel novembre 1995 parla di arte, di poesia e di letteratura mantenendo intatta quell’attenzione costante alle vicende della nostra quotidianità.
Nel novembre 1996 è uscito il secondo volume di “Lezioni Private”, edito dalla Mondadori. Nel maggio 1998 è uscito il volume “Notte e giorno d’intorno girando” edito dalla Rizzoli. Nel 1998 è uscito il volume “Gli immortali” edito dalla Rizzoli. Il 5 dicembre 1998 è uscito il volume “A regola d’arte”, edito dalla Mondadori, del quale sono state realizzate nove edizioni. Nel dicembre 1999 ha pubblicato con la Casa Editrice Mondadori il volume “La casa dell’anima”. Nel dicembre 2000 è stato pubblicato il volume “Le tenebre e la rosa” edito dalla Rizzoli e una riedizione de “La storia universale dell’arte”.
È stato titolare della rubrica televisiva “La casa dell’anima” e della trasmissione “Sgarbi Clandestini”. Ha condotto dal 1992 al 1999 la fortunata rubrica televisiva Sgarbi Quotidiani. Ha vinto il prestigioso Premio Internazionale Flaiano per la televisione, 2000.
Nel mese di novembre 2001 è stato pubblicato il libro “Percorsi perversi” edito dalla Rizzoli. Nel mese di marzo 2002 è stato pubblicato dalla Rizzoli, per la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, il volume “Viaggio sentimentale e pittorico di un emiliano in Romagna”. Nel mese di ottobre 2002 la Casa Editrice Bompiani ha pubblicato “Il bene e il bello. La fragile condizione umana” che, nel mese di dicembre, ha raggiunto la II edizione.Nel mese di dicembre 2002 è stato pubblicato il volume “Da Giotto a Picasso” (Skira Editore). Nel mese di gennaio 2003 la Skira Editore ha pubblicato il volume su Francesco Mazzola detto il Parmigianino in occasione del V° centenario della nascita del pittore. È uscito nel mese di novembre uno degli ultimi libri da lui scritto, edito dalla casa editrice Rizzoli Libri Illustrati, “Un Paese sfigurato”, oltre a il “Parmigianino” e “Francesco Del Cossa”. Nel mese di Aprile 2004 la casa editrice Bompiani ha pubblicato “Dell’Anima” e “Andrea Palladio. La luce della ragione”. Nel 2005 sono stati pubblicati “Vedere le parole. La scrittura d’arte da Vasari a Longhi”, “Caravaggio” (pubblicato invece dalla Casa Editrice Skira) e “Ragione e passione” . Nel 2008 è stato pubblicato “Clausura a Milano e non solo… “ e nel 2009 “L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore” (pubblicati da Bompiani).
Collabora con “Bell’Italia”, “Il Giornale”, “L’Espresso”, “Panorama”, “Restauro & Conservazione”, “Oggi”, “Arte e Documento”.
È accademico dell’Accademia Georgica di Treia e della Rubiconia Accademia dei Filopatridi. È commendatore dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro. È Presidente del Comitato Nazionale delle Celebrazioni su Mattia Preti. È stato membro della Commissione delle attività culturali del Comune di Cremona. È stato membro della Commissione per le attività Culturali del Comune di Lecce. È stato Commissario per le arti e il restauro architettonico della città di Padova di cui ha curato i cataloghi sulle mostre di Giotto e di Donatello. È stato direttore del Festival Teatrale di Asti nell’anno 2000. È Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del V° centenario della nascita di Francesco Mazzola detto il Parmigianino. È Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del V centenario della morte di Andrea Mantegna. Nel 2003 è stato nominato, con decreto ministeriale, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Nel 1992 è stato eletto deputato al Parlamento italiano e nel dicembre 1992 è stato eletto Sindaco del Comune di San Severino Marche. È stato Presidente della VII Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dal giugno 1994 al giugno 1996. È stato eletto deputato al Parlamento Europeo il 13 giugno 1999. È stato eletto deputato al Parlamento italiano il 13 maggio 2001 ed è stato Sottosegretario ai Beni Culturali. È dal 2005 Alto Commissario per la valorizzazione della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (EN). È componente della Commissione consultiva del Prefetto per la Cattedrale di Noto (SR). È stato da Maggio 2006 a Maggio 2008 Assessore alla Cultura del Comune di Milano. Il 30 giugno 2008 è stato eletto Sindaco del Comune di Salemi (TP). Da Giugno 2010 è Soprintendente del Polo Museale di Venezia. Eletto a Urbino alle ultime elezioni comunali, è diventato assessore alla Cultura, all’agricoltura e alla Rivoluzione.

 

Promosso da:

Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza, Comune di Lugagnano Val D'Arda, con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e di altri sponsor

Città: Lugagnano Val D'Arda
Luogo: Foro della città romana di Veleia
Indirizzo: Strada Provinciale 14, località Veleia Romana
Provincia: Piacenza
Regione: Emilia-Romagna
Info Veleia: 0523 807113

Editing di Carla Conti