GLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI MONTEGIBBIO 2006/2015
quasi un decennio di studi, scoperte, ricerche
incontro pubblico
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locandina dell'incontro del 21 maggio 2015giovedì 21 maggio 2015 ore 21

GLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI MONTEGIBBIO 2006/2015

Auditorium “Pierangelo Bertoli”
Via Pia 108
Sassuolo (MO)
info 0536 1844965   etagliavini@comune.sassuolo.mo.it

Una serata dedicata alla divulgazione dei più recenti dati sull’attività di ricerca archeologica e geologica a Montegibbio e a fare il punto sulle future prospettive del sito archeologico.
Gli archeologi, geologi e botanici che in questi quasi 10 anni si sono dedicati alla scoperta e allo studio del Santuario di Minerva, sorto in prossimità di polle d'acqua salutifere e più volte distrutto da eventi catastrofici, illustrano i risultati delle ricerche avviate nel 2006 e appena concluse

Intervengono:
Claudio Pistoni, Sindaco di Sassuolo
Stefania Cargioli, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Luigi Malnati, Soprintendente per l’Archeologia dell’Emilia Romagna
Francesca Guandalini, ArcheoModena
Lisa Borgatti, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Università di Bologna
Maria Chiara Montecchi, Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica, Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Modena e Reggio Emilia

Il Santuario di Minerva e l’insediamento rustico di età romana a Montegibbio di Sassuolo (Modena)
Auspicando l'arrivo di risorse che consentano una ripresa dei lavori e la valorizzazione dell'area, si sono appena concluse le ricerche nel sito archeologico di Montegibbio, condotte con cadenza annuale a partire dall’estate 2006 .
Le indagini più recenti hanno non solo rilevato una prima frequentazione del sito già in epoca pre-protostorica (Neolitico-Età del Rame) ma hanno soprattutto chiarito come questo insediamento di età romana, inizialmente interpretato come una villa, fosse in realtà un luogo sacro.
Le strutture di età repubblicana e di prima età imperiale rinvenute si sono rivelate pertinenti a un santuario connesso alla venerazione di Minerva, dea legata agli aspetti salutari delle acque e dei vulcani di fango (salse) noti nella zona.  Questo culto, testimoniato anche da una coppa su cui è incisa la dedica alla dea, persiste dal III-II sec. a.C. fino agli inizi del II sec. d.C.

Il frammento di coppa in ceramica con l'iscrizione ... MINER SUM
Il frammento di coppa in ceramica con l'iscrizione … MINER SUM, cioè “sono dedicato a Minerva”

A partire dal III sec. d.C., invece, il sito cambia la propria destinazione d’uso diventando un insediamento rustico con impianti produttivi.
Nel sito di Montegibbio, le ricerche si sono concentrate prevalentemente su due pianori posti lungo il versante occidentale del bacino del Rio del Petrolio, alla quota di 350 m s.l.m. Nei due pianori sono state individuate sette fasi insediative, intervallate da almeno tre catastrofi naturali che, in diversi periodi storici, hanno causato l’abbandono dell’insediamento.
Nel primo pianoro, le strutture archeologiche più eclatanti (anche per le deformazioni rilevate) sono costituite da quattro vani con pavimentazioni in opus signinum, costruiti alla fine del I sec. a.C. e abbandonati agli inizi del II sec. d.C. in seguito a un catastrofico evento naturale di cui si ignora l'esatta natura.
Nel secondo pianoro, localizzato lungo il pendio a una quota inferiore rispetto al primo, sono state messe in luce strutture murarie in blocchi lapidei bugnati in arenaria che delimitano un grande vano (inquadrabile al II-I sec. a.C.) probabilmente contenente la polla fangosa di una salsa. A partire dalla fine del I sec. a.C. la discesa alla polla viene agevolata da una scala in laterizi che affianca un vano con una bella pavimentazione in opus signinum.

Scala in laterizi per raggiungere la polla sacra del santuario di Montegibbio
Scala in laterizi realizzata per raggiungere la polla sacra del santuario di Montegibbio (foto di Francesca Guandalini)

In epoca tardo-antica (nel IV secolo d.C.), con la perdita della valenza sacrale del sito, in corrispondenza della polla viene costruito un pozzo con camicia in ciottoli. Questa struttura, defunzionalizzata da un nuovo evento catastrofico nel corso del VI sec. d.C., rappresenta l’ultima testimonianza di vita dell’insediamento.
Ciò che rende speciale il sito di Montegibbio, oltre alle specifiche valenze storico-archeologiche, sono le deformazioni osservate negli strati e nelle strutture rinvenute, probabilmente riconducibili a scosse sismiche locali connesse a fuoriuscite fangose di piccoli vulcani di fango. Per comprendere un contesto così particolare -che fa del sito di Montegibbio un unicum nel suo genere- è stata necessaria la presenza contemporanea sullo scavo di archeologi, geologi e paleo-botanici, impegnati in un confronto multidisciplinare.

Un archeologo libera una parete affrescata del santuario di Montegibbio  Geologi impegnati in prove sismiche nel campo degli scavi di Montegibbio
a sin, un archeologo mentre libera una parete affrescata del santuario di Montegibbio - a des, geologi impegnati in prove sismiche nel campo degli scavi di Montegibbio (foto di Francesca Guandalini)

A conclusione delle ricerche, quest’anno saranno pubblicati i dati raccolti –ben sette tesi di laurea sono già state discusse su questa scoperta- e rese note al pubblico le conoscenze acquisite. Questo obiettivo sarà possibile grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Reggio Emilia che ha finanziato la campagna di scavo 2014, la documentazione grafica, il restauro dei materiali mobili e le analisi geologiche e botaniche che già stanno rivelando dati di inestimabile valore scientifico.
La realizzazione di una mostra con pannelli didattici e video, prevista per l’estate prossima nel Castello di Montegibbio, segue le numerose iniziative di divulgazione organizzate nel corso degli anni passati.
Tra queste ricordiamo la mostra archeologica realizzata nel 2007 nel castello di Montegibbio e nel Palazzo Ducale di Sassuolo (con relativo catalogo) e il convegno tenutosi nel 2009 a Sassuolo, cui ha fatto seguito la pubblicazione degli atti nei Quaderni di Archeologia dell’Emilia Romagna, curata nel 2010 da Donato Labate e Francesca Guandalini. Il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena ha ospitato nel 2013 una conferenza con proiezioni di video e letture di fonti storiche, poi riproposta nella giornata di studi riguardante i terremoti che si è tenuta nell’estate dello stesso anno nella Riserva delle Salse di Nirano (Fiorano Modenese).
Ricordiamo infine anche le numerose attività di divulgazione, sia per le scuole di Sassuolo che per la cittadinanza, organizzate ogni primavera-estate con visite guidate al sito archeologico e laboratori didattici.

Ricordiamo sinteticamente i protagonisti di questi quasi 10 anni di attività di ricerca archeologica e geologica, supportati dall’impegno finanziario e organizzativo del Comune di Sassuolo e di alcuni privati.
Attività di ricerca archeologica
Direzione scientifica dal 2006 al 2010 e nel 2015, Donato Labate e Luigi Malnati; dal 2011 al 2014, Francesca Guandalini (ArcheoModena)
Concessionario di scavo, Comune di Sassuolo
Coordinamento archeologico, Francesco Benassi, Simona Scaruffi (ArcheoModena)
Attività archeologica: Ivan Zaccarelli, Antenore Manicardi (ispettori onorari) e Giorgia Sfargeri (archeologa). Hanno collaborato gli studenti dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Alessandra Bosi, Giordano Cantergiani, Giorgia Ferrrari, Patrizia Romani, Agnese Selmi, Matteo Veratti) e dell’Università di Bologna (Camilla Botti, Chiara Bussotti, Paolo Bonometti, Camilla Osetta, Selena Sala)
Hanno contribuito alla ricerca i soci delle associazioni culturali “Gruppo Archeologico di Montegibbio”, Angela e Stefania Ottani, Liliana Mazzoni, “Circolo Boschetti Alberti di Montegibbio” ,Alfredo Toni, Giovanna Cervetti, il proprietario del campo, Giovanni Orlandi
Attività di ricerca geologica
Lisa Borgatti (Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali), Stefano Cremonini (Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali), Stefano Lugli e Daniela Fontana (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche)
Indagini geologiche: Geoexploration di Bracci Antonio Edorado
Attività di ricerca paleo-botanica
Giovanna Bosi, Marta Mazzanti, Maria Chiara Montecchi, Rossella Rinaldi (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Scienze della Vita)
Rilievo 3d
Geogrà (Rilievo e Rappresentazione), Paolo Leoni (Comune di Sassuolo)
Organizzazione
Elisabetta Leonardi, Elena Tagliavini (Comune di Sassuolo)

Clicca qui per andare alla pagina degli scavi 2006-2007 della villa romana di Montegibbio
Clicca qui per la mostra del 2007 "Archeologia a Montegibbio, la scoperta di una villa romana"
Clicca qui per la IV campagna di scavo del 2009 che ha individuato il santuario di Minerva

 

Promosso da:

Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Città di Sassuolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Reggio Emilia, DICAM Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e dei materiali

Quando: giovedì 21 maggio 2015 ore 21
Costo biglietto:

gratuito

Città: Sassuolo
Luogo: Auditorium “Pierangelo Bertoli”
Indirizzo: Via Pia 108
Provincia: Modena
Regione: Emilia-Romagna
Per informazioni: 0536  1844965
etagliavini@comune.sassuolo.mo.it
http://www.comune.sassuolo.mo.it/