ASPETTANDO IL SOLSTIZIO... IN COMPAGNIA DEGLI ETRUSCHI
la lunga notte bianca di Marzabotto, tra sabato 23 e domenica 24 giugno 2012
ultimo appuntamento con le ArcheoloGITE BOLOGNESI 2012
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comunicato stampa

NOTTE TRA SABATO 23 E DOMENICA 24 GIUGNO
Museo Nazionale Etrusco e area archeologica della città etrusca di Kainua
Via Porrettana Sud 13 -  Marzabotto (BO)

Aspettando il solstizio…. in compagnia degli Etruschi

Rievocazione emozionale del momento significante del rito di fondazione della città: l'attesa del giorno propizio, la veglia notturna, l'avvento dell'alba e l'istante auspicale dell'unione dei Mondi

Nella notte tra sabato 23 e domenica 24 giugno, l’antica città etrusca di Kainua rivivrà il momento magico della sua fondazione al termine di una lunga notte bianca che tra incontri, visite guidate, rievocazioni storiche, bevande antiche e cornamuse, traghetterà il pubblico dalla mezzanotte alle prime luci del giorno.
La notte di Marzabotto inizia con "Aspettando Kainua" alla Stazione FFSS di Marzabotto alle 16:45, ora d'arrivo del treno partito da Bologna alle ore 16:04.
Da qui, dopo una breve passeggiata lungo il fiume di un'ora circa, si arriva all'area archeologica della città Etrusca  dove, alle ore 18, il Direttore del Museo, Paola Desantis, conduce una visita guidata gratuita all'impianto urbano, unico al mondo, di Kainua, scandito dalle ampie strade che si incrociano ortogonalmente, suddividendo in modo regolare lo spazio orientato secondo i canoni dell’etrusca disciplina. La visita si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli, alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi.
Dalle ore 19:30 si può cenare all'etrusca nel centro cittadino di Marzabotto dove l'Associazione Turistica Pro Loco di Marzabotto, in collaborazione con la Trattoria Enoteca Barsotti, organizza una cena a base di piatti pervenutaci dalla tradizione etrusca accompagnati da musiche dal sapore antico (il costo della cena è di 20 euro a persona, bambini 10 euro. In caso di maltempo, la cena viene servita presso La Casa del Popolo. È consigliata e gradita la prenotazione ai numeri 051.932586 e 347.1305233)
I rievocatori di Methlum Kainual durante l'esibizione dell'anno scorsoDopo cena, spettacolo di animazione e "Il Rischia-Etrusco", gioco a quiz con ricchi premi
Chi lo desidera, può rientrare a Bologna in treno con l'ultima corsa che parte da Marzabotto alle 20:55 ma ovviamente noi speriamo che passiate la notte con noi, prendendo semmai il primo treno di domenica mattina che parte per Bologna alle ore 6:44.
I più valorosi possono invece accodarsi alla suggestiva fiaccolata organizzata dal Popolo di Kainua, Methlum Kainual, che capitanato dal responsabile scientifico di ArcheoStorica, Corrado Re,  parte dal centro cittadino alle 23:30 con destinazione Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto.
Consigliamo a tutti di portare una torcia e un plaid

Qui comincia la notte bianca di "Aspettando il solstizio... in compagnia degli Etruschi", in cui si aspetta il levar del sole tra concerti, letture e visite guidate

Verso Mezzanotte arrivo del Popolo di Kainua al Museo dove sarà accolto dal Soprintendente Filippo Maria Gambari e dal Direttore del Museo Paola Desantis che presenteranno le Archeologite 2012 “Le opere, i giorni e le stagioni sull’altopiano di Misano”
Corrado Re introdurrà alle tematiche della rievocazione Storica e illustrerà Origini e finalità del Festival di Kainua.

All’una di notte inizia "Una notte al Museo in compagnia degli Etruschi", in collaborazione con ArcheoStorica e Teatro Marzabotto in Scena. Nel corso della visita guidata condotta da Paola Desantis,  le immagini dei personaggi più significativi presenti nel museo riprenderanno vita per raccontare, nella notte più breve dell’anno, l’intreccio delle loro storie sull’antico pianoro.
Segue "Il risveglio degli Etruschi", con Luigi Sbaffi che introduce un gioco di ruolo da tavolo, e "Intermezzi di antichità", gli Etruschi come ci appaiono nei testi antichi.

Alle 3, Filippo Maria Gambari parla di "Orzo, miglio, sorbe, mille modi di creare ebbrezza con l’acqua", singolare viaggio nella storia della birra con successivo dibattito che culminerà nella degustazione di birra di castagna offerta dal birrificio Beltaine di Granaglione.

Alle 4, "Libagioni fra riti e ludi, aspettando l’alba". La veglia di solstizio si dipanerà tra riti, ludi e libagioni con buffet offerto da Coop Reno di Marzabotto, Birra Beltaine di Granaglione e Agriturismo La Quercia di Marzabotto. Con l’occasione si potrà degustare in anteprima la “pozione” RASNA KAINUAL ideata dal gruppo dei rievocatori di Marzabotto

Prima dell'alba, la veglia si sposterà sull’Acropoli dove l'archeologo Antonio Gottarelli illustrerà il rito di fondazione nel magico lucore della prima aurora d’estate. Immediatamente dopo, si camminerà fino al punto centrale della città, presso il decussis, dove si rivivrà la magia dell’alba di un solstizio d’estate nell’antica città etrusca.
Nel mondo antico, la fondazione di una città era strettamente legata al tentativo di definire in terra uno spazio che ricalcasse in qualche modo l’ordine ideale del cielo. Cosa si nasconde dietro le molteplici costanti che si ritrovano nei riti di fondazione delle città, anche a distanza di miglia e di secoli? L’evocazione guidata del rito di fondazione della città etrusca di Marzabotto illustrerà al pubblico queste difficili e affascinanti problematiche.

Il sorgere del sole, poco dopo le 5, sarà scandito dalle note del suggestivo concerto di cornamusa di Pietro Malaguti seguito dalla processione alla necropoli orientale per il saluto agli antenati.
La notte bianca si chiuderà con il ritorno al museo dove agli audaci “traghettatori della notte” sarà offerto un caldo e dolce conforto.

L'iniziativa è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto, e Provincia di Bologna in collaborazione con Comune e Pro Loco di Marzabotto, Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna, Coop Reno di Marzabotto, Birra Beltaine di Granaglione, ArcheoStorica APS, Methlum Kainual-Popolo di Kainua APS, Gruppo Archeologico Bolognese, Agriturismo La Quercia e Bar Daniela di Marzabotto

Progetto :
Direzione del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, Dipartimento di Archeologia, ArcheoStorica APS
Coordinamento e Regia:
ArcheoStorica APS
In collaborazione con :
Associazione Teatro Marzabotto in Scena, Methlum Kainual APS, Risveglio degli Etruschi APS

In copertina: Situla della Certosa. Uomo con aratroLa partecipazione è libera e gratuita; è gradita la prenotazione.
In occasione della manifestazione il Museo attuerà apertura continuata e ingresso gratuito nelle giornate di sabato 23 e domenica 24.
Nella notte fra il 23 e il 24 il museo attuerà un’ulteriore apertura straordinaria da mezzanotte alle 3 del mattino.
Il Bar Daniela, all'interno dell'area archeologica, effettuerà un’apertura straordinaria per tutto il corso dell’evento

La notte bianca di Kainua chiude la quinta edizione delle ArcheoloGITE BOLOGNESI 2012, festa primaverile che ha legato in un percorso sia virtuale che concreto i musei e le aree archeologiche della provincia di Bologna.


MARZABOTTO
Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”  ed area archeologica dell'antica Kainua/Marzabotto

Ciò che fa di Marzabotto, l’antica Kainua, una testimonianza unica nell’ambito della civiltà etrusca è la straordinaria conservazione - dovuta all’abbandono dei luoghi a partire dall’invasione celtica del territorio - dell’originale impianto della città, scandito dalle ampie strade che si incrociano ortogonalmente, suddividendo in modo regolare lo spazio urbano orientato secondo i canoni dell’etrusca disciplina. La visita si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli, alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi. Nel museo all’interno dell’area archeologica - dedicato a Pompeo Aria, organizzatore del primo nucleo della collezione - sono raccolte le testimonianze, ricche di suggestione, della vita della città, che prosperò dalla fi ne del VI alla metà del IV secolo a.C., con i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni di tetti ed alzati delle case, le statuette votive in bronzo e la testa di Kouros, insieme a testimonianze dal territorio circostante (i ricchi corredi funerari etruschi da Sasso Marconi).

Via Porrettana Sud, 13; tel. 051 932353
Direttore: paola.desantis@beniculturali.it 
sba-ero.museonazionaletrusco@beniculturali.it  
www.archeobologna.beniculturali.it/Marzabotto   www.nadir.unibo.it/Archeologia/Marzabotto/home.htm

Orari di apertura
Museo: aprile-ottobre da martedì a domenica 9-13 e 15-18,30; novembre-marzo da martedì a domenica ore 9-13 e 14-17,30. Chiuso lunedì.
Area archeologica sempre aperta: aprile-ottobre ore 8-19; novembre-marzo ore 8-17,30
Ingresso intero € 2, ridotto € 1, gratuito fino ai 18 anni e per i maggiori di 65, docenti e studenti di scuola superiore e di alcune facoltà universitarie


La planimetria urbana di Marzabotto è un chiaro esempio di fondazione etrusco ritu, cioè di città delimitata e disegnata come proiezione terrena del templum celeste, così come prescritto dall’etrusca disciplina. È lampante l’esistenza di un vero e proprio piano urbanistico, elaborato teoricamente e concretamente applicato al terreno con un’unica operazione e in un solo momento, coincidenti con la fondazione della città, perlomeno nelle sue linee essenziali.
Marzabotto. Il cippo con decussis, usato come caposaldo per tracciare gli assi stradali principali e l'intero impianto urbano. Le due incisioni indicano esattamente i punti cardinaliLa conferma definitiva è venuta dal ritrovamento, tra il 1963 e il 1965, di quattro ciottoli di fiume infissi nel terreno vergine, di cui uno inciso sulla sommità con una croce orientata secondo i punti cardinali. Si tratta del decussis, un cippo ricco di valenze simboliche che attesta che, proprio in quel punto, gli officianti addetti alla divisione della città definirono i principali assi stradali. Il cippo con decussis è il segno materiale che Marzabotto fu fondata seguendo le meticolose disposizioni previste dal rito di fondazione delle città etrusche, rito che prevedeva la ripartizione preliminare dello spazio urbano, inteso come proiezione sul terreno dell’ideale templum celeste.
Gli aùguri cominciavano col delimitare una porzione di cielo consacrata proprio in funzione del rito (e definita con il termine significativo di templum) all'interno della quale trarre gli auspici dedotti dal volo degli uccelli che la attraversavano, dai fenomeni meteorologici che in quel perimetro potevano verificarsi, o da altre manifestazione considerate provenienti dalle divinità.
Erano poi individuati il centro della città stessa e delle principali direttrici viarie scavando fosse in cui venivano deposte offerte e sovrapposti cippi che fungevano sia da punti di riferimento che da luoghi sacrali.
Veniva poi tracciato con un aratro dal vomere di bronzo un solco continuo che disegnava il perimetro delle mura, interrotto solo là dove si sarebbero aperte le porte delle città; il solco diventava subito linea inviolabile per tutti gli uomini e attraversarlo equivaleva ad attaccare la città. Lungo tutto il perimetro delle mura correva inoltre, tanto all'esterno quanto all'interno, un'ampia fascia di terreno (il pomerium) che non doveva essere né coltivata né edificata e che era dedicata alla divinità. Una solenne cerimonia di sacrificio inaugurava la città così prefigurata.
La fondazione di Roma a opera di Romolo e Remo così come ce l'hanno tramandata le leggende è un'applicazione puntuale del rito etrusco: i gemelli che osservano il volo degli uccelli per decidere chi dei due dovesse dare il nome alla città, il solco tracciato da Romolo, l'uccisione di Remo che, saltando all'interno del perimetro, profana i sacri confini e ''invade" la nuova fondazione.

Sintesi da "Marzabotto una città etrusca" a cura di Elisabetta Govi, Ante Quem 2007, pp. 9-13


La sostanziale coincidenza tra la geometria del "templum solare" del luogo e l'impianto ortogonale della città etrusca di Marzabotto, propone il tema della forte ispirazione ideologica e religiosa che sarebbe all'origine del piano di fondazione. Questa ispirazione, basata su un principio di analogia tra forma urbana e modello cosmologico, consente di affermare che esistesse un ordinamento logico nella disposizione delle diverse sedi cultuali della città, una regola da cui si possono estrarre i fondamenti concettuali del rito augurale e della limitatio urbana della tradizione etrusco-italica.
L'alba e la nascita del nuovo giorno dovevano essere eventi carichi di significati rituali, collegati alla capacità di cogliere i segni rivelatori della volontà divina nell'istante in cui l'astro solare solca la linea d'intersezione tra il cielo, la terra e il mondo infero. L'istante della levata eliaca è una condizione sospesa, ambigua, è il "varcare la soglia" di quella particolare "terra di nessuno" che è la sottile linea di confine entro cui cielo e terra si stringono idealmente in un abbraccio. La linea immaginaria in cui cielo e terra si incontrano altro non è che l'eterno "limite" che sempre ci precede, muovendosi con noi, "lo stretto e ambiguo passaggio tra il rimanere nascosto e lo svelarsi". Il sorgere o il tramontare di un astro poteva dunque assumere sia il senso di un reale evento critico del quale il numero forniva una misura più o meno precisa, sia una funzione rappresentativa per l'atto che ricorre in tanti miti, realtà o racconti fantastici, e che si chiama semplicemente "varcare la soglia". A quegli istanti e a quelle direzioni si associava l'apertura in terra dei cancelli del cielo e quella degli antri abissali del mondo dei morti. La nuova fondazione, configurata sulle linee e sulle proporzioni di quella figura, sarebbe dunque sorta sotto l'auspicio del perpetuarsi di quell'unione e ad essa gli Dei avrebbero garantito durevolezza, fortuna e dominio.
La nascita del giorno era dunque un evento carico di particolari valenze sacrali. Il punto di stazione in TSE (Tramonto Solstizio d'Estate) era scelto in posizione elevata e dominante rispetto al luogo dove doveva essere fondata la città, perché doveva garantire ampia padronanza visuale sia sul pianoro sottostante sia sull'orizzonte su cui sarebbe sorto il sole. In quel punto era predisposto il punto d'osservazione stabile da cui attendere l'alba nel giorno stabilito. Da quel luogo, rivolgendosi a est, si fissava il punto sull'orizzonte da cui sorgeva l'astro: questa mira, traslata e materializzata sul pianoro sottostante, avrebbe impostato l'altro estremo dell'asse diagonale in ASI (Alba Solstizio d'Inverno)
Il rito ruotava su alcune circostanze chiave: l'annuncio che il rito si sarebbe svolto in un giorno stabilito; la salita a un luogo elevato con ampia visuale sull'orizzonte e sul piano di fondazione; l'orientazione verso il quadrante est; il passaggio dalla notte al giorno nell'attesa dell'alba; l'attenzione verso un preciso punto dell'orizzonte; la fissazione su quel punto di un orientamento.
I partecipanti stanziavano sempre in un luogo elevato in attesa dell'alba. Lo stesso termine Templum è associato all'idea di elevatezza, di altura, un'accezione che si precisa ulteriormente nella funzione della contemplatio, "il gesto dell'augure era accompagnato dal suo sguardo che abbracciava l'intera vista della città e della campagna al di là di essa; "contemplandola" egli riuniva con lo sguardo e con il gesto i quattro templa in un unico grande templum" (Rykvert 1981, p. 37).
L'attesa di segni augurali ex avibus, nei racconti funzione centrale dell'atto rituale, sarebbe in realtà la fase conclusiva di una serie di azioni della contemplatio. La domanda è: su cosa si concentrava veramente l'attenzione dell'augure nell'atto del contemplare? quali circostanze dovevano verificarsi perché si realizzasse quell'unione effimera tra i tre mondi -supero, terreno, infero- e quel "ponte" tra cielo e terra che era la condizione del manifestarsi dei segni mediatori della volontà divina? La nostra interpretazione è che l'officiante concentrasse la sua attenzione sull'istante in cui il disco solare sarebbe comparso sull'orizzonte.
Ciò spiegherebbe anche il brano di Ennio sulla contesa tra Romolo e Remo al momento della fondazione di Roma. La tensione emotiva dei partecipanti nell'incertezza del responso si coagula nell'attesa del "segnale" che ne sancisce l'inizio. "Ed ecco la fulgida luce riapparve raggiante, spinta fuori dal cielo: e nello stesso tempo, lontano, dall'alto, volò un uccello bellissimo, di buon augurio, da sinistra", parole che ci fanno cogliere la particolare tensione mistica che doveva accompagnare l'attesa della nascita del nuovo giorno e l'essenza stessa del procedimento razionale che assegnava a quall'evento un particolare valore sacrale

Sintesi da "Templum solare e culti di fondazione. Marzabotto, Roma, Este: appunti per una aritmo-geometria del rito" di Antonio Gottarelli, Ocnus 2010, numero 18, pp. 53-74