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Gli orari di apertura dei nostri siti archeologici durante le festività di fine anno
dal 24 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016
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comunicato stampa

Dal Soprintendente Luigi Malnati
e da tutto il personale della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
i più cordiali Auguri di Buone Feste

I Vangeli non indicano il giorno della nascita di Cristo né questa ricorrenza figurava tra le celebrazioni dei primi cristiani. Lo straordinario episodio della Natività di Gesù assume una potente valenza celebrativa solo nel Basso Medioevo
La data esatta dell'evento, il 25 dicembre, è stata a lungo discussa dai padri della Chiesa (la prima menzione risale al 336) e appare ancora oggi avvolta nel mistero. La collocazione della Nascita di Cristo alla data del 25 dicembre, coincidente con il solstizio d'inverno, rimane a lungo incerta ed è frutto di una scelta tra molti elementi, tra cui influenze ebraiche e "festa delle luci".  Alla fine si impone la coincidenza con la festa pagana del Dies Natalis Solis Invicti (giorno della nascita del Sole invincibile), indicato come nuovo sole di giustizia nel Libro di Malachia.
Il culto solare veniva dall'Oriente. In Siria ed Egitto le celebrazioni del rito della nascita del Sole erano solenni e non è un caso che la sua importazione a Roma si debba all'imperatore Eliogabalo, nato appunto a Emesa, in Siria. Alla sua morte violenta nel 222 il culto di Elagabalus Sol Invictus cessò ma la miccia era già accesa e molti imperatori continuarono a essere ritratti sulle monete con la corona radiata solare per quasi un secolo mentre la divinità del Sol Invictus compariva sempre più associata al culto di Mitra.
Nel 274 Aureliano chiamò a Roma i sacerdoti del Sol Invictus e ufficializzò il culto solare di Emesa, riuscendo così a coniugare i culti orientali già presenti nell'Urbe con le celebrazioni imperiali. Su questa festività si immestarono altri elementi della tradizione popolare e rurale: nel periodo del solstizio d'inverno si celebravano anche i Saturnali in onore del dio dell'agricoltura, connotati da sontuosi banchetti e scambi di doni.
Quando nel 330 l'imperatore Costantino formalizza la coincidenza della Natività di Gesù con la festività pagana della nascita del Sol Invictus, l'identificazione fra Cristo e il Sole è già metabolizzata: nel Vangelo di Luca, San Giovanni Battista prepara la venuta del Cristo definendolo "un sole che sorge dall'alto", mentre la nascente iconografia cristiana si sovrappone e appropria sempre più dei simboli e dei rituali cari ai pagani, a cominciare dalle tavole riccamente imbandite e dalla corsa ai regali che contraddistinguono il nostro Natale.
Le Festività natalizie (come d'altronde tante altre, a cominciare dal Ferragosto) hanno dunque radici nel passato più antico.
Per non dire dell'Epifania! La benefica megera che arriva il 6 gennaio e ha nella calza il proprio logo millenario sembra proprio risalire alle divinità femminili del mondo pagano che governavano il passaggio dall'anno vecchio a quello nuovo. Prima fra tutte la ninfa Egeria, consigliera del secondo re di Roma Numa Pompilio. Alle calende di gennaio il longevo monarca appendeva una calza nella grotta della dea (situata presso Porta Capena e le terme di Caracalla) per poi trovarla puntualmente all'indomani mattina piena di doni, ammonimenti e profezie. Oltre alla generosa Egeria, c'era anche la dea Strenia  da cui deriva il nostro termine strenna che in origine era il regalo speciale che i genitori romani facevano ai propri bambini nei primi giorni dell'anno durante la Sigillaria, letteralmente la festa delle statuette, così chiamata perché si regalavano biscotti dolci a forma di bamboline e animaletti, oltre a frutta secca e fave.
Dunque regali, profezie, calze. Queste antiche dee erano befane di fatto anche se non di nome (o almeno, non ancora). La parola befana è un'invenzione del cristianesimo popolare e nasce dalla volgarizzazione dell'Epifania intesa come la manifestazione della doppia natura di Cristo ai re Magi venuti da Oriente per portare doni al dio bambino. Così il termine greco epifaneia si trasforma in bifania, befania, pifania, fino a incarnarsi in un vero e proprio personaggio, personificazione di un dogma astratto. Anche l'Epifania è dunque il risultato di una fusione tra antichi riti calendariali e nuovi simboli cristiani.
Con cotanto passato, le festività di fine anno sono un'ottima opportunità per visitare le nostre zone archeologiche.
Con la sola esclusione delle giornate di Natale e Capodanno, durante le festività di fine anno troverete regolarmente aperti i nostri siti dell'antico municipium di Veleia, della città etrusca di Kainua con annesso Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto e della Villa Romana di Russi.
Infine, domenica 3 gennaio 2016, prima domenica del mese, potrete entrare gratuitamente in tutti i musei e aree archeologiche dello Stato grazie all'iniziativa "Domenica al museo" promossa dal MiBACT

Antiquarium e zona archeologica di Veleia
Strada Provinciale 14, località Veleia Romana, Lugagnano Val d’Arda (PC) -  ingresso € 2,00  -  info 0523.807113

 

Città etrusca di Kainua e Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto (BO)
Via Porrettana Sud 13, Marzabotto (BO)  -  ingresso € 3,00  -  info 051.932353

 

Complesso della Villa Romana di Russi
Via Fiumazzo, Russi (RA)  -  ingresso € 2,00  -  info 0544.581357

 

Dal Soprintendente Luigi Malnati e da tutto il personale della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
Auguri di Buon Natale e di un Sereno 2016