CAPOLAVORI CALPESTATI
Quando l'arte è sotto i piedi
mostra
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Comunicato stampa Manhole Museum
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara

Davvero una strana coppia, quella costituita dai capolavori dell'arte classica e dai simboli dell'era industriale. Si tiene nella Loggia del Cortile d’Onore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara ed è la più grande esposizione fatta finora, con circa 70 pezzi giunti da tutto il mondo, incluso Cuba e il Brasile.  Parliamo dei tombini di ghisa, umili manufatti che calpestiamo ogni giorno eppure spesso vere e proprie opere d'arte, con le loro molteplici decorazioni.
Bisogna abbassare lo sguardo per vedere l’arte che è sotto i nostri piedi. In queste porte del mondo sotterraneo, c’è un potenziale di conoscenza inesplorato e sconosciuto. Li vediamo senza guardarli, questi gioielli delle fognature, bassorilievi decorati con i simboli più svariati, paesaggi, animali, sigle, geometrie.
Dal 24 marzo al 31 ottobre 2010 si contrae al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara il matrimonio più strano dell'anno: quello tra i reperti etrusco-greci esposti al piano nobile e queste icone dell'era industriale che fanno bella mostra di sé nel loggiato del Cortile d'Onore.
Il pretesto è celebrare una sorta di gemellaggio tra Svezia e Ferrara. Il Museo Archeologico Nazionale vuole ricordare il re archeologo Gustavo VI Adolfo di Svezia che negli anni Sessanta partecipò con grande entusiasmo agli scavi archeologici della necropoli di Spina-Valle Pega; il Museo Internazionale delle Ghise vuole festeggiare il tombino donato tre anni fa al museo dall'amministrazione comunale di Stoccolma e il  Riconoscimento alla città, da parte della Commissione Europea, del titolo di "prima capitale Verde d'Europa" per l'impegno allo sviluppo sostenibile.
In occasione dell'inaugurazione della mostra, il 24 marzo, e della conferenza in ricordo di Re Gustavo VI, in programma per il giorno seguente (ore 16.30) sarà presente a Ferrara l'Ambasciatore di Svezia presso il Quirinale, Anders Bjurner.

Il chiusino di Stoccolma, donato nel 2007 dall'amministrazione comunale della cittàSi deve a Stefano Bottoni, diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna e direttore artistico del Ferrara Buskers festival, la fondazione di un museo definito dal MIT, Massachussetts Institute of Techology di Boston, "unico al mondo", il Museo Internazionale delle Ghise (International Manhole Cover Museum) di Ferrara.
Nato inizialmente come raccolta fotografica, nel 1998, il progetto ha poi preso letteralmente corpo con la donazione del primo tombino da parte della città di Praga, fino a diventare una vera e propria collezione a partire dal 2007. Attualmente la raccolta è ospitata in uno spazio antico del Comune di Ferrara, dietro il Monastero di Sant'Antonio in Polesine, ed è aperta solo su richiesta.
La mostra allestita nel loggiato del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (via XX Settembre, 122) è quindi un'imperdibile occasione per fare conoscenza con un patrimonio storico/artistico assolutamente fuori dal comune.

Sono tanti i pezzi particolari, dal tombino di Valencia con il marchio del pipistrello di Fagundo Bacardi, lo stesso che appare nell'etichetta dell'omonimo rhum, a quello di Berlino con i principali palazzi storici e la Porta di Porta di Brandeburgo, a quello di Praga con la Torre del Ponte di Mala Strana.


Ayuntamento de Valencia - Año 1926


Berliner

La storia dei tombini è affascinante e suscita curiosità: il chiusino di Danzica, con la corona e due croci, ricorda che dal suo porto partirono i Crociati per la Terrasanta, quello di Atene è a cerchi concentrici, quello di Roma, con il fascio littorio, ci ricorda che su queste ghise sono passati i carri armati della II Guerra Mondiale.


Municipio del la Habana


Cesky Krumlov (Repubblica Ceca)

“Le città devono diventare libri di storia per guardare al futuro” ha detto il Sindaco di Praga, Vladimir Vihan, donando il primo tombino in ghisa.
E in fondo chi ci impedisce di vedere in questi robusti manufatti di forma tonda o quadrata, rozzi e pesanti, forgiati per sfidare il tempo, una specie di medaglia che ogni città si attribuisce per attirare l'attenzione su quel mondo sotterraneo che la fa funzionare.

26 settembre 1963, Sua Maestà Gustavo Adolfo Re di Svezia scava la tomba 1323 durante la visita agli scavi di Valle TrebbaGustavo VI di Svezia, il Re archeologo
Figlio di re Gustavo V, Gustavo VI Adolfo re di Svezia (Stoccolma 1882 - Hälsingborg 1973) succedette al padre nel 1950, caratterizzando il proprio regno da un profondo rispetto per la Costituzione. Fin da giovane ebbe vivissima la passione per la ricerca archeologica, dirigendo diversi scavi e acquistando fama di valente studioso con numerosi contributi scientifici.
Grande appassionato di archeologia, il Re di Svezia parlava alla perfezione l'italiano e chi l'ha conosciuto ne conserva il ricordo non solo di amante dell'arte e della cultura, ma anche di persona umile, gentile e schietta.
L'amore per l’archeologia l’aveva già portato nel territorio laziale dove, armato di paletta e piccozza, aveva condotto, d’intesa con l'Istituto Svedese di Studi Classici a Roma, gli scavi pluriennali a Acquarossa, Luni sul Mignone e nell'acropoli di San Giovenale che gli erano valsi, nel 1955, la laurea ad honoris causa conferitagli dall'Università di Oxford.
Lo stesso anno il re Gustavo Adolfo di Svezia aveva anche avviato gli scavi di Morgantina, in provincia di Enna, che hanno restituito statuette, monete, frammenti architettonici nonché un tesoro di argenti antichi e la celeberrima statua di Venere illegalmente trafugati e venduti agli Stati Uniti e di cui è imminente il rientro in Italia.
Negli anni Sessanta fu a Ferrara, dove seguì con grande entusiasmo gli scavi nella necropoli di Spina-Valle Trebba.
Morì nel 1973 all’età di 91 anni dopo aver regnato per 23, dal 1950 fino alla morte.
Il comune di Blera, a una trentina di chilometri da Viterbo, in Tuscia, ha intitolato al suo nome il Museo Civico cittadino

L'International Manhole Cover Museum di Ferrara
I tombini in ghisa sono la parte visibile di quelle reti di gallerie e condotte sotterranee per le acque di scarico che hanno rappresentato la ripresa della civilizzazione urbana in Europa dopo i periodi bui del degrado e delle grandi pestilenze che avevano devastato le popolazioni delle grandi città. In molti casi, come quelli esposti nel Museo delle Ghise, si tratta di manufatti speciali, prodotti di un'accurata arte fusoria, che hanno seguito negli anni la vita, la storia della città e della sua araldica, che hanno subito le intemperie, il passaggio dei carri prima e delle auto poi, immutabili eterni spesso trascurati, ignorati oggi trovano questa strada per parlare, per raccontare le loro storie qui a Ferrara o dal Baltico alla Spagna, dall'Inghilterra alla Grecia. Non è un caso che il progetto del Museo delle Ghise, o International Manhole Museum, nato per iniziativa di Stefano Bottoni, si tenga nella terra che ha visto fiorire nella città di Spina l'antica civiltà degli Etruschi, i primi in Italia ad introdurre l'arco e la volta e a costruire città con poderose cinte murarie, strade lastricate e fognature.
Il tombino in ghisa è un manufatto, tondo o quadrato, spesso sottovalutato, tipico dell'ambiente urbano. Stefano Bottoni ha raccolto una cospicua collezione con pezzi provenienti da tutto il mondo. Molti di questi pezzi si distinguono per una concezione grafica e una resa dei motivi ornamentali che presuppongono una grande abilità di esecuzione e che sono un vero e proprio tributo agli anonimi ideatori e fonditori che li hanno creati e dei quali ben poco sappiamo.
Ora possiamo iniziare a parlare di “arte dei tombini” e concepire una Storia di questa industria (la prima pubblicazione relativa a tombini in ghisa sembra essere il Catalogo della Fonderia della città di Philadelphia, Usa, risalente al 1860, ma ora potrebbero venire alla luce cataloghi precedenti). Possiamo caratterizzare questi manufatti da un punto di vista stilistico, riflettere sul design funzionale dei diversi tipi di copertura, identificare i realizzatori. Bottoni ci ha fatto aprire gli occhi su un artigianato, un' industria, e soprattutto un'arte che da sempre sta sotto ai nostri piedi.

 

Promosso da:

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e International Manhole Museum (Bottoni Manhole Collection) di Ferrara

Quando:

da mercoledì 24 marzo a domenica 31 ottobre 2010

Orari: dal martedì alla domenica, 9-14
Città: Ferrara
Luogo: Museo Archeologico Nazionale, Loggia del Cortile d'Onore
Indirizzo: Via XX Settembre n. 122
Ingresso: intero € 4,00 - ridotto € 2,00 - gratuito per under 18 e over 65
gratuito dal 24 al 27 marzo (Salone del restauro di Ferrara) e dal 16 al 25 aprile (XII Settimana della Cultura)
Provincia: Ferrara
Regione: Emilia-Romagna
Info: Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, tel 0532.66299 sba-ero.museoarchferrara@beniculturali.it
International Manhole Museum (Bottoni Manhole Collection) di Ferrara,  info@manholemuseum.itwww.manholemuseum.it
 

Pagina a cura di Carla Conti, informazioni di Stefano Bottoni