L'inaugurazione delle nuove sale rappresenta l’ultima tappa di un articolato
percorso di valorizzazione che il museo ha intrapreso a partire dal 2007. Le
quattro nuove sale ubicate al piano terra, e mai aperte al pubblico, sono
dedicate rispettivamente all’abitato di Spina, ai popoli, alle scritture e ai
culti documentati in questo grande centro dell’antichità affacciato
sull’Adriatico. Nell’ultima sala trova posto una delle due biblioteche virtuali.
Al primo piano, una zona relax destinata ai visitatori mette a disposizione il
banco tattile, il percorso per non vedenti, gli apparati multimediali
interattivi delle nuove sale espositive situate al piano terra e la biblioteca
virtuale.
Inaugurazione
Venerdì 14 ottobre
ore 18
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Via XX settembre n. 122
Venerdì 14 ottobre alle 18.00 si inaugurano ufficialmente i nuovi
allestimenti di Palazzo Costabili, o di Ludovico il Moro, dal 1935 sede del
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, dedicato a Spina. L'inaugurazione sarà
presenziata dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
dell'Emilia-Romagna, Carla Di Francesco, dal Soprintendente per i Beni
Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, dal direttore del
Museo, Caterina Cornelio, dal presidente della Provincia di Ferrara Marcella
Zappaterra, dal sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, e dal vice sindaco e
Assessore alla Cultura Massimo Maisto. Saranno anche presenti il Prefetto,
Provvidenza Raimondo e il deputato del Pd, Dario Franceschini
Il museo, allestito nel pregevole complesso architettonico progettato nel 1500
da Biagio Rossetti per il nobile ferrarese Antonio Costabili, conserva le
testimonianze di uno dei più interessanti ritrovamenti archeologici del XX
secolo: la necropoli e l’abitato di Spina - la città etrusca sorta sul Po, in
fregio alle sponde del Mar Adriatico (fine VI – metà III secolo a. C.). - che ha
restituito agli studiosi un nucleo di materiali giunto in gran parte integro
fino a noi, grazie alle straordinarie condizioni ambientali di giacitura delle
antiche vestigia, naturalmente protette dalle acque della laguna di Comacchio.
Ai laboriosi interventi su struttura, decorazioni pittoriche, sale espositive e
giardini, mirati a rendere compiutamente fruibile il ricco contesto, è stata
affiancata una complessa e radicale operazione, volta a “comunicare “ secondo
criteri moderni contenitore e contenuto.
Dal 2007 il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara è stato al centro di una
serie di iniziative tese a restituirgli il primato culturale che gli spetta;
iniziative intensificatesi nel 2010, anno di apertura al pubblico di alcuni
spazi - Sala delle piroghe e Sala degli Ori, il Giardino neo-rinascimentale e il
Giardino di Levante - e di presentazione dell’apparato didattico
dell’esposizione del piano nobile.
Ora l’inaugurazione delle nuove sale rappresenta solo l’ultima tappa di questo
articolato percorso di valorizzazione.
Si tratta di quattro nuove sale ubicate al piano terra, e mai aperte al
pubblico: la sala grande, interamente dedicata all’abitato di Spina, una seconda
sala con gli affreschi delle sibille e dei profeti realizzati dal Garofalo e da
Dosso Dossi, dedicata ai popoli e alle scritture di Spina, una terza sala con
gli affreschi che raffigurano le storie di Giuseppe, sempre del Garofalo e del
Dossi, dedicata ai culti e una quarta sala in cui si trova una delle due
biblioteche virtuali.
L’apertura inoltre, al primo piano, di una zona relax, un vero e proprio salotto
che permetterà ai visitatori di soffermarsi e vivere più a lungo il museo, nella
quale ha trovato posto il banco tattile, il percorso per non vedenti, gli
apparati multimediali interattivi delle nuove sale espositive situate al piano
terra, le biblioteche virtuali sono alcune delle proposte tese ad avvicinare il
pubblico all’esperienza museale in modo innovativo.
Le sezioni del Museo dedicate a Spina si articolano su due piani e presentano al
pubblico materiali di eccezionale valore storico e artistico, testimonianza dei
numerosi traffici commerciali intercorsi tra l’antica città portuale etrusca,
“vissuta” dalla fine del VI secolo a. C. alla metà del III secolo a. C., e il
Mediterraneo e del suo rapporto privilegiato con Atene.
Al museo si accede entrando nel suggestivo e raffinato Cortile d’Onore da via XX
Settembre, l’antica via della Ghiara, così chiamata per le ghiaie lasciate da un
affluente del Po che lì scorreva.
Al piano terra è possibile visitare la Sala del Tesoro, la riallestita sala
delle piroghe – affacciate entrambe sul Giardino di Mezzogiorno - e la sezione
intitolata all’abitato della città, che rappresenterà il nuovo inizio del
percorso museale della realtà spinete.
La Sala del Tesoro, la più famosa e riccamente decorata di Palazzo Costabili,
realizzata tra il 1503 e il 1506 da Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno dei
più importanti rappresentanti della scuola ferrarese rinascimentale, è stata
riportata allo splendore dei colori originari a seguito di lunghi e accurati
restauri.
La volta affrescata è ispirata alla celebre Camera degli Sposi dipinta da Andrea
Mantegna al Palazzo Ducale di Mantova. Ai lati una magnifica balconata è
affollata di personaggi e rappresentazioni festanti, dipinte per offrire un’idea
del clima di svaghi e letizia che caratterizzava la vita degli aristocratici del
tempo. La sala è un hortus conclusus, un giardino segreto voluto dal padrone di
casa per i suoi importanti ospiti. A queste illustrazioni se ne sono aggiunte
altre nel 1517, tra le quali di particolare interesse è la raffigurazione del
mito di Eros e Anteros.
La sala delle piroghe ospita eccezionali reperti del III-IV secolo d. C.: due
imbarcazioni monossili scoperte nel 1940 in Valle Isola, nei pressi di
Comacchio, in provincia di Ferrara, scavate e condotte al Museo, ove si trovano
dal 1948. Il progetto di rivalorizzazione ha puntato su una nuova concezione
illuminotecnica e su supporti di tecnologia avanzata dei relitti, la descrizione
dei quali è affidata a pannelli che raccontano anche la storia della scoperta
archeologica, la particolare tipologia navale e il restauro delle due
imbarcazioni.
La sezione dedicata alla città di Spina si apre con la sala dell’abitato, per la
prima volta illustrato con dovizia di materiali, che illustrano sia gli aspetti
urbanistici e architettonici dell’insediamento deltizio, sia la vita quotidiana
degli Spineti; aspetti, questi, ulteriormente esplicati da apparati multimediali
che narrano in modo suggestivo la storia e la vita della città. Seguono le sale
dei culti e della scrittura, ove pure sono collocati video- guida degli
argomenti trattati. La biblioteca virtuale, situata nella sala della “Cappelletta”,
rappresenta per il visitatore il trait - d’union con il piano nobile e chiude il
percorso a piano terra, dedicato “alla città dei vivi”.
Lasciato il piano terra, salendo il monumentale scalone in marmo con decorazioni
attribuite a Gabriele Frisoni, si accede alle logge del piano nobile, al Salone
d’onore, o delle Carte Geografiche, con decorazioni cartografiche realizzate
negli anni Trenta, per esaltare e spiegare i luoghi in cui sorse Spina, e, dopo
la consultazione di un’altra biblioteca virtuale, alle sale espositive destinate
“alla città dei morti”.
Il piano nobile, nucleo originario del Museo, è interamente dedicato alla
necropoli della città etrusca; di essa viene esposta una significativa
campionatura delle oltre 4.000 tombe rinvenute in Valle Trebba e Valle Pega. I
materiali recuperati attraverso gli scavi, presentati secondo un ordine
cronologico e per contesti tombali, costituiscono una raccolta unitaria dal
punto di vista topografico e culturale di eccezionale valore.
La raccolta annovera pezzi di rara bellezza: ceramiche attiche, di provenienza
ateniese, a figure nere e a figure rosse, tra cui la preziosa anfora panatenaica
a figure nere attribuita al Pittore di Berlino (480-470 A.C.), unico esemplare
di questa tipologia di vasi rinvenuto a Spina, il cratere del Pittore dei
Niobidi, oppure le kylikes del Maestro di Pentesilea, o, a imitazione di più
preziosi esemplari in argento, la patera in stagno con la raffigurazione
dell’apoteosi di Heracles e delle sue nozze con Hebe. Notevoli i manufatti in
bronzo, di varia tipologia e utilizzo, come i candelabri sormontati da cimase
con rappresentazione simboliche, brocche, teglie e boccali, altri vasi e
suppellettili in ceramica, come il pregevole e raro stamnos itifallico, e ancora
boccali configurati (rytha), i meravigliosi piatti da pesce decorati, ai quali è
dedicata una sala intera, senza dimenticare i sontuosi “preziosi” esposti, con
la prestigiosa consulenza della Maison Bulgari, nella bellissima “Sala degli
Ori”: gioielli in oro, argento, ambra, pasta vitrea, balsamari di varie fogge (alabastron,
amphoriskos, aryballos, oinochoe) e la raffinatissima statuetta in avorio
raffigurante una coppia stretta in uno struggente abbraccio.
L’esposizione al piano nobile si arricchirà di nuovi ampliamenti: la sala relax,
in cui, complemento d’arredo eccezionale, è stato allestito con “pezzi”
autentici il banco tattile, il percorso per ipovedenti e non vedenti e le aule
didattiche, dotazione per la prima volta realizzata nel Museo di Ferrara.
Un’ultima nota è per i giardini di Palazzo Costabili. Straordinario esempio di
giardino formale storico è il Giardino di Mezzogiorno, una realizzazione
botanica in stile rinascimentale artatamente creata negli anni Trenta. Fu
organizzato tentando di rievocare le geometrie classiche del giardino
all’italiana, pur mantenendo intatti i percorsi delineati precedentemente. Negli
anni Cinquanta l’aggiunta di nuovi elementi - il labirinto di siepi, la galleria
delle rose, le ripartizioni interne delle aiole, la piantumazione di nuove
essenze - ha compromesso il nitore del disegno originale. Oggi il giardino si
presenta in tutto il su fascino, merito anche del progetto di restauro
2009-2010, elaborato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con la
collaborazione di specialisti del settore. Studi approfonditi ne hanno permesso
una minuziosa ricostruzione storica, mirata alla conoscenza del contesto e alla
ridefinizione degli spazi verdi del complesso monumentale.
Diversamente suggestivo è il Giardino di Levante, nel quale alle aiuole -
rivisitate alla luce degli studi preventivi alla sistemazione degli spazi verdi-
e alla vera da pozzo è stato affiancato uno spazio dedicato all’esposizione di
alcuni segnacoli funerari recuperati dagli scavi di Spina, evocativo della
distribuzione delle sepolture nella necropoli.
Ferrara, Museo Archeologico Nazionale
Via XX Settembre n. 122
info 0532.66299
Promosso da: |
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna |
Quando: |
venerdì 14 ottobre 2011, ore 18 |
Città: | Ferrara |
Luogo: | Museo Archeologico Nazionale |
Indirizzo: | Via XX Settembre n. 122 |
Provincia: | Ferrara |
Regione: | Emilia-Romagna |
Pagina a cura di Carla Conti, informazioni di Caterina Cornelio