Una suggestiva immagine dell'area interessata
dagli scavi archeologici
Il castello venne eretto in epoca medievale su un'area interessata
dall’affioramento di uno sperone di gesso. La struttura fortificata -costituita
dal complesso torre, palazzo e cappella- fu collocata alla sommità di questo
sperone e
protetta da un’imponente cinta muraria.
Gli scavi hanno interessato tre distinti
settori, portando alla luce una necropoli, nei pressi dell’edificio religioso,
il cui impianto risale alla fine del VII secolo, ed un “borgo” con piccole
abitazioni a più ambienti, il cui impianto deve risalire al XII secolo e che
risulta abbandonato alla metà del 1400.
La necropoli utilizzata dall'VIII al XIII secolo
Questo termine cronologico è stato desunto con certezza in seguito allo studio dei materiali recuperati nelle varie campagne: centinaia di forme diverse di vasellame ceramico, spesso ricostruito quasi integralmente, realizzato prevalentemente in ceramica graffita e dipinta, tipologia diffusa dal 1400 fino al tardo rinascimento, oltre ad esemplari in marmorizzata, maiolica ed invetriata, che ci documentano l’evolversi della moda per questi recipienti da mensa fino ad età moderna.
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L'elegante meridiana da viaggio del XIV secolo
Tra il materiale spiccano utensili di vario utilizzo in metallo, dall’elegante meridiana da viaggio alle più economiche lucerne in bronzo per giungere alle monete in oro ed argento utilizzate tra il ‘500 ed il 1600.
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Questa mostra è il frutto di una ricerca condotta in maniera pluridisciplinare, che ha visto la partecipazione di più enti, pubblici e privati: la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, il Gruppo Archeologico Albinetano e la ditta Archeosistemi di Reggio Emilia che hanno condotto le campagne di scavo, il Comune di Albinea che ha contribuito finanziariamente alla realizzazione degli scavi e il Comune di Reggio Emilia che ha offerto tramite i propri Musei Civici la sede cittadina per l’allestimento.