I PREDATORI DELL'ARTE PERDUTA: IL SACCHEGGIO DELL'ARCHEOLOGIA IN ITALIA
presentazione del volume di Fabio Isman
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Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
in collaborazione con Skira Editore

presentano il volume di Fabio Isman
I predatori dell’arte perduta
Il saccheggio dell’archeologia in Italia

giovedì 12 novembre 2009, alle ore 17,15
BOLOGNA, Museo Civico Archeologico

Via dell'Archiginnasio 2

Intervengono

Luigi Malnati
Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
Paolo Giorgio Ferri
Sostituto procuratore della Repubblica Roma
Generale Giovanni Nistri
Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Roma

Sarà presente l’autore

Viaggio nel mercato clandestino delle antichità
Perché il reperto paga, persino più della droga. Ed è meno rischioso

Il mercato clandestino di antichità vanta in Italia numeri da brivido: 10 mila le persone implicate, tra tombaroli, intermediari e grandi mercanti, un milione gli oggetti trafugati e ricettati, migliaia i siti archeologici della Penisola sistematicamente violati e devastati, dozzine i grandi musei americani ed europei coinvolti e chissà quanti i collezionisti privati nel mondo, i più misteriosi.
Giovedì 12 novembre (ore 17.15), al Museo Civico Archeologico di Bologna, Fabio Isman presenta il suo libro “I predatori dell’arte perduta”. Intervengono Stefano De Caro, Direttore Generale per le antichità del Ministero per i beni e le attività culturali, Paolo Giorgio Ferri, Sostituto procuratore della Repubblica Roma, e il Generale Giovanni Nistri, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Roma mentre Stefano De Caro, Direttore Generale per le antichità del Ministero per i beni e le attività culturali, non potendo essere presente per sopravvenuti impegni, è sostituito dal Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Luigi Malnati.

Inviato speciale de "Il Messaggero" e titolare per molti anni della rubrica La pagina nera su "Art e Dossier", Fabio Isman si occupa dal 1980 prevalentemente di beni culturali. Il suo volume illustra quella che l’autore definisce “la Grande Razzia”, 30 anni di saccheggio sistematico del nostro patrimonio archeologico, perpetrato nonostante gli sforzi del nucleo Carabinieri incaricato del recupero delle opere d’arte e dei magistrati che devono operare in un quadro legislativo per nulla edificante.
Basandosi su interviste e documenti giudiziari, Isman ricostruisce, come mai era stato fatto, la massima devastazione d’arte e cultura che abbia colpito un Paese occidentale nell’ultimo secolo.
I predatori hanno scavato, esportato e messo sul mercato nero milioni d'oggetti, tra cui capolavori senza eguali o simili in nessuna collezione o museo. «Anche frantumandoli di proposito per accrescerne il valore -scrive Isman- Perché se un museo possiede parte di un vaso, pagherà tantissimo per avere anche gli altri frammenti». Gli oggetti trafugati superano di gran lunga quelli ritrovati: in 40 anni, i Carabinieri ne hanno recuperati 800 mila, monete comprese, un rapporto di 40 a 1.
E forse nessuno pagherà per questo.
Perché il reperto non solo rende, perfino più della droga, ma comporta meno rischi. Nessun cane fiuta l’oggetto antico negli aeroporti, l’overdose di reperti non causa la morte, lo spaccio archeologico è più discreto, quindi più sicuro. E che dire dei guadagni? Un pezzo ben piazzato può centuplicare il suo valore. Chi smercia archeologia rischia pochissimo. «Al massimo dice il Pm Ferri- si fa una passeggiata in carcere; ma poi esce alla svelta». Per una condanna occorre tanto di quel tempo, che i reati dei predatori, il più delle volte, raggiungono felicemente l'estinzione.

Fabio Isman
I Predatori dell’arte perduta. Il saccheggio dell’archeologia in Italia
prefazione di Giuseppe De Rita
Milano, 2009
15 x 21 cm, 256 pagine, € 19,00
Editore SKIRA

La prefazione di Giuseppe De Rita, fondatore del Censis
Come leggere tanti "gialli"
E' come se si leggesse una serie di piccoli libri gialli, uno per oggetto trafugato e la relativa vicenda mercantile. Tutti però intrecciati ed inseparabili: la Grande Razzia è un unitario film a trama serrata, in cui i protagonisti son sempre sulla scena ognuno per la sua parte; e la loro forte caratterizzazione (sono tutti veri personaggi, a grande caratura) li configura come maschere indimenticabili.
Ci si ritrova partecipi di un mondo sommerso, con comportamenti sempre ai limiti del segreto. Si rivive un circuito sempre omertoso di scavatori, mercanti, restauratori, collezionisti e musei, spesso a giunture così strette da apparire un fenotipo storico "accaduto una volta ma non ripetibile". Si scoprono furbizie inattese, si conoscono spregiudicatezze impensabili, come la vendita a rate dei frammenti, per ricavarne sempre di più. Si ritrovano risvolti da pesante odore di devianza meridionale e forse mafiosa, ma anche risvolti di devianza altamente patinata (penso a Maurice Tempelsman, grande mediatore di reperti illegali ma anche il più importante dei tagliatori mondiali di diamanti e l'ultimo compagno di Jacqueline Kennedy). Ci si trova a immaginare da un lato Pietro Casasanta, il re dei tombaroli che ha scavato per 50 anni e «sul lavoro non mi hanno mai beccato», e dall'altro il sodalizio sentimental-affaristico fra due grandi mercanti (Symes e Christo) vissuto ad un altissimo grado di mondanità e finito nelle ire debitamente funeste di una spartizione ereditaria. E sorprende constatare quanta impudicizia circoli in grandi e prestigiose sedi di transazione dei vari oggetti (da Sotheby's a Christie's, dal Getty al Metropolitan) che si vendono e rivendono i pezzi con l'unica non dichiarata motivazione di dare una parvenza di legittimità a impossibili proprietà e improbabili provenienze.
Fabio Isman, inviato speciale de “Il Messaggero” e per 10 anni titolare della rubrica La pagina nera su “Art e Dossier”, dal 1980 si occupa prevalentemente di patrimonio culturale. Da solo o con altri, ha pubblicato finora 24 libri, di cui 18 dedicati all’arte e alla cultura in Italia.

Promosso da:

Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Skira Editore

Quando:

giovedì 12 novembre 2009, alle ore 17.15

Città: Bologna
Luogo: Museo Civico Archeologico
Indirizzo: Via dell'Archiginnasio 2
Provincia: Bologna
Regione: Emilia-Romagna
 

Pagina a cura di Carla Conti, informazioni di Lucia Crespi, Ufficio Stampa Skira