OTIUM LUDENS
Stabiae, cuore dell'Impero Romano
mostra
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“Otium Ludens”, vita e piaceri nelle ville dell’antica Stabiae sepolte dal Vesuvio

Ravenna unica tappa italiana per questa mostra allestita nel complesso di San Nicolò

Dopo il grande successo riscosso in Russia e Cina e prima di raggiungere gli Stati Uniti e l’Australia, arriva a Ravenna - unica tappa italiana - la mostra “Otium Ludens - Stabiae, cuore dell’Impero Romano”, il nuovo evento espositivo che la Fondazione RavennAntica propone dal 14 marzo nel Complesso di San Nicolò in collaborazione con il Comune di Ravenna e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna. Curata dal prof. Pietro Giovanni Guzzo, Soprintendente Archeologo di Napoli e Pompei, e dalle dott.sse Giovanna Bonifacio e Annamaria Sodo, la mostra è organizzata dalla Regione Campania, Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali, dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e dalla Fondazione Restoring Ancient Stabiae, con il coordinamento di 2smART.


Pannello con villa, Collina di Varano, Villa San Marco, stanza 50, Castellammare di Stabia
Foto Archivio Nicola Longobardi Editore

“Otium Ludens” presenta 170 straordinari reperti tra affreschi, stucchi ed oggetti, tutti provenienti da 8 ville marittime dell’antica Stabiae, molti dei quali restaurati e proposti per la prima volta al pubblico italiano. Di grande bellezza e suggestione sono, soprattutto, un centinaio di affreschi, alcuni stucchi e oggetti in bronzo recuperati lungo la collina stabiese di Varano, sommersa nel 79 dopo Cristo dalle ceneri del Vesuvio. Prima tappa dell’esposizione, concepita per fare conoscere agli appassionati di tutto il mondo le ville stabiane, è stato il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (fra il dicembre 2007 e il marzo 2008), che ha richiamato ben 500.000 visitatori, con un successo tale da convincere gli organizzatori a prorogarla di 50 giorni. La seconda tappa ha avuto come scenario il Museum of Art di Hong Kong. L’autorevole quotidiano inglese “The Times” ha considerato la mostra nel novero delle migliori dieci proposte nel 2008.

Maschera, Secondo Complesso, stanza 17, Castellammare di Sabia - Foto Archivio Nicola Longobardi EditoreA nessuno sfugge, naturalmente, la continuità fra la mostra organizzata da RavennAntica lo scorso anno -“Otium. L’arte di vivere nelle domus romane di età imperiale” - e il nuovo evento “Otium Ludens”. A partire dal titolo, infatti, c’è un filo rosso che collega le ville antiche di Ravenna e del suo territorio, con le ville dell’area vesuviana. In particolare, la località di Stabiae, splendidamente affacciata sul golfo di Napoli, era famosa già in antico per le sue sfarzose ville dell’otium, che costituivano i luoghi di ritiro ideali della famiglie di Roma più potenti economicamente e politicamente. In queste lussuose abitazioni le classi senatoriali ed equestri ostentavano tutto il loro potere sociale e i proprietari coltivavano i propri interessi culturali, curavano la propria formazione e la curiosità intellettuale, oltre a ristorare il corpo.
I primi scavi di Stabiae furono promossi dal Re di Napoli Carlo di Borbone, dal 1749 al 1782, nello stesso periodo in cui si cominciò a portare alla luce Pompei ed Ercolano. Dopo aver disegnato piante dettagliate delle strutture esplorate, Stabiae fu di nuovo sepolta e dimenticata fino al 1950, allorquando Libero D’Orsi, Preside di una scuola media di Castellammare di Stabia, riscoprì il sito archeologico e riaprì gli scavi.
Solo una piccola parte delle scoperte documentate nel XVIII secolo sono state riportate alla luce ed aperte al pubblico.  Ancora oggi un’estesa area del sito di Stabiae è inesplorata. È per questo motivo che nel 2001 nasce la Fondazione Restoring Ancient Stabiae, con lo scopo di realizzare il Parco Archeologico di Stabia Antica.

Nell’ambito delle attività di promozione del progetto, la Fondazione Restoring Ancient Stabiae, insieme a Regione Campania e Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, ha organizzato due mostre itineranti di reperti provenienti dalle ville romane di Stabia: “Otium ludens” e “In Stabiano. Exploring the ancient seaside villas of the Roman élite”. Quest’ultima rappresenta il primo prestito a lungo termine del patrimonio culturale italiano avvenuto sotto l’egida del protocollo d’intesa del 2002 tra Italia e Stati Uniti, grazie al quale questi prestiti sono Architrave con volatile, S. Antonio Abate, Casa Salese, Castellammare di Stabia - Foto Archivio Nicola Longobardi Editorepossibili per le istituzioni statunitensi che partecipano agli scavi ed alla conservazione dei siti italiani. “In Stabiano” fu così inaugurata nel 2004 allo Smithsonian National Museum of Natural History di Washington DC ed ha accolto oltre tre milioni di visitatori in varie città degli Stati Uniti. L’obiettivo delle mostre RAS è promuovere le ricchezze storico-artistiche del territorio vesuviano, attivando un nuovo flusso turistico verso l’area, e coinvolgere grandi università straniere nel progetto di realizzazione del Parco Archeologico di Stabia Antica.

La mostra è introdotta dal video “Stabiae, the last night” una ricostruzione virtuale di Villa San Marco e dell’eruzione del 79 d.C. L’allestimento è progettato dagli architetti Angela Vinci e Salvatore Abbate, già nelle edizioni straniere, e si avvale della preziosa collaborazione dell’arch. Paolo Bolzani per la tappa ravennate, prevedendo un percorso che, confrontandosi con le importanti preesistenze della chiesa di San Nicolò, illustra le ville rustiche e poi quelle marittime. L’esperienza del visitatore è inoltre arricchita dalla creazione di un “paesaggio sonoro”, che fa da sfondo agli affreschi, registrato ed elaborato dai Synaulia, un gruppo di studiosi ed artisti di fama internazionale che svolgono ricerche sui suoni e sugli strumenti antichi.

Proponendo quest’esposizione a Ravenna, la Fondazione Parco Archeologico di Classe instaura un nuovo rapporto di collaborazione con l’area vesuviana e in particolar modo con Castellammare di Stabia, consentendo allo stesso tempo al pubblico di ammirare un corpus di meravigliosi affreschi antichi e di conoscere meglio l’eccezionale realtà archeologica campana. Fra la primavera e l’estate 2009, Ravenna sarà dunque una tappa obbligata per vivere nuove emozioni all’insegna dell’archeologia e per scoprire nuovi aspetti dell’otium e dei piaceri degli antichi, che così tanta curiosità, ammirazione e nostalgia suscitano in noi moderni.
 

Promosso da:

Fondazione RavennAntica, Comune di Ravenna, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Regione Campania, Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali, Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e Fondazione Restoring Ancient Stabiae, con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Acmar, Coop Adriatica, Camera di Commercio di Ravenna, Hera Ravenna, Enipower di Ravenna, Itway, Assicoop Ravenna, Maioli Spa, Atm Ravenna, Il Resto del Carlino, GeoLab

Quando: inaugurazione venerdì 13 marzo 2009
Aperta al pubblico dal 14 marzo al 4 ottobre 2009 (prorogata fino al 1 novembre 2009)
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18,30
Costo biglietto:

€ 4,00 - ridotto € 3,00 - Gruppi Adulti (minimo 15 persone): € 2,00 - Scolaresche: € 2,00 a studente - Visite guidate su prenotazione: € 20,00 per le scuole, € 25,00 per gruppi adulti -
Riduzioni per Studenti, Cral, Coop, Touring Club, Arci, Fai, ICOM, Ascom Ravenna, Associazione Ostelli, Accompagnatori di disabili

Prenotazione: facoltativa
Città: Ravenna
Luogo: Complesso di San Nicolò, detto la Cavallerizza
Indirizzo: ingresso in Via Rondinelli n. 6
Provincia: Ravenna
Regione: Emilia-Romagna
INFO: 0544.36136 - 0544.213371
Sito internet: www.otiumludens.com
Ufficio stampa: M. Vittoria Venturelli - Raffaella Branzi Maltoni  Tel. 0544.36136 Fax. 0544.242634  Cell. 335.1428176
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