IL MONASTERO SVELATO
Nuove scoperte nell’area della Pieve di Colombaro a Formigine (MO)

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Nell'ottobre 2017 sono terminate le indagini archeologiche a Colombaro di Formigine, nell’area di pertinenza comunale adiacente alla Chiesa di S. Giacomo Maggiore.
Gli scavi hanno individuato un grande complesso architettonico risalente al XII-XIII secolo (riferibile all’antico monastero-ospitale di Colombaro) di cui sono riusciti a evidenziare la planimetria pressoché completa.
Le indagini sono state condotte sul campo dagli archeologi della ditta ArcheoModena, sotto la direzione scientifica di Sara Campagnari, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Gli scavi nell'area delle strutture bassomedievali
Scavi in corso sulle strutture murarie basso-medievali

Gli scavi hanno preso avvio nel maggio 2016. I sondaggi richiesti dalla Soprintendenza per la verifica archeologica preventiva dell’area interessata dalla costruzione di un edificio parrocchiale, hanno subito evidenziato la presenza di strutture murarie non note in precedenza. Ampi tratti murari, costruiti con grossi ciottoli fluviali, che fin da subito hanno fatto pensare alla presenza, sotto appena 50 cm. di terreno, di una struttura piuttosto articolata.
Nel corso del 2017 l’indagine si è estesa. Oltre all’area parrocchiale è stata indagata anche l’area di pertinenza comunale, destinata alla realizzazione di una strada e di un nuovo piazzale antistante la Chiesa di S. Giacomo. L’estensione delle indagini ha permesso di delineare l’esistenza di un complesso architettonico incredibilmente ampio ed articolato, probabilmente riferibile proprio a quell’ospitale, menzionato già dalla seconda metà del XII secolo e che venne annesso all’originario monastero di Colombaro. Lo storico Girolamo Tiraboschi riferisce infatti che al monastero originario si aggiunse un Hospitale, ovvero un ospizio per l’accoglienza ed il ricovero dei pellegrini, dedicato a San Giacomo. Tale ospitale risulta menzionato per la prima volta in una carta del 1162.

Veduta panoramica dell'area oggetto delle indagini archeologiche
Veduta panoramica dell'area oggetto delle indagini archeologiche

Le indagini archeologiche hanno indagato complessivamente un’area di circa 2.200 mq. ma l’intero monastero, compresa l’area cimiteriale (estesa lungo il lato a nord dell'ospitale), occupa in totale una superficie di un ettaro e mezzo.
Nonostante la massiccia opera di demolizione subita in antico dalle strutture murarie, i resti delle porzioni fondali (conservate nel terreno) permettono una buona lettura delle diverse fasi edilizie che hanno interessato nei secoli il complesso architettonico.
La prima fase edificatoria pare riferibile al XII-XIII secolo; a questa prima fase si sovrappongono alcuni interventi di sistemazione, riferibili al XIV-XV secolo, e due strutture legate probabilmente ad altre opere di restauro del complesso, una fornace ed una calcara.
All’interno del complesso architettonico, in un settore probabilmente destinato a corte aperta, è stata individuata una fornace per la cottura di laterizi (coppi e mattoni). Si tratta di una fornace, riferibile al XV-XVI secolo, dotata di camera di cottura di forma rettangolare con 6 bocche di alimentazione aperte sul prefurnio. Sul lato nord, al di fuori dell’area del complesso monastico, è stata rinvenuta anche calcara per la produzione di calce, riferibile cronologicamente alla medesima fase della fornace.

La fornace per laterizi in fase di scavo
La fornace per laterizi in fase di scavo

Sul margine settentrionale del complesso indagato è stata inoltre individuata una strada riferibile ad epoca medievale. Larga 3,50-4 metri, è costituita da un battuto in terra frammista a ghiaia, impostato su un selciato, realizzato con grossi ciottoli e scaglie di pietra. La strada, rilevata per un tratto complessivo di circa 50 metri lineari, è posta lungo una direttiva est-ovest e corre tangenzialmente al fronte della chiesa di San Giacomo. Questa strada si inserisce certamente lungo uno dei percorsi calcati dal pellegrinaggio religioso, diretto a Roma. La presenza presso il monastero di Colombaro di un ospitale per l’accoglienza nonché l’intitolazione stessa della chiesa di Colombaro a San Giacomo (il santo protettore dei pellegrini) offrono prova decisiva che Colombaro fosse certamente legata al fenomeno medievale del pellegrinaggio.

Veduta dall'alto della strada medievale
Veduta dall'alto della strada medievale

Sul lato settentrionale del complesso è stata infine individuata un’area cimiteriale riferibile ad epoca basso-medievale (inquadrabile cronologicamente tra il XIV ed il XV secolo).
L’area interessata dal cimitero, indagata solo parzialmente, ha restituito sei tombe in fossa terragna, disposte liturgicamente in senso est-ovest, con capo ad ovest rivolto verso oriente. Anche la chiesa di San Giacomo ricalca il classico orientamento liturgico, con l’altare posto ad est, cioè verso il sole nascente, dunque idealmente verso la rinascita in Cristo.
Come spesso accade per le sepolture cristiane non figurano elementi di corredo all’interno dei sepolcri di Colombaro. Solo in un caso, nella tomba di un giovane, è stata inserita una moneta, probabile ricordo del cosiddetto “obolo di Caronte”, retaggio di età romana.

Veduta parziale dell'area di necropoli di Colombaro
Veduta parziale dell'area di necropoli basso-medievale

Grande stupore ha destato l’individuazione, all’interno di una tomba di una donna, dei resti minuti di un infante di circa un anno/ un anno e mezzo, deposto sul ventre della donna, identificabile presumibilmente nella madre.
E’ intento dell’’amministrazione comunale di Formigine promuovere la realizzazione di una pubblicazione scientifica che, oltre ad illustrare i recenti rinvenimenti di Colombaro, consentirà un’analisi completa del complesso del monastero-ospitale, che, per dimensioni, rappresenta uno dei maggiori complessi monastici con ospitale dell’Emilia Romagna.

Particolare della sepoltura bisoma
Particolare della sepoltura bisoma, con il corpo di un bambino adagiato accanto a quello della madre che quasi sembra proteggerlo


Le indagini archeologiche nel territorio di Formigine e, in particolare, quelle nell'area vicino alla Pieve romanica di San Giacomo, sono state illustrate da Sara Campagnari, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, e dell’archeologo Francesco Benassi di ArcheoModena, che ha condotto i recenti scavi a Colombaro, nel corso di un incontro che si è tenuto il 10 Novembre 2017 nel  Castello di Formigine.