NOVITÀ E SORPRESE NEL NUOVO MUSEO CIVICO DI BELRIGUARDO
Tra i materiali esposti nella sezione archeologica, il diploma del classiario Beuza
nuovo allestimento della sezione archeologica
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Voghiera, Delizia del Belriguardo. La sezione archeologica del museo si arricchisce di 150 reperti mai esposti al pubblico che coprono un periodo che va dall'epoca etrusca a quella bizantina. Clou del percorso i materiali d'epoca romana tra cui spicca il diploma di un militare di origini dalmate, Lucio Bennio Beuza, per 26 anni ausiliario della flotta imperiale di Ravenna

LA SEZIONE ARCHEOLOGICA DEL NUOVO MUSEO CIVICO DI BELRIGUARDO

Rinnovata e riallestita all’interno del restaurato corpo centrale, sotto la cosiddetta “sala delle Bifore”

Delizia del Belriguardo di Voghiera

Nuova sezione archeologica del Museo Civico

Grazie agli sforzi congiunti di Comune e Soprintendenza, il nuovo allestimento si è arricchito di circa 150 reperti finora mai regolarmente esposti, provenienti prevalentemente dagli scavi eseguiti dalla Soprintendenza presso il cosiddetto Fondo Tesoro (area SURE) dove, a partire dal 1984, sono stati messi in luce e documentati i resti di una villa romana di epoca imperiale, sottoposta a una necropoli alto medievale di VI-VII sec. d.C.
Tra gli straordinari manufatti finalmente restituiti alla pubblica fruizione spicca il diploma militare di bronzo rilasciato dall’imperatore Traiano dopo 26 anni di servizio a un ausiliario della flotta imperiale di Ravenna di origini dalmate, Lucio Bennio Beuza, insignito con i suoi discendenti della cittadinanza romana il 12 giugno del 100 d.C., come specifica accuratamente la lunga iscrizione, rifacendosi a un formulario ben noto. Oltre al diploma sono esposti per la prima volta gli altri preziosi reperti bronzei che lo accompagnavano, tra cui spicca per la sua unicità uno straordinario strumento a fiato (è ancora incerto se si trattasse di una tuba o di un cornu) che dovette accompagnare il suo proprietario durante i lunghi anni di servizio militare.
Il percorso è completato dai reperti delle 67 tombe della necropoli imperiale di Voghenza e da un’ampia rassegna dei numerosi materiali recuperati sul territorio, che ne attestano la ricchezza, la densità insediativa e la profondità cronologica, dalla fase etrusca (VI-IV sec. a.C.) fino a quella bizantina (VII sec. d.C.), con un excursus cronologico sino al Rinascimento, documentato dai materiali oggi esposti nella sala delle Vigne preziosamente affrescata.
In previsione dell'esposizione, tutto il materiale è stato oggetto di un nuovo intervento di restauro e pulizia, a cura del personale della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna

Nuova sezione archeologica del Museo Civico

Il Museo Civico del Belriguardo è visitabile nelle giornate di Venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18
Negli altri giorni della settimana solo su prenotazione per gruppi e scolaresche.
La Sala della Vigna è visitabile negli orari di apertura del Museo Archeologico.
info 0532 328511

Il progetto di restauro del museo è stato avviato nel 2006 sotto il funzionario della Soprintendenza Fede Berti. Negli anni seguenti furono predisposti vetrine e ambienti, e a partire dal 2013 l'archeologo SAR-ERO Valentino Nizzo, subentrato nella tutela del territorio, ha iniziato a lavorare sul riallestimento e l’ampliamento dell’esposizione, che ora occupa una sala al piano terra del corpo centrale del Belriguardo.
Le vetrine costituiscono un corpo unitario che conduce a un percorso obbligato. Lo spazio è significativamente aumentato rispetto alla situazione preesistente e ciò ha consentito di ampliare l’esposizione includendo una serie di materiali dagli scavi della villa romana di Fondo Tesoro (area SURE). Tra i reperti più significativi vi sono i bronzi del cosiddetto ripostiglio, con la tabula bronzea dell’honesta missio di Beuza del 100 d.C., la tromba, l’attingitoio, le aplliques, la serratura, i bronzetti figurati (lare, diana) rinvenuti nel contesto. Complessivamente l’esposizione è ampliata di poco meno di 150 reperti, quasi tutti dagli scavi degli anni ’80 nel fondo Tesoro. In totale i materiali ora esposti (inclusi quelli della sezione rinascimentale esposti nella sala delle Vigne) assommano a quasi 900 reperti.
Il nuovo allestimento segue un criterio essenzialmente cronologico e topografico
1) Piccola sezione con i materiali etruschi dal consorzio agrario (i recuperi editi dagli Uggeri)
2) Breve quadro topografico con i materiali di epoca romana dal territorio
3) La villa di età imperiale del fondo tesoro, organizzata, per quanto possibile e i dati lo consentivano, per ambienti e, quindi, per tipologie
4) La necropoli di Voghenza, con le tombe disposte secondo un criterio cronologico e, nei due casi possibili, accorpate in base ai recinti. Le stele relative (congiunte con quelle dal territorio), sono esposte nella parete antistante
5) La necropoli alto medievale rinvenuta nel fondo Tesoro al di sopra della villa citata

Dalla scoperta al museo: cronistoria delle scoperta e della valorizzazione del patrimonio archeologico di Voghiera.
Il “Resto del Carlino” del 13 ottobre 1975 riportava la seguente notizia: “Nei giorni scorsi a Voghenza, un agricoltore (…), arando un terreno posto dietro il campo sportivo ha portato alla luce una lapide romana.”
Articoli dei giorni seguenti raccontano che, subito dopo il rinvenimento, siano giunti sul posto il parroco di Voghenza nonché Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica, don Primo Cristofori, ed il comandante della locale caserma dei carabinieri.
Dopo aver valutato il manufatto rinvenuto a Voghenza, don Primo avverte sia il sindaco di Voghiera Francesco Righetti che la Soprintendenza Archeologica di Bologna.
Il 14 ottobre arrivano così a Voghenza il prof. Babini e il prof. Nereo Alfieri, docente presso l’Alma Mater ed ex Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara per verificare la natura del rinvenimento.
Grazie al parere dei due studiosi e alla portata della scoperta, tra luglio e agosto 1976, sotto la direzione scientifica dall'archeologa della Soprintendenza Fede Berti, parte la prima di sei campagne di scavo che tra il 1976 ed il 1983 riporteranno in luce 67 tombe databili a un arco cronologico che va dal I al III sec. d.C.
Il 27 gennaio 1979, alla presenza della Berti, del sindaco Righetti e del dottor Renzo Cirelli, principale artefice culturale sul territorio voghentino, viene inaugurato l'antuquarium nell’ex sala ACLI della Parrocchia di Voghenza. Il tutto con il sostegno dell’Associazione Cultura e Ambiente di Voghiera creata e voluta dal Dott. Renzo Cirelli (e dal prof. Ottorino Bacilieri) negli anni dei primi scavi di Voghenza, associazione che con i propri volontari ha contribuito per molti anni alla gestione del primo Antiquarium di Voghenza, per poi continuare la collaborazione sino ai giorni nostri.
Nel frattempo, già dal 1977, partono i lavori di consolidamento del torrione del castello di Belriguardo, di cui il Comune è proprietario ormai dal 1970.
Nel 1981 il Comune procede anche all’acquisto di due locali a fianco del torrione di Belriguardo e, nel 1987, viene stabilito che il locali ospitino il nuovo Museo archeologico. Nel 1993 viene preparato uno schema di convenzione di gestione del nuovo Museo archeologico da stipulare tra il Comune di Voghiera e la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna e finalmente, nel maggio 1994, inaugura il nuovo antiquarium di Belriguardo al piano terra del locale sul lato del torrione d’ingresso.
Nel frattempo, dal 1984, la Soprintendenza aveva condotto indagini archeologiche nell’area SURE o Fondo Tesoro, come è più comunemente chiamato. I saggi di scavo riportano in luce una fornace rinascimentale, i resti di una villa romana di epoca imperiale e di una necropoli alto medievale di VI-VII sec. d.C.
Il 28 giugno 1998 apre al pubblico anche il secondo piano dell’antiquarium di Belriguardo, allestito con i reperti provenienti proprio dall’indagine archeologica di Fondo Tesoro e con quelli sporadici rinvenuti in tutto il territorio di Voghiera.
Il 23 dicembre dello stesso anno, viene collocato sotto il torrione di Belriguardo il sarcofago di Claudia Januaria proveniente dalla vicina villa Massari Mazza.
Il 24 giugno 2001 il Sindaco Neda Barbieri inaugura anche la sezione rinascimentale del Museo, accolta nella restaurata Sala della Vigna. Sempre in quell'anno giungono i fondi per far partire il restauro della porzione del corpo centrale, di proprietà da qualche anno del Comune, per farne la nuova sede del Museo.
Il 28 marzo 2001 una delibera del Comune di Voghiera determina il passaggio da antiquarium a Museo Civico di Belriguardo, distinto in tre sezioni: Archeologica, Rinascimentale e Moderna.
Nella primavera del 2002 iniziano finalmente i lavori di ristrutturazione della parte del corpo centrale di proprietà comunale.
Il 13 dicembre 2002 viene inaugurato nel Museo civico un percorso per ipo e non vedenti nato da una proposta di Historia Snc accolta dall’Amministrazione comunale grazie alla sensibilità dell’Assessorato alla Cultura: di fatto, a livello nazionale, i Musei parimenti organizzati nell’accoglienza dei non vedenti erano, al tempo, meno di una decina.
Nel 2004 il Museo di Belriguardo viene indicato dalla Corte dei Conti di Roma come modello di gestione.
Tra il 2010 e il 2011 viene perfezionata una convenzione tra Comune e Soprintendenza per la gestione dell’area archeologica della necropoli di Voghenza
Nel 2012 il Comune di Voghiera, su concessione della soprintendenza, effettua lo scavo di alcune fornaci romane nell’area del fondo Fioresi. Nello stesso anno entra nel vivo il progetto di trasferire il Museo nella nuova sede, grazie all’interesse sia dell’Amministrazione comunale (con l’Assessore alla Cultura, Ottorino Bacilieri), sia della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, con l'archeologo Valentino Nizzo, coadiuvato da Maurizio Molinari, impegnato nella curatela scientifica del nuovo allestimento.
Nell’autunno del 2014 giungono dal Museo Nazionale di Ferrara circa 150 nuovi reperti provenienti dallo scavo dei saggi nel sito della villa romana di Fondo Tesoro e inizia il trasferimento di tutti i reperti dalla vecchia sede della sezione archeologica del Museo alla nuova, all’interno del restaurato corpo centrale, sotto la cosiddetta “sala delle Bifore”.
Il 14 marzo 2015, infine, l’inaugurazione della nuova sede della sezione Archeologica del Museo civico di Voghiera segna l’inizio di una nuova importante tappa nella valorizzazione e conoscenza del passato di un’area a dir poco strategica dell’antico delta del Po.

Nuova sezione archeologica del Museo Civico

Responsabile dell'allestimento Valentino Nizzo, archeologo della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna
Cronistoria del Museo a cura di Alessandro Boninsegna, Archeologo, Historia Snc
Si ringrazia per la preziosa collaborazione nelle fasi di progettazione e allestimento Maurizio Molinari, Alessandro Boninsegna e l’arch. Barbara Pazi
Si ringraziano per la gentile collaborazione il Sindaco Chiara Cavicchi, l’assessore Paolo Benetti, l’ex assessore Ottorino Bacilieri e l’arch. Marco Zanoni (per il Comune di Voghiera), per la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna per l’allestimento Elena Bottoni, Salvatore Ditta e Pietro Rizzo per l'allestimento e Valentina Guerzoni per i restauri (per la Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna)


Clicca qui per andare alla pagina dedicata alla Necropoli romana di Voghenza (Voghiera)

Clicca qui per scaricare la guida "Lungo le antiche sponde" dal sito di Ferrara Terra e Acqua

L’inaugurazione della sezione archeologica del Nuovo Museo Civico di Belriguardo, rinnovata e riallestita all’interno del restaurato corpo centrale, sotto la cosiddetta “sala delle Bifore”, è avvenuta il 14 marzo 2015 alla presenza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo On. Dario Franceschini
del Sindaco di Voghiera Chiara Cavicchi, del Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Caterina Cornelio, e di varie autorità