Venerdì 23 ottobre, alle ore 16
IL COMPLESSO DEL SAN DOMENICO: I RISULTATI DEGLI SCAVI
conferenza di Chiara Guarnieri (archeologa della Soprintendenza Archeologia Emilia Romagna) con interventi di Elisa Giovannetti, Assessora alla cultura, e Luigi Malnati, Soprintendente Archeologo dell'Emilia Romagna
Sala del Consiglio della Camera di Commercio di 
Forlì
Piazza Aurelio Saffi n. 36
Forlì (FC)
 Il complesso di S. Giacomo (detto di S. Domenico) di Forlì è stato oggetto di un 
ampio lavoro di restauro che ha portato al recupero dell'intero edificio che ora 
ospita la Pinacoteca Civica, sale polifunzionali e ambienti espostivi per 
l'allestimento di mostre tematiche.
 
Il complesso di S. Giacomo (detto di S. Domenico) di Forlì è stato oggetto di un 
ampio lavoro di restauro che ha portato al recupero dell'intero edificio che ora 
ospita la Pinacoteca Civica, sale polifunzionali e ambienti espostivi per 
l'allestimento di mostre tematiche. 
Nell'ambito di questi lavori, la Soprintendenza Archeologia 
dell'Emilia-Romagna ha svolto un'indagine archeologica preventiva che ha preso 
avvio nel 1998 per poi seguire tutte le fasi del cantiere fino al completamento 
dei lavori nel 2012. 
I risultati ottenuti hanno permesso di documentare le trasformazioni, talora 
sconosciute, subìte dal complesso.  Tante le novità venute in luce dallo 
scavo, non solo le varie fasi di costruzione e modifica dell'impianto ma anche i 
resti della cappella del Beato Salomoni, citata dalle fonti ma di cui s'era 
persa ogni 
traccia.
La fondazione del convento (che ospitava un gruppo di domenicani) si data tra il 
1223 e il 1231: è in questo periodo che viene costruita una chiesa a tre navate con 
un chiostro sul lato meridionale.
Tra il XIII e il XIV secolo si assiste al raddoppio della lunghezza della chiesa 
e alla costruzione di diverse cappelle. Durante il Rinascimento (1505) la chiesa 
subisce un’ulteriore ristrutturazione che riguarda soprattutto il convento, 
munito nel frattempo di due chiostri e dotato di un'importante biblioteca. 
Risale agli ampliamenti del XV secolo la fossa di fusione per campane rinvenuta 
all'interno della chiesa. Le campane erano fabbricate contestualmente alla 
realizzazione dell'edificio ma nonostante queste fosse fossero usuali 
all'interno delle chiese, sono abbastanza rare da trovare. 
Nella fase barocca (XVII secolo) la chiesa viene arricchita di decorazioni mentre agli inizi 
del XVIII secolo è avviato un grande cantiere teso sostanzialmente a 
ricostruire la chiesa. Sono databili al XVII secolo le tante medagliette 
rinvenute nelle numerose tombe a cassa trovate negli scavi: questi reperti, 
collegabili ai rosari, offrono un suggestivo spaccato della religiosità dei 
forlivesi qui seppelliti.
Di grande interesse sono anche le ceramiche smaltate, realizzate appositamente 
per il convento, tra cui spiccano quelle con la sigla Q.S. abbreviazione di una 
locuzione latina "quantum satis" cioè «quanto basta». 
La decadenza del complesso si data tra il 1798 e il 1818 quando il convento 
viene soppresso dal regime napoleonico che lo adibisce a ospedale militare. 
Da questo momento inizia una fase involutiva che si arresta solo con l’inizio 
dei lavori di restauro. 
I risultati degli scavi nel complesso di San Domenico vengono presentati al pubblico il 23 ottobre nella Sala del Consiglio della Camera di Commercio di Forlì nel corso della conferenza dell'archeologa della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Chiara Guarnieri, dal titolo "Il complesso del San Domenico: i risultati degli scavi". Intervengono l'Assessora alla cultura del Comune di Forlì, Elisa Giovannetti, e il Soprintendente Archeologo dell'Emilia Romagna, Luigi Malnati.
L'incontro, teso a illustrare l’evoluzione del complesso attraverso i principali 
rinvenimenti archeologici, vuole essere il primo di una serie che sarà avviata 
nel 2016, in occasione dell’apertura al pubblico di uno spazio museale ricavato 
nel sotterraneo della chiesa, e destinato a ospitare i reperti rinvenuti e illustrare la storia del complesso 
attraverso le scoperte archeologiche.
Una parte di quanto emerso dagli scavi è già visibile all'interno del percorso 
attuale del Museo/Pinacoteca mentre un'altra parte sarà musealizzata 
nell'interrato della chiesa di S. Domenico, con resti in situ e altri (tra cui 
la fossa di fusione) prelevati e ricollocati. 
La conferenza rientra nell'ambito dell'iniziativa "Sfogliare la terra: incontri con l’archeologia del territorio forlivese" promossa da Italia Nostra, sezione di Forlì, e Associazione culturale La Foglia con il patrocinio del Comune di Forlì