Torna al download immagini e alla cartella stampa
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Balsamario protocorinzio databile tra la
seconda metà e la fine del VII sec.a.C.
Relazione di Maria Grazia Maioli, archeologa della Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna
mariagrazia.maioli@gmail.com
Fra
i materiali del sequestro effettuato in Romagna nel settembre 2008 dai
Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Nucleo di Bologna, riveste
particolare interesse un vasetto in ceramica, identificabile come un balsamario,
cioè un contenitore per unguenti, di fabbricazione protocorinzia, databile
attorno alla seconda metà – fine del VII secolo a. C.
La ceramica della prima produzione della città di Corinto, in Grecia, fu
importata in Italia fin dall’VIII sec. a. C. -prima che iniziasse l’importazione
massiccia delle ceramiche corinzie ed attiche- ed era molto rara e preziosa.
All’interno di questa produzione, caratterizzata da grande accuratezza, hanno
particolare rilievo i vasi plastici, soprattutto i balsamari configurati,
categoria a cui appartiene questo reperto.
Il balsamario è in ottimo stato di conservazione (presenta solo qualche piccola
abrasione) ed è alto circa 9 cm. Ha il ventre piriforme e il collo configurato
con una testa femminile in rilievo; è completamente decorato secondo la tecnica
“a figure nere”.
La bocca è piatta e decorata nella parte superiore da una rosetta a petali neri
e rossi. Il collo ha la forma di una testa femminile, i cui lunghi capelli
costituiscono il manico del vaso. Il volto è ben rilevato, con grandi occhi e
piccola bocca dipinti in nero. I capelli, neri anch’essi, sono formati da
elementi plastici a rosetta, stampati a parte e poi applicati in modo da rendere
i boccoli. La pettinatura è ottenuta con una serie di chignon e trecce rialzate
sulla sommità del capo, ricadenti poi a formare il manico: si tratta di
un’acconciatura molto elaborata che può essere considerata una tarda derivazione
di quelle a klaft di tipo egizio, caratteristiche dell’epoca arcaica.
La spalla del vaso è decorata da un motivo a raggiera in nero, terminato in
basso da una linea nera. Una serie di linee parallele ornano anche il fondo del
ventre, costituendo la base della scena figurata che occupa il centro del
vasetto.
La scena raffigura un combattimento fra sei guerrieri alla presenza di anziani.
I guerrieri indossano corazza anatomica, corta tunica, schinieri ed elmo
corinzio con cimiero e portano tutti lo scudo. I due guerrieri centrali sono in
atto di assalto, quelli dietro di essi sono raffigurati avanzanti mentre
l’ultimo a destra è in posizione di assalto quasi accovacciata. Tra i due
guerrieri centrali è raffigurato un cane in atto di toccare con la zampa
anteriore il combattente di destra. Le figure di anziani che assistono al duello
sono due a destra e tre a sinistra, i primi stanti o leggermente avanzanti verso
il centro, l’ultimo a sinistra seduto. I personaggi avanzanti si appoggiano con
la mano destra ad un lungo bastone, hanno barba appuntita e lunghi capelli,
indossano tunica al polpaccio e sono avvolti in mantelli. Il personaggio seduto
è abbigliato nello stesso modo ma tiene in mano quello che potrebbe essere uno
scettro e siede su un alto sgabello a profilo sagomato.
Tutti i personaggi hanno i particolari resi da sottili incisioni molto accurate
e precise, anche se le figure di anziani, essendo laterali, sembrano un poco
meno curate di quelle dei guerrieri. La scena è separata, nella parte posteriore
del vaso, da un trofeo di palmette a fulmine, disposto verticalmente sotto
l’ansa.
Dato il tipo di scena, sembrerebbe che essa raffiguri non un combattimento
generico ma uno scontro epico o mitologico, data anche la presenza di anziani
che assistono, di cui uno, quello seduto, di particolare rilevanza nell’ambito
dell’azione raffigurata; non è escluso che la presenza del cane possa aiutare ad
identificare l’episodio mitico. Va sottolineato che se duelli e combattimenti
non sono inusuali sui balsamari protocorinzi, si tratta per lo più di scene
generiche, dunque diverse dalle caratteristiche di questo esemplare.
I balsamari protocorinzi configurati sono piuttosto rari. Sono relativamente
frequenti quelli a testa di guerriero con elmo o a testa di leone oppure a forma
di uccello. Balsamari con appliques o motivi plastici sul collo compaiono
attorno alla metà del VII sec. a.C., nel protocorinzio medio; un esempio
relativamente simile al questo, ma più antico, è presente nelle collezioni del
Museo del Louvre a Parigi, mentre alcuni esemplari più o meno simili sono
visibili in musei di Cipro e della Turchia. In Italia, pezzi di questo genere
compaiono soprattutto in tombe etrusche di epoca orientalizzante: alcuni pezzi
della stessa epoca e tipologicamente affini sono esposti al Museo di Villa
Giulia a Roma.
Considerando l’alto livello del manufatto e la sua datazione, da portarsi, per
le caratteristiche elencate, verso la fine del VII sec. a.C., sembra molto
improbabile che sia stato rinvenuto in Romagna. Quasi sicuramente il pezzo
proviene da commercio o scambio fra cercatori ed abusivi; è anche probabile che
sia stato acquisito con altri pezzi di valore molto inferiore e a falsi, da
qualche rivenditore occasionale o tenutario di una bancarella di oggetti
antiquari che non ne ha riconosciuto il valore anche venale.
Per quanto riguarda la possibile provenienza, molti rinvenimenti di oggetti di
questo tipo portano all’Etruria Meridionale e Centrale, a tombe dell’ultimissima
fase del periodo orientalizzante e dell’epoca arcaica ma anche ad alcune
sepolture principesche della Puglia e dell’area della Magna Grecia.
Tuttavia non ne avremo mai la certezza.