Accordo di massima sul Centro Oncoematologico Ospedale SMN
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Ufficio stampa SBAER
9 febbraio 2012

Accordo di massima sulle procedure per la prosecuzione dei lavori per la costruzione del Centro Oncoematologico di Reggio Emilia

Il ritrovamento di materiali e strutture di epoca romana e medievale nell’area dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, e in particolare la messa in luce dei tratti paralleli di due acquedotti romani, non causerà ritardi nei lavori per la costruzione del Centro Oncoematologico che andranno avanti regolarmente nel rispetto dei tempi previsti.
Questa mattina, presso la sede della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, si è tenuta una riunione tra il Soprintendente Filippo Maria Gambari, la Direzione dell’Azienda Ospedaliera e la Direzione dei Musei Civici del Comune di Reggio Emilia per valutare l’opportunità di rimuovere i tratti degli acquedotti romani rinvenuti durante le indagini archeologiche preventive effettuate alla fine del 2011
Poiché i responsabili del cantiere hanno documentato l'incompatibilità della progettazione dell'opera, di primario interesse pubblico, con il mantenimento e la valorizzazione sul posto dei due eccezionali manufatti, anche tenendo conto di ogni possibile variante progettuale, la Direzione dell’Azienda Ospedaliera ha richiesto alla Soprintendenza di valutare, ai sensi della normativa vigente e verificati i presupposti, l'emissione di un decreto di rimozione, anticipando l'intenzione di trasmettere formale istanza in tal senso.
La Soprintendenza valuterà l'emissione di tale decreto (a firma del Soprintendente in competenza delegata) in rapporto alla proposta di adeguate soluzioni per la valorizzazione e la presentazione al pubblico in uno spazio adeguato dei manufatti, operazione relativamente agevole trattandosi di strutture in terracotta, facilmente rimovibili.
I Musei Civici di Reggio Emilia, sempre attenti alle attività di valorizzazione del patrimonio archeologico reggiano e solido partner della Soprintendenza in questo ambito, hanno garantito la collaborazione al progetto di valorizzazione del bene. Si ritiene probabile, visto l'interesse dei ritrovamenti e del tema della gestione delle acque, che altri soggetti si facciano avanti per supportare l’intervento di restauro, l’allestimento degli spazi espositivi e la pubblicazione dei dati di scavo
Ai primi di marzo sarà indetta una conferenza stampa per illustrare le operazioni previste e le diverse ipotesi di valorizzazione.