Il sepolcreto dei Fadieni conquista il pubblico. Aperta fino al 27 maggio 2007 la mostra che espone i reperti recuperati nella necropoli romana di prima età imperiale, tra cui cinque stele ‘superstar’, corredi, monete e raro vasellame in vetro.

alla Delizia Estense del Verginese
Gambulaga di Portomaggiore (FE)
 

Le stele scolpite, le intense iscrizioni, i ritratti dei defunti, i reperti dei corredi funerari, bronzi, monete e una rara raccolta di vasi in vetro finemente lavorati. Il sepolcreto dei Fadieni conquista il pubblico tanto che gli organizzatori hanno deciso di prorogare la mostra fino al 27 maggio prossimo. Presente anche alla IX Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, appena conclusasi, la mostra espone l’eccezionale ritrovamento del sepolcreto prediale della famiglia Fadieni, una necropoli di età imperiale (I e II sec. d.C.) portata in luce in due campagne di scavo:
Si chiamavano Caius, Marcus, Tertia, in tutto 12 tombe, una sola famiglia, i Fadieni. La loro necropoli racconta non solo la storia di una famiglia benestante ma anche il vivere di un’intera civiltà, con i propri usi e consuetudini. Le epigrafi intrecciano il quotidiano con i simboli dell’umano desiderio di immortalità e attestano un rapporto di parentela tra i defunti che si snoda per quattro generazioni, genitori, figli e nipoti, di cui tre morti attorno ai vent’anni. Di qui il titolo della mostra, “Mors Inmatura”, allestita nella Delizia Estense del Verginese di Gambulaga, a pochi passi dal luogo del ritrovamento. Un’esposizione che coniuga la suggestione del materiale archeologico a quella del suo ‘contenitore’, quel Verginese donato nel Cinquecento da Alfonso I d’Este a Laura Eustochia Dianti.
Il percorso espositivo ricrea l’impressione che doveva cogliere il viandante che, quasi 2000 anni fa, avesse percorso la linea tracciata dalle stele, collocate fedelmente all’interno delle sale così com’erano poste in origine ai margini della strada e come sono state ritrovate.
Oltre alle cinque stele, tutte in pietra o calcare di Aurisina, vere 'star' della mostra, sono esposti gli oltre 200 reperti rinvenuti nelle tombe, materiali fittili, manufatti in bronzo, finimenti di cavallo, offerte di datteri e fichi, una serie di monete che ha permesso di datare la necropoli dall'età giulio-claudia agli inizi del II sec. d.C. e un’eccezionale raccolta di vasellame in vetro, integro e finemente lavorato, assai raro per il territorio ferrarese. Corredi che rappresentano un ricco patrimonio di informazioni per la conoscenza nei primi secoli dell’impero romano.
La mostra è completata da pannelli informativi sui costumi dell’epoca, dagli abiti alle acconciature; presso il book shop si potrà a giorni acquistare un catalogo scientifico curato dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna.
L’iniziativa è promossa dal Comune di Portomaggiore, dalla Pro Loco di Portomaggiore, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e dalla Provincia di Ferrara, con il contributo del Lions Club Ferrara Europa ed il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

Gambulaga di Portomaggiore (FE), Delizia Estense del Verginese, Strada Provinciale
Dal 27 aprile al 27 maggio 2007, ingresso euro 5,00 - ridotto euro 3,00 per disabili e gruppi di almeno 20 persone - gratuito per bambini fino a 12 anni
Orari di apertura: fino al 31 dicembre 2006, dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30
Dal 1 gennaio 2007, venerdì, sabato e domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30 - altri giorni solo su prenotazione per gruppi e studenti, tel. 0532.326258
Chiusa tutti i lunedì non festivi
Informazioni e prenotazioni: Comune di Portomaggiore, Centro Culturale
Tel. 0532.326258 fax 0532.326258 e-mail: centrocultura@comune.portomaggiore.fe.it