L’archeologia per il sociale
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Ufficio stampa SBAER
11 giugno 2009

Riprende dal 15 giugno l’innovativo progetto ideato da Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Ferrara, Centro Territoriale Permanente di Codigoro e Museo Archeologico di Ferrara, in collaborazione con Gruppo Archeologico Ferrarese
Mettiamo insieme i cocci: setacciare la terra, ritrovare il frammento, ricomporre il reperto
Un percorso riabilitativo e socializzante per disabili psichici di assoluta novità

al Centro Diurno “Il Convento” Area San Bartolo di Ferrara (Via San Bartolo n. 119)
da lunedì 15 giugno ad estate inoltrata, con cadenza settimanale

Acqua, vasca, guanti, setacci. E ovviamente terra, molta terra, più di una tonnellata. Questi gli strumenti di “Mettiamo insieme i cocci”, un percorso per disabili psichici di assoluta novità messo a punto da Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Ferrara, Centro Territoriale Permanente di Codigoro e Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, con la recente collaborazione del Gruppo Archeologico Ferrarese.
Dopo il successo dell’anno scorso, dal 15 giugno riparte il progetto che coinvolge una selezione di pazienti psichiatrici del Centro Diurno “Il Convento” Area San Bartolo, portandoli a contatto con la Storia e l’opera d’arte. Un legame pare unire le ferite visibili del reperto a quelle invisibili della psiche e questa integrazione tra archeologia e handicap mentale è una scommessa che comincia a dare i primi frutti.
Assistiti da archeologi e volontari del GAF, i corsisti, a piccoli gruppi di 4 o 5 per volta e con cadenza settimanale, setacceranno la terra proveniente da uno scavo archeologico alla ricerca dei frammenti, per poi pulirli, lavarli e tentare di ricomporre l’oggetto originario. Un’esperienza che si è già rivelata molto positiva perché permette ai corsisti non solo di socializzare e lavorare in équipe, ma anche di essere i protagonisti di un’operazione di recupero e ricostruzione dai forti risvolti emotivi.
Il gruppo di “setacciatori” sarà affiancato da altri corsisti che schederanno i reperti assistiti da archeologi e dal docente di informatica. Il loro lavoro sarà seguito da un gruppo di pazienti “osservatori” che saranno stimolati a fare foto e disegni di quanto sta succedendo, nella speranza che ciò li induca a farsi attori delle setacciature successive. I corsisti saranno guidati da docenti del CTP, operatori del San Bartolo e da archeologi del museo e del GAF.
Nel frattempo proseguirà la frequentazione del Museo Archeologico Nazionale con momenti di incontro con il personale e verifica del lavoro svolto.
Il progetto “Mettiamo insieme i cocci” nasce da un lavoro di gruppo che ha riunito attorno ad un tavolo diverse professionalità. La direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Caterina Cornelio, il direttore Gino Targa e la coordinatrice del Centro Diurno “Il Convento” Area San Bartolo, Fabrizia Pizzale, la direttrice Elisabetta Avanzi e i docenti del Centro Territoriale Permanente di Codigoro, Carla Bolognini e Pier Giorgio Ragazzi, il direttore dell'Istituto Psicoterapia Espressiva di Bologna, Roberto Boccalon, e i volontari del Gruppo Archeologico Ferrarese Carla Lanfranchi e Gian Franco Mascellani.
“Pensiamo che poter toccare i cocci, lavarli, tenerli fra le mani e riportarli a nuova vita, come l’uomo cade e si rialza, sia un’esperienza unica”, spiegano gli organizzatori.
Questo processo innovativo, non solo per i corsisti ma anche per docenti e operatori, potrebbe consentire di valutare un percorso di partecipazione attiva alla conoscenza storica. Un auspicio cui si affianca la speranza di suscitare interesse e volontà di rinascita in questi pazienti.
Di questa esperienza, per molti versi unica nel suo genere, si parlerà anche nel convegno “La dimensione creativa nella riabilitazione psichiatrica” che si terrà a Ferrara il 30 ottobre prossimo nell’ambito delle manifestazioni dell’Unifestival.

Approfondimento alla pagina web http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/ferrara_ausl_08.htm