Progetto “Scoprire Claterna. Archeologia di una città sepolta” 2015
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Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Associazione culturale Civitas Claterna, Comune di Ozzano dell’Emilia Istituzione Anna Frank
24 settembre 2015

Progetto “Scoprire Claterna. Archeologia di una città sepolta” 2015

Ripresi i lavori nell’antica città romana: continua l’archeologia sperimentale a Claterna

Claterna, la casa del fabbroNel corso di una visita al sito archeologico rivolta alla stampa, sono state presentate le interessanti novità relative alle attività di studio e ricerca effettuate nell’antica città di Claterna nel luglio 2015.
Le ricerche a Claterna si inseriscono nell’ambito del progetto “Un'antica residenza romana nel corso del tempo: scavi archeologici di valorizzazione del settore 11”, diretto dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna (attuale Responsabile Scientifico Renata Curina) e coordinato dall'Associazione “Civitas Claterna” (Responsabile Scientifico Claudio Negrelli).
Il progetto triennale, realizzato tra il 2011 e il 2013, prevedeva:
- due campagne di scavo archeologico stratigrafico mirate al recupero di informazioni riguardanti la struttura degli antichi edifici;
- una campagna conclusiva (la terza) dedicata alla ricostruzione e restituzione in chiave didattica di quanto scoperto nei primi due anni;
- la creazione nel 2014, a seguito di queste ricerche, di una struttura museale e di un percorso, che ora costituiscono il secondo punto visita di Claterna, dopo quello del settore 12.
In questa quarta campagna la ricerca ha visto la ripresa degli scavi archeologici, con l’ampliamento delle aree di scavo allo scopo di approfondire le conoscenze su due situazioni di particolare interesse: l’allargamento verso nord dello scavo, che ha portato alla scoperta di altre strutture della domus, e lo scavo della via Emilia antica, posta ai limiti di quella attuale.
Sono inoltre riprese le attività di archeologia sperimentale -con la ricostruzione parziale (in scala reale e in situ) utilizzando tecniche e materiali dell’antica tradizione- di ulteriori ambienti antichi da aggiungersi a quelli realizzati negli anni scorsi.
Come già nel 2013, anche le nuove ricostruzioni sono state realizzate non solo tenendo conto della tecnologia antica ma anche reimpiegando, per quanto possibile, materiali originali di età romana, soprattutto mattoni sesquipedali (di tipico modulo romano cisalpino) recuperati sia a Claterna che in altri scavi nel territorio Bolognese.
Prima della ricostruzione, è stata effettuata la ricopertura delle strutture antiche, operazione necessaria a preservare le strutture originali, a ritardarne il deterioramento e a prevenire i rischi di alterazione, creando le condizioni ottimali di conservazione.
Le attività di archeologia sperimentale, svolte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna (fino al 2014 archeologa responsabile Paola Desantis, attualmente Renata Curina), sono state condotte sul campo da alcuni giovani archeologi dell’Università di Venezia che si sono formati proprio sul sito di Claterna: Fabio Bracci ed Alessandro Rucco, coordinati dal Segretario Scientifico dell’Associazione “Civitas Claterna”, Claudio Negrelli, e coadiuvati dai gruppi di volontariato locale che sostengono le attività dell’Associazione (Gruppo Città di Claterna, Gruppo per la Valorizzazione dei Beni Ambientali e Culturali della Valle del Sillaro, Gruppo Archeologico Trebbo Sei Vie, Gruppo Archeologico di Bagnara di Romagna), il cui contributo è determinante per le ricostruzioni della domus secondo i principi dell’archeologia sperimentale.
Nell’ambito del progetto di ricerca scientifica è proseguito l’ormai consolidato rapporto con l’Università di Venezia (Ca’ Foscari, Dipartimento di Scienze dell’Antichità), e con le altre Università (Bologna, Ferrara, Scuola di Specializzazione in Archeologia “SISBA”), per offrire agli studenti l’occasione per sperimentare un percorso di formazione tecnico-pratico prezioso che contribuirà alla preparazione professionale di futuri archeologi dalle competenze sempre più vaste.
Come per le altre campagne anche in questa del 2015, della durata di un mese, gli studenti si sono alternati in due turni di attività, nell’ambito dei quali ciascuno ha potuto prendere contatto diretto con la prassi operativa del cantiere archeologico e in particolare cimentarsi in modo diretto e spesso creativo con le pratiche dell’archeologia sperimentale. Ancora una volta, volendosi offrire agli studenti, che si sono prestati con generoso entusiasmo e serio impegno a questa attività, un’esperienza di immersione totale nelle varie problematiche archeologiche, è stata offerta ai partecipanti l’opportunità di risiedere tutti insieme, ospitati nella foresteria del centro visite di Villa Torre del Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi della Badessa.
Ancora una volta l'apporto di finanziatori privati è stato determinante: il progetto è sostenuto quasi interamente da CRIF S.p.A. di Bologna, ed è supportato come di consueto da IMA S.p.A.

Maurizio Liuti, Direttore Relazioni Esterne di CRIF S.p.A. un’azienda globale specializzata nello sviluppo e nella gestione di sistemi di informazioni creditizie, di business information e di soluzioni per il credito oltre ad essere diventata la prima agenzia di rating italiana riconosciuta a livello comunitario, è membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Civitas Claterna” dal 2011. Fondata nel 1988, oggi CRIF ha una rilevante presenza internazionale, con società in 22 Paesi e progetti in 50 Paesi di quattro continenti, ma ha sempre mantenuto a Bologna la sede centrale del Gruppo (www.crif.com); per questo: “Pur essendo da sempre caratterizzata da una visione globale e operando ogni giorno sui mercati internazionali, CRIF ha sempre mantenuto le radici, la testa e il cuore a Bologna, dove è stata fondata 27 anni fa e dove tuttora è localizzato il proprio quartier generale. Proprio questo forte legame con il territorio ci ha convinto ad aderire con grande entusiasmo al progetto di recupero dell’antica città di Claterna”.

Daniele Vacchi, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Civitas Claterna” e dirigente IMA, ha dichiarato: “In questi anni molto proficui per la cultura del nostro territorio, l’archeologia è stata il perno sul quale hanno potuto svilupparsi forme di innovazione didattica intanto che Claterna diventava per i cittadini Ozzanesi il luogo della loro identità più profonda.”

Loretta Masotti, già Sindaco del Comune di Ozzano dell’Emilia - Bologna, nel cui territorio si trova la città romana di Claterna, ed oggi Presidente dell’Associazione “Civitas Claterna” ha dichiarato: “E’ un progetto, quello di Civitas, nel quale ho creduto fin da subito, nel quale mi sono impegnata molto prima in qualità di Sindaco, e poi in qualità di Presidente dell’Associazione. L’interesse nel progetto, manifestato sia dall’assidua e costante presenza di un vasto pubblico, in occasione delle conferenze e visite guidate organizzate periodicamente dall’Associazione, che dalla presenza, nel marzo 2014, di circa duemila persone che hanno visitato la zona degli scavi, a seguito del suo inserimento nelle visite guidate delle giornate FAI di Primavera, oltre ad essere motivo di grande orgoglio per tutta la comunità, è un forte incentivo a proseguire questo ambizioso progetto con il coinvolgimento di associazioni ed attività economiche del territorio. Per questo, e in considerazione della complessità del progetto, l'Associazione è aperta al contributo e al sostegno di nuovi sponsor ed appassionati di archeologia".

Campagne di scavo 2011 e 2012
Il progetto triennale “Un'antica residenza romana nel corso del tempo: scavi archeologici di valorizzazione del settore 11”, riprende le indagini in un settore dell’antica città già scavato nell’inverno 2005-2006, con l’obiettivo di creare una seconda area di musealizzazione a nord della via Emilia che, insieme a quella della “domus dei mosaici” inaugurata a sud nel 2010, diventerà una tappa fondamentale verso la realizzazione del futuro Parco Archeologico. Il progetto triennale, infatti, prevede non solo lo scavo ma anche la musealizzazione del settore con proposte ricostruttive.
In quest’area è visibile l’ampia porzione di un edificio i cui momenti di vita più recenti risalgono al periodo tardoantico (V - VI secolo d.C.), ma che affonda le sue radici storiche fra i resti di una domus fondata in età repubblicana e abitata fino all’età imperiale.
Nella campagna 2011 la ricerca si è concentrata su di un edificio che occupò questa fascia della città affacciata sulla via Emilia. In uso tra V e VI secolo d.C. doveva essere costituito da una serrata serie di piccole unità abitative in legno e terra, che in parte riutilizzavano le murature della domus precedente; il suo abbandono probabilmente seguì modalità diversificate. I resti dei crolli e le strutture recuperate nel 2011 (muri in laterizi di reimpiego e alzati in argilla cruda) costituiscono dati fondamentali per la ricostruzione di parte dell’alzato dell’edificio, che rappresenta il momento finale del progetto, previsto nel corso del 2013.
Durante la campagna 2012 l’attenzione si è rivolta ai periodi precedenti. Questa campagna è stata particolarmente fortunata poiché ha restituito dati di primaria importanza per la proposta di musealizzazione ricostruttiva prevista per il 2013. Infatti, prima delle case tardoantiche, era qui ubicata una residenza, una domus, che si articola attorno ad uno spazio porticato. Un settore scavato in profondità ne ha mostrato la complessa sequenza abitativa, con una serie di trasformazioni che si attuarono per progressivi allargamenti. Le novità più importanti, emerse grazie agli scavi della campagna dell’anno scorso, riguardano la fase più antica della domus, quella forse risalente alla fine dell’età repubblicana, ovvero al I secolo a.C. Un pavimento in ‘cocciopesto’ decorato da tessere musive bianche e nere, che compongono un motivo decorativo di tipo geometrico, appare per la prima volta completamente scoperto. Già individuato per una piccolissima porzione durante le precedenti campagne di scavo, il pavimento si trova in uno stato di conservazione abbastanza buono e perfettamente leggibile nel disegno. Il pavimento sembra collegarsi assai strettamente ad alcuni pavimenti simili ritrovati nella ‘domus dei mosaici’ (settore 12 a sud della via Emilia), in particolare ad un esempio già individuato durante gli scavi Mansuelli - Bollini tra gli anni Cinquanta e i Sessanta del secolo scorso, poi ricoperto.

Campagna di scavo 2013
La campagna 2013 è stata essenzialmente un’esperienza di archeologia sperimentale, con l’aiuto degli studenti di Ca’ Foscari di Venezia (con cui è stata coordinata l’iniziativa) e di altre università. La scelta di fondo del progetto ricostruttivo del settore 11 è stata quella di intervenire ricoprendo totalmente i resti antichi (si vedano i precedenti bollettini degli scavi 2011 e 2012), preservandoli dagli agenti atmosferici, e nel contempo ricostruire in situ ampie parti di murature con le tecniche antiche, utilizzando materiali antichi ed operando secondo i principi dell’archeologia sperimentale.
In base a queste linee guida l’attività didattica si è concentrata sulla ricostruzione delle fondazioni (in ciottoli ed in laterizi), dei basamenti murari in mattoni e / o in frammenti di laterizi, ed infine degli alzati murari in materiali deperibili con la proposta di diverse tecniche, quali quella del cosiddetto pisé oppure dell’ opus craticium (si vedano i bollettini precedenti).Sono state inoltre sperimentate e riproposte le tecniche di realizzazione di una pavimentazione in cocciopesto decorato (battuto cementizio con inserzione di tessere musive), già rinvenuta nel 2012 nei livelli di età repubblicana della domus.
Il risultato di questo lavoro di ricerca non è meramente l’oggetto materiale ottenuto (in questo caso una serie di strutture murarie che compongono antiche stanze), pure fondamentale in un contesto archeologico tipicamente pubblico, ma l’insieme di conoscenze che abbiamo ricavato durante il percorso seguito per ottenerlo. Un percorso dapprima teorico e progettuale, poi applicato alla concretezza del fare, durante il quale si sono appunto sperimentati materiali, tecniche, modi di costruire ed organizzare il lavoro nel cantiere antico.
Il progetto è proseguito nel settore 11, con la realizzazione di una‘sovrastruttura’ metallica a telaio cui è stato affidato soprattutto il compito di suggerire le volumetrie antiche della domus, fungendo al tempo stesso come supporto per l’apparato didattico e come punto di appoggio per futuri altri appuntamenti di archeologia sperimentale.

Giornate di Primavera del FAI (22 e 23 marzo 2014)
In occasione della 22a edizione delle Giornate di Primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano, Claterna ha partecipato all’iniziativa con una due giorni full time di apertura degli scavi archeologici e della mostra presso il Palazzo della Cultura di Ozzano dell’Emilia.
In detta occasione è stata per la prima volta aperta al pubblico la “Casa del Fabbro”, la nuova area musealizzata già interessata dal progetto triennale “Un'antica residenza romana nel corso del tempo: scavi archeologici di valorizzazione del settore 11” grazie alla quale i visitatori, dopo due anni di scavo e un anno di archeologia sperimentale e di ricostruzione sul posto, hanno la possibilità di entrare in un edificio di duemila anni fa, sperimentando da vicino i materiali e le tecniche costruttive di età romana e apprezzandone le volumetrie antiche.
Durante il fine settimana è stato anche possibile osservare da vicino il lavoro degli archeologi e assistere ad una attività di archeologia sperimentale: la preparazione dell’intonaco e la stesa al di sopra delle strutture in materiali deperibili.