In mostra una 'discarica' ante litteram dell'antichità, con quintali di materiali ceramici del III sec. a.C.
 
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Ufficio stampa SBAER
18 dicembre 2008

VETUS LITUS Archeologia della foce
Una discarica di materiali ceramici del III secolo a.C. alla darsena di Cattolica lungo il Tavollo

Cattolica (RN)
Museo della Regina, Galleria Comunale S. Croce e Sala Lavatoio
Via Pascoli nn. 21, 23

da venerdì 19 dicembre 2008 a domenica 21 giugno 2009

Materiale rinvenuto nella discarica di CattolicaCentinaia di anfore vinarie di tipo greco-italico, contenitori (dolia) per derrate alimentari, vasi da mensa e da cucina, materiale per edifici votivi, frammenti di statua, oggetti per decorare edifici e giardini, scarti di fornace e una tale mole di frammenti ceramici da riempire più di 700 casse.
E’ questo l’eccezionale ritrovamento archeologico avvenuto nel 2004 a Cattolica durante i lavori per la costruzione della Nuova Darsena.
Perfettamente sigillato in un 'butto', cioè in una fossa con funzione di discarica, è venuto alla luce un deposito di materiale ceramico, integro e non contaminato da interventi posteriori, che ha consentito una nuova lettura del territorio medio adriatico nel corso del III secolo a.C.
Lo straordinario recupero è avvenuto lungo l’argine e presso la foce del Tavollo, un fiume che da sempre costituisce il confine naturale tra Marche e Romagna.  Proprio al luogo del ritrovamento fa riferimento “Vetus Litus. Archeologia della foce”, la mostra che allestita a Cattolica fino al 21 giugno, nelle tre sedi del Museo della Regina, della Galleria Comunale S.Croce e della Sala Lavatoio.
Vetus Litus, cioè l'antica sponda, è l’antico approdo coincidente con l'attuale corso del porto-canale, riparato dalla rupe di Gabicce Monte e praticato dai naviganti fin dall'antichità. Un punto strategico per la penetrazione romana nella regione.
La lettura dei materiali recuperati e dell'area in cui era collocata la fossa in argilla ha fornito dati illuminanti sulle dinamiche economiche e insediative del territorio di Cattolica nel momento storico della sua prima romanizzazione, vale a dire attorno alla metà del III secolo avanti Cristo, come testimoniato dal ritrovamento di una moneta in bronzo della serie coniata di Ariminum che rappresenta un termine di riferimento incontrovertibile per la datazione della fossa e delle ceramiche ritrovate, collocabile tra la battaglia di Sentino (295 a.C), la fondazione di Rimini (268 a.C) e la nascita della consolare Flaminia (220 a.C.).
La mostra ricostruisce le fasi salienti di questo importante ritrovamento archeologico e il lavoro di restauro che ne è seguito, con l'istituzione di un campo Scuola che ha coinvolto 40 ragazzi e ragazze provenienti da diverse Università italiane che per l’intero 2007 hanno recuperato e studiato oltre 700 casse di frammenti.
Il restauro ha permesso di ricostruire tipologie ceramiche diverse, facendo supporre la presenza nel territorio di una fabbrica e quindi di una produzione locale. L'enorme mole di anfore vinarie e dolia ritrovati, ha confermato la presenza di una fiorente economia agricola e di una fitta rete di traffici commerciali che ruotavano attorno al piccolo e riparato scalo di Cattolica.

La mostra è organizzata dal Comune di Cattolica in collaborazione con Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Università degli Studi di Bologna, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e Provincia di Rimini.
L’esposizione è curata dalla responsabile del Museo della Regina, Maria Luisa Stoppioni, cui si deve anche il catalogo della collana “Quaderni di Archeologia dell’Emilia-Romagna”, edito da L'insegna del Giglio di Firenze che viene presentato in occasione dell'inaugurazione della mostra.