Un
cantiere - scuola allestito nelle sale del Museo del Territorio, Via Lazio 10
a Riccione
Dal 15 ottobre al 30 novembre 2012, 18 giovani archeologi a scuola
di restauro sui reperti della Necropoli romana di San Lorenzo
Giovani archeologi crescono. Dal 15 ottobre al 30 novembre, 18
apprendisti archeologi, sei per ogni sessione di lavoro, si
esercitano nel restauro e catalogazione dei ritrovamenti di epoca romana
provenienti dallo scavo condotto a Riccione negli anni 1997-2001 ai margini
della Via Flaminia, nei pressi della curva di San Lorenzo in Strada
Dopo il restauro e la catalogazione, i
reperti –tra cui vasi cinerari, monete e urne-
rimarranno patrimonio della città e costituiranno un fondo permanente del Museo
del Territorio
E’ iniziato lunedì 15 ottobre al Museo del Territorio di Riccione il
Cantiere-Scuola riservato a 18 studenti e specializzandi in archeologia.
Il corso, promosso dall'IBC, Istituto per i Beni Artistici, Culturali e
Naturali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la
Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna (referenti
l'archeologa Annalisa Pozzi
e il restauratore Mauro Ricci),
l'Università degli Studi di Bologna (sedi di Bologna e di Ravenna) e l'Università
degli Studi di Urbino, offre ai giovani archeologi una straordinaria
occasione formativa sul campo.
Sotto la guida di due archeologi di Tecne Srl, la coordinatrice Vanessa
Delvecchio e Cristian Tassinari, e della restauratrice Katia Poletti i ragazzi
avranno infatti la possibilità di mettere in pratica le tecniche di
conservazione e restauro del materiale ceramico proveniente da indagini
archeologiche condotte a Riccione dal 1997 al 1999 e nel 2001.
Lo scavo è quello condotto ai margini della via Flaminia, presso la curva di San
Lorenzo in Strada, che ha portato alla scoperta di una settantina di tombe, sia
a incinerazione che a inumazione, pertinenti a un nucleo sepolcrale di età
romana dislocato lungo la via Flaminia e collegato al Vicus Popilius.
Il primo impianto della necropoli potrebbe risalire al I sec. d.C. anche se la
maggior parte delle sepolture è ascrivibile al II-III secolo d.C., con tracce di
frequentazione e interventi successivi pertinenti al IV secolo d.C., non
connessi all’area sepolcrale.
Le tecniche in cui si cimenteranno i 18 giovani archeologi vanno dalla pulitura,
prevalentemente a secco, al lavaggio in acqua dei materiali, per passare poi al
consolidamento delle superfici, alla selezione dei frammenti (per morfologia,
per classi tipologiche, per materia prima), alla ricerca degli attacchi e al
montaggio temporaneo dei pezzi con nastro gommato, fino all’incollaggio
definitivo dei frammenti con collanti non tossici e all’integrazione delle parti
mancanti.
Ultimo step, l’elaborazione delle schede e della documentazione di restauro, in
vista della fase espositiva.
Per i giovani archeologi il cantiere-scuola rappresenta, dunque, un prezioso
percorso formativo gratuito (il bando di partecipazione non prevedeva alcuna
quota d’iscrizione) e l’acquisizione di crediti formativi utili al
raggiungimento della laurea magistrale e specialistica.
Info: Vanessa Delvecchio, archeologa e coordinatrice del progetto, cell 349 1218790
Il cantiere-scuola allestito presso il Museo del Territorio di Riccione: il
primo gruppo di partecipanti al lavoro
Con loro, la coordinatrice Vanessa Delvecchio e la restauratrice Katia Poletti
Informazioni di Sara Andruccioli (Settore
Musei del Comune di Riccione)
Viale Vittorio Emanuele II, 2 - Riccione (RN)
pagina a cura di Carla Conti